Opera filosofica di Giordano Bruno, pubblicata nel
1585 a Londra. L'opera è divisa in due parti, contenenti ciascuna cinque
dialoghi. Descrive lo stato dell'uomo che, in un momento di estrema tensione
morale, giunge alla realizzazione della sua aspirazione al divino. Grande
importanza ha in questa ascesa la volontà, come facoltà a cui
è dato di ordinare, cominciare, eseguire, compiere. Nella seconda parte
si studiano le condizioni e i modi di essere nello stato dell'eroico furioso, di
chi cioè con il furioso amore della verità e della filosofia
armonizza l'appassionata contemplazione della bellezza e della poesia, della
bontà e della pace. Eroico furore, partecipazione al divino non
significano però distacco dal mondo terreno, ma al contrario una migliore
conoscenza della realtà, nella quale Dio è presente come essenza
fondamentale. Tensione morale e adesione al divino diventano quindi sinonimi di
possesso perfetto e pieno della realtà. L'opera di Bruno si configura
come una celebrazione entusiastica della concezione cosmologica dell'infinito,
dell'idea metafisica sull'unità del mondo e della libertà
filosofica.