Filosofo italiano. Professore di Storia della
filosofia, per quasi un trentennio, all'università di Messina,
elaborò nelle sue opere un umanesimo positivo di chiara ispirazione
marxista. Combatté aspramente i principi intuizionistici, idealistici e
crociani, sia nel campo della conoscenza (di cui
D. rivendicò la
positività, cioè l'indispensabilità dell'elemento empirico
e materiale), sia in quello dell'estetica. Nella sua principale opera teoretica
(
Logica come scienza positiva, 1950) si avvicinò alle teorie
marxiste, che interpretò come importante sistemazione dei motivi
più fecondi del pensiero europeo e come la riproposta in sede critica
della tensione tra razionale e irrazionale, essere e non-essere. Notevoli furono
i suoi contributi alla storia della filosofia, specialmente gli studi su Hegel
(
Hegel romantico e mistico, 1929), su Hume (
La filosofia
dell'esperienza di David Hume, 1933-35), su Rousseau (
Rousseau e
Marx, 1956). Fra le altre opere si ricordano:
La filosofia
dell'esperienza (1933-35);
Critica dei principi logici (1942);
La
libertà comunista (1946);
Logica come scienza positiva (1951);
Poetica del Cinquecento (1954) (Imola, Bologna 1895 - Roma
1968).