Mit. - Nella mitologia greca, figlia di Oineo re re
di Calidonia, in Etolia; un'altra versione del mito la vuole figlia di Dioniso
che ne avrebbe sedotto la madre. Tramandata come figura di vergine guerriera, si
narra che rifiutasse più volte di sposare il dio fluviale Acheloo. Il
fratello di
D., Meleagro, morto durante la celeberrima caccia di Eracle
al cinghiale calidonio, pregò dagli Inferi l'eroe perché si
recasse in Etolia e sposasse sua sorella. Eracle acconsentì e contese, in
una lotta, la fanciulla al divino Acheloo vincendolo. Celebrate le nozze, i due
sposi lasciarono presto la Calidonia per dirigersi verso Est; dovendo guadare il
fiume Eveno, trovarono come traghettatore il centauro Nesso che si offrì
di trasportare
D. sul dorso. Una volta sull'altra sponda, però,
Nesso cercò di violentare la donna, ma Eracle lo colpì
mortalmente, pur da lontano, con una freccia avvelenata dal sangue dell'Idra di
Lerna. Prima di morire il centauro consigliò a
D. di raccogliere
il suo sangue e di conservarlo nel caso Eracle avesse voluto abbandonarla per
un'altra donna: se lui avesse indossato una veste intrisa di quel sangue,
infatti, sarebbe subito tornato a lei. Quando, tempo dopo, Eracle si
innamorò di Iole figlia di Eurito,
D. mandò al marito una
veste tinta nel sangue di Nesso, per riconquistarlo. In realtà il sangue
del centauro fu come fuoco sul corpo dell'eroe che, sapendo ormai ineluttabile
la morte, si gettò su una pira funebre. Sgomenta per il suo errore anche
D. si uccise. ● Arte - La figura di
D. compare nell'arte
greca intorno al VII sec. a.C., quasi sempre associata a quelle di Eracle e
Nesso, per lo più come motivo di decorazione di ceramiche, su vasi
protoattici come su vasi a figure nere o a figure rosse del periodo attico.
Tramite l'arte ellenistica, il personaggio di
D. è giunto anche
agli affreschi di Pompei.