Umanista e uomo politico italiano. Figlio di Uberto
e fratello di Angelo. Dal 1419 al 1450 fu a Milano, prima al servizio dei
Visconti e, successivamente, della Repubblica ambrosiana. Dal 1450 al 1459 fu
presso la corte papale e a Napoli; ritornò quindi a Milano, dove rimase,
presso Francesco Sforza. Nel 1466 si recò a Ferrara, dove si
stabilì alla corte di Borso d'Este. Tradusse dal greco e dal latino
Plutarco, Curzio Rufo, Cesare, Polibio. Scrisse, in latino, le vite di Filippo
Maria Visconti e di Francesco Sforza, contenute, insieme alle lodi della
città di Milano, negli
Opuscoli storici (Pavia 1392 - Milano
1477).