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De Stéfani, Alberto.

Economista e uomo politico italiano. Laureatosi in Giurisprudenza a Padova e in Economia e Diritto all'Istituto Superiore di Commercio di Venezia, appartenne al gruppo di giovani che a Vicenza faceva capo a Fogazzaro. Docente di Economia politica a Venezia, divenne noto tra il 1907 e il 1921 per una serie di studi di carattere economico. Deputato fascista dal 1921, fu ministro delle Finanze dal 1922 al 1925 e dal 1923 anche ministro del Tesoro; nel corso del suo mandato favorì una politica moderatamente liberista, riportò in pareggio il bilancio dello Stato, riordinò il sistema tributario e l'amministrazione. Fu quindi docente di Politica economica e finanziaria a Roma e preside della facoltà di Scienze politiche. Fu collaboratore dei giornali "Corriere della Sera" e della "Stampa", per cui scrisse articoli di carattere finanziario, e direttore della "Rivista Italiana di Scienze Economiche". Ricoprì numerose cariche: fu membro dell'Accademia dei Lincei e di varie accademie straniere, presidente dell'Associazione Nazionale dei Consorzi di Bonifica e Irrigazione, della Commissione per la Riforma dell'Amministrazione dello Stato e dell'Istituto Poligrafico dello Stato. Nel 1937 Chiang Kai-shek lo chiamò quale consulente economico della Cina. Nel 1943 venne condannato a morte in contumacia per aver aderito all'ordine del giorno Grandi, quindi processato con l'accusa di collaborazionismo e assolto nel 1947. Tra le sue opere sono da ricordare: Decadenza demografica e decadenza economica (1920), La dinamica patrimoniale nell'odierna economia capitalistica (1961), Una riforma al rogo (1963), Luigi Luzzatti nella splendida luce del tramonto (1965) (Verona 1879 - Roma 1969).