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Delhi.

Città (7.174.755 ab.) dell'India, capoluogo dell'omonimo territorio federale (1.485 kmq; 9.370.475 ab.). Posta nella zona settentrionale del subcontinente, sorge sulla riva sinistra del fiume Yamuna, affluente del Gange. La posizione geografica della città è strategica, nell'ampia pianura che mette in comunicazione il bacino dell'Indo con quello del Gange e all'incrocio delle direttrici di comunicazione che guardano rispettivamente verso l'Himalaya, la costa del Mar Arabico e gli Stati meridionali. Tale dislocazione ha determinato la vocazione politica e commerciale di D. fin dall'antichità. È inoltre un importante centro culturale, sede di due università, di centri di ricerca, di istituti di Orientalistica ed Indologia, nonché di numerosi musei e biblioteche. La popolazione di D., nell'ambito degli enormi movimenti migratori seguiti alla divisione del subcontinente fra India e Pakistan, è pressoché raddoppiata dopo il 1948, causando enormi problemi di sovraffollamento. La città si è espansa in tutte le direzioni, controllata con estrema difficoltà attraverso un Piano Regolatore Generale e con interventi quinquennali per l'edilizia. D. nuova fu concepita, durante la colonizzazione inglese, come una città a sé per sostituire Calcutta nelle funzioni di capitale. Fu inaugurata nel 1931 e costruita secondo un piano regolatore con impianto urbanistico circolare, che localizzò le sedi amministrative, politiche e di rappresentanza al centro della città, il settore commerciale presso la Connaught Circus e le zone residenziali in periferia, separate da un ampio parco (Central Vista Park). Con i decenni D. nuova e vecchia si sono saldate in un continuum urbano che non nasconde le profonde differenze originarie delle due zone. ● Econ. - D. svolge un ruolo di primo piano nella vita economica dell'India. Da sempre attivo centro commerciale di una regione fertilissima per la coltivazione di cereali e cotone, la città ha oggi sviluppato massicciamente anche il settore terziario, soprattutto relativo ai servizi e alle mansioni amministrative, localizzato per lo più nella capitale Nuova D. Di grande rilievo è tuttavia l'attività industriale (industria elettronica, meccanica, chimica, conciaria, della gomma, alimentare e tessile) che si è aggiunta ad una vivissima tradizione artigianale (oreficeria, intaglio dell'avorio e di pietre dure, lavorazione della filagrana, ricamo) inalterata dal tempo. ● St. - Il sito in cui sorge D. è occupato da tempi antichissimi: la città attuale è la settima di cui si hanno testimonianze dirette, ma le ricerche archeologiche lasciano supporre una sequenza di insediamenti in numero maggiore. Il più antico di cui si abbia notizia è quello cui accenna, seppur vagamente, il Mahābhārata e databile al 1400 a.C. La prima delle sette città note fu l'antica Indraprashta, a lungo centro di un Regno rajput. Nel 1192 la località fu conquistata dalla dinastia musulmana dei Ghoridi, di origine afghana, presto sostituita dai Turchi di Qutb-ud-Din Aybak che nel 1206 fecero della città la capitale del Sultanato di D., di cui furono la prima dinastia detta dei Mamelucchi. Seguirono quelle dei Khaljī (1290) e dei Thugluq (1320), da cui vennero costruite in brevissima successione quattro diversi insediamenti, vicini fra loro, l'ultimo dei quali subì nel 1398 il saccheggio e la devastazione delle orde di Tamerlano. Affrancatasi dal governatore lasciato da quest'ultimo, a D. regnarono la dinastia Sayyd (1414) e Lodī (1451), finché nel 1526 la città venne riconquistata con la battaglia di Panipat da un discendente di Tamerlano: Bābur, fondatore della dinastia Moghul. L'anno seguente la capitale del Sultanato fu spostata ad Agra e D. subì un periodo di decadenza durante il quale, tuttavia, grazie alla breve dominazione di una casata afghana fu edificata una sesta città. Solo nel 1638, però, quando l'imperatore Shah Giahan ne fece la sua capitale, prese corpo la D. attuale, col nome di Shāhgiahānābād. Con il declino della potenza militare dell'Impero Moghul, D. fu soggetta ad incursioni e devastazioni di varia origine, da quella dei Maharatti a quella dei Persiani (che razziarono grandi tesori, fra cui il celeberrimo Trono dei Pavoni tutt'ora a Teheran). Nel 1803, benché ufficialmente il potere fosse ancora dei sovrani Moghul, a D. si stabilì un residente inglese. La rivolta dei cipayes del 1857, durante la quale furono massacrati tutti gli Europei residenti in città, spinse gli Inglesi a spostare la loro capitale a Calcutta, fino alla costruzione e inaugurazione di Nuova D. nel 1931. ● Arte - I monumenti più antichi offerti dalla città sono due colonne commemorative del re Maurya Asoka (III sec. a.C.) e un pilastro di Candragupta (sec. VI d.C.). Il periodo storico del Sultanato di D. è testimoniato da una serie di monumenti che fondono lo stile afghano pathan con l'arte induista. Ne sono esempio mirabile il Qutb Minar, il più alto minareto del mondo edificato a partire dal 1199; la moschea Qūwat-ul-Islām, cominciata nel 1193, con la sua porta monumentale. Di grande bellezza le tombe dei sultani, spesso immerse in giardini, come quelle dei dinasti Sayyd e Lodī del XIV e XV sec. Al periodo della dominazione Moghul risalgono invece la Jāmi Masjid (1650-56), la grandissima moschea con tre grandi cupole di marmo bianco nota anche come la Moschea del Venerdì (giorno sacro dei musulmani); il Forte Rosso (1639-47), residenza dei sovrani Moghul, cinto da mura di arenaria rossa lunghe 2 km, che comprende un vasto complesso di edifici in marmo bianco, compresa la piccola moschea della Perla (Moti Masjid) e i due celeberrimi saloni per le udienze Dīvān-e-Amm e Dīvān-e-Khāss.
Delhi: sepolcro di Humayun (XVI sec.)