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Della Robbia, Luca.

Scultore italiano. Capostipite di una famiglia di scultori e ceramisti, educatosi all'oreficeria prima ancora che alla scultura, viene considerato il migliore continuatore del classicismo ghibertiano: alla scuola di Ghiberti, egli stesso orafo di prestigio nella Firenze del tempo, aveva compiuto parte della sua formazione. Anche se ancora legato ad una concezione naturalistica e incline ad effetti di estrema suggestione, D. si dimostra, rispetto al maestro, più aperto agli ideali formali del Rinascimento, in particolare al plasticismo di Nanni di Banco e alla nuova impostazione brunelleschiana: l'impianto monumentale dei volumi, spesso plasticamente isolati, e il ritmo ampio e composto del modellato plastico rendono il linguaggio pienamente coerente con le esperienze dei maggiori artisti quattrocenteschi. Tali caratteri appaiono evidenti già nella prima opera di sicura attribuzione (1431-38), la cantoria marmorea per il duomo di Firenze, davanti a quella di Donatello, caratterizzata dal motivo originale della continuità ritmica tra un riquadro e l'altro. Dopo le cinque formelle esagonali eseguite per la base del campanile (1437-39) e i rilievi per i due altari marmorei del duomo fiorentino, ai quali lavorò a fianco di Donatello, nel 1441 lavorò alla realizzazione del ciborio, oggi nella chiesa di Peretola, in cui usò per la prima volta la particolare tecnica della terracotta invetriata; il procedimento era già noto e veniva applicato soprattutto nella produzione artigianale di tipo popolaresco, perfezionato da D. e adattato alle esigenze della plastica monumentale, per il raggiungimento di particolari effetti luministici, soprattutto grazie al valore pittorico che assume il bianco del rilievo rispetto al brillante azzurro del fondo. L'arte di D., che diede vita a una delle botteghe più attive della Firenze quattro-cinquecentesca, conobbe una grande diffusione anche fuori di Firenze, ma il centro dell'attività rimase comunque il cantiere di S. Maria del Fiore. Tra le terrecotte di D. ricordiamo: il Cristo risorgente e l'Ascensione (1446-51) nel duomo di Firenze, la Madonna Frescobaldi (Berlino), la Madonna di San Pietro, la Madonna di via dell'Angolo, la Madonna del Roseto e la Madonna della mela (Firenze, Bargello). La terracotta si arricchisce di delicati toni di giallo, di bruno e di verde nel prezioso fregio di fronde e di frutta che circonda la tomba del vescovo fiesolano Benozzo Federighi, in Santa Trinità a Firenze (1454-57). Tra le altre opere, risultano di particolare interesse la porta in bronzo per la sagrestia di Santa Maria del Fiore (1446-64) e la decorazione della cappella del Crocefisso in San Miniato al Monte (1461-66) (Firenze 1400 circa - 1482).