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Debray, Jules Régis.

Scrittore, giornalista e uomo politico francese. Diplomatosi all'Ecole Normale Supérieure, fu allievo di Sartre, che gli diede modo di conoscere Fidel Castro, durante un soggiorno a Cuba. Ispirandosi alla rivoluzione cubana, D. elaborò una teoria della lotta rivoluzionaria, che faceva perno non tanto sul proletariato urbano (rivoluzione sovietica) o sulle masse contadine (rivoluzione cinese), quanto piuttosto sull'iniziativa di un nucleo di guerriglieri pronti a tutto. Nel 1967 D. si recò in Bolivia per un reportage sui guerriglieri di Che Guevara, decidendo in seguito di rimanere con loro per qualche tempo. Arrestato dalla polizia del dittatore Barrientos, venne accusato di complicità con i ribelli, sottoposto a processo sommario e condannato a trent'anni di reclusione. Tre anni più tardi, nel 1970, fu posto in libertà anche per la pressione dell'opinione pubblica mondiale. L'esperienza nel carcere boliviano di Camiri fu narrata da D. nel Diario di un piccolo borghese tra due fuochi e quattro mura (1976) e nell'opera La neve brucia (1977). Nel 1982 lo scrittore fu nominato da Mitterand consigliere per la politica estera. Tra le altre sue opere ricordiamo: Rivoluzione nella rivoluzione? (1967), La via cilena (1971), La guerriglia del "Che" (1974), Il potere intellettuale in Francia (1979) e Lo scriba. Genesi del politico (1980), Critica della ragione politica (1981) e Gli imperi contro l'Europa (1985) (n. Parigi 1940).