Pittore francese. Una delle figure di maggior
importanza nel panorama dei movimenti artistici di rottura del primo Novecento.
Aperto alle esperienze europee a lui contemporanee, specialmente quelle
tendenzialmente non figurative, lasciò spazio nelle sue opere
all'influenza di Cézanne, come già Picasso e Braque, e si
accostò al cubismo, lavorando però, nelle sue scomposizioni e
ricomposizioni plastiche, alla luce e al colore, cercandone la resa dinamica e
cromatica. I suoi
Città di Parigi (1911),
Tour Eiffel
(1910) e la serie di
Finestre (1911-12) mostrano compiutamente la sua
accezione del cubismo come una moltiplicazione di piani luminosi. Gradualmente
l'uso del colore dissolve le forme e i volumi in sequenze astratte, in figure
geometriche (rettangolari o circolari) ruotanti in vortici colorati e luminosi:
Forme circolari (1912),
Dischi simultanei (1912). Il tentativo di
annullare in questo modo la convenzionale profondità tridimensionale fu
la caratteristica essenziale di quello che Apollinaire definì Orfismo
(V.), corrente artistica che influì molto
anche sulle ricerche di Klee in Germania. Limite dell'arte di
D. fu forse
la tendenza intellettualistica delle sue opere, tanto che presto, intorno al
1914, ritornò ad una produzione figurativa, pur se giocata nei peculiari
ritmi circolari e nei contrasti di colore, come in
La donna e la torre
(1925), in cui ebbero peso anche le suggestioni folcloriche dei suoi viaggi in
Spagna e Portogallo. Dopo un periodo anche più marcatamente realista
(serie di ritratti della signora Helm, composizioni dedicate a tematiche
sportive),
D. ritornò a formulazioni astratte (serie della
Gioia di vivere, dal 1930) e, ispirandosi alle esperienze della Bauhaus,
tentò, con la moglie Sonia, una declinazione plastica della sua arte con
l'architettura che culminò nella decorazione di una sala del Salon de
Tuilleries (1938) e nella fondazione del salone dell'arte astratta
"Réalités nouvelles" (Parigi 1885 - Montpellier
1941).