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Decàpodi.

(dal greco déka: dieci e pús: piede). Zool. - Ordine di crostacei eucaridi appartenente alla sottoclasse dei malacostraci che riunisce numerose specie, quasi tutte di notevoli dimensioni e caratterizzate dalla presenza di tre paia di piedi mascellari e di cinque paia di arti ambulacrali. Il carapace forma, estendendosi lateralmente verso il basso con i branchiostegiti, due vaste camere branchiali dove sono alloggiate tre serie di branchie. Spesso gli arti del primo paio sono trasformati in "gnatopodi" (ovvero chele molto robuste); tutti i d. hanno occhi composti e peduncolati. Lo sviluppo è indiretto con forme larvali molto varie. Vi appartengono specie marine, acquaducicole e anche forme adatte alla vita terrestre. Quelli acquatici si distinguono in natanti (che si muovono nell'acqua nuotando) e in reptanti (che possono muoversi nell'acqua spostando tutto il corpo). Si suddividono anche in macruri (gameri) e in brachiuri (granchi) a seconda della conformazione del corpo, che nei primi è allungato e termina con un ventaglio caudale (come nell'aragosta, nell'astice ecc.), mentre nei secondi il cefalotorace è quasi sempre più largo che lungo. Ai d. fanno capo anche i paguri dall'addome a forma di sacco e che si rifugiano entro conchiglie abbandonate. ║ D. cefalopodi: ordine di molluschi appartenente alla sottoclasse dei dibranchiati, classe dei Cefalopodi. Hanno il capo distinto dal corpo mediante un collo più o meno breve; la bocca è situata all'estremità del capo ed è limitata da mascelle cornee. La testa è fornita di otto braccia uguali fra di loro e di due braccia tentacolari provviste di ventose peduncolate con il margine munito di un cercine cuticolare. Il tronco è allungato e il mantello, ai lati, porta quasi sempre due espansioni che fungono da pinne. Le braccia sono notevolmente più corte di quelle degli "ottopodi". A questo ordine fanno capo le seppie e i calamari.