Opera di O. Spengler, composta tra il 1918 e il
1922. Spengler sosteneva che l'Europa avesse terminato l'epoca della sua cultura
e che non potesse attendere da se stessa un ulteriore progresso di
civiltà. Poiché tutto era stabilito già da prima, la storia
e la vita andavano regolate, secondo il filosofo, come in un'immensa caserma,
dove il senso del caso e le combinazioni dei valori contenuti nella vita
dovevano essere soppressi. Auspicò, pertanto, le armate private di un
partito, il sopravvento sulle masse e l'abolizione del sistema parlamentare,
sostenendo la necessità di una figura cesarea. L'opera, che presenta
evidenti pecche teoretiche, scritta in uno stile ispirato e magniloquente, venne
pubblicata in un momento di effettiva crisi della civiltà occidentale,
appena riemersa dal trauma della prima guerra mondiale, e ottenne un notevole
successo, non privo di polemiche.