Uomo politico francese. Vicino alle posizioni di
Gambetta, fu eletto deputato per la prima volta nel 1889. Favorevole ad
un'espansione coloniale francese soprattutto in Africa, con funzione anche di
rivincita nei confronti della Germania, attuò una politica in questo
senso prima come sottosegretario e poi come ministro alle Colonie (1893-95).
Ministro degli Esteri dal 1898 al 1905, lavorò ad un riavvicinamento
della Francia con le grandi potenze europee, riuscendo a fare del difficile
incidente di Fashoda (V.) del 1898 l'occasione per
instaurare accordi di collaborazione coloniale con l'Inghilterra, che
culminarono nella firma della Entente cordiale mediante l'arbitrato del 1903 e
gli accordi africani del 1904. Parallelamente
D. concluse con l'Italia i
patti
D.-Prinetti, mediante i quali i due Paesi si impegnavano a
lasciarsi libertà di manovra rispettivamente in Tripolitania e Marocco e
alla reciproca neutralità nel caso di attacco da parte di un Paese terzo
senza provocazione. I suoi sforzi diplomatici raggiunsero l'intento con la
normalizzazione dei rapporti con la Russia, avendo così creato una rete
di rapporti - Triplice Intesa - che si opponeva alla Triplice Alleanza.
Costretto alle dimissioni nel 1905 a causa della sua politica di occupazione del
Marocco, eccessivamente incurante dell'ostilità tedesca,
D. fu
ambasciatore a Pietroburgo e tornò al dicastero degli Esteri nel 1914-15,
contribuendo all'entrata in guerra dell'Italia a fianco dell'Intesa (Pamiers,
Ariège 1858 - Nizza 1923).