Drammaturgo italiano. Inserito nella corte di Carlo
Emanuele I di Savoia, fu autore di poesie di carattere occasionale ed
encomiastico e della tragicommedia
Adelonda di Frigia. Trasferitosi a
Milano, si dedicò alla rielaborazione delle tragedie
Judit,
Ester (1627) e
La reina di Scotia (1628) e pronunciò
l'orazione funebre per la morte di Filippo III di Spagna (1627). Nella mediocre
produzione teatrale italiana del Seicento, le tragedie di
D. spiccano per
la vivacità e la naturalezza con le quali sono tracciati i personaggi e
per il profondo senso tragico della vicenda; tuttavia esse rimasero per lo
più sconosciute ai suoi contemporanei e in epoca moderna furono
pubblicate solo da Croce, che gli dedicò un saggio giovanile. Nonostante
la presenza di artifici stilistici tipicamente barocchi (quali arguzie e giochi
di parole), la scrittura di
D. raggiunge il livello della più alta
e solenne poesia (Asti 1565 circa - Milano 1628).