Cantautore italiano. Sfollato, durante la guerra, nella campagna di Revignano
d'Asti, mentre il padre, antifascista, era costretto alla macchia, nel 1945 tornò
a Genova con la famiglia; nel capoluogo ligure compì gli studi classici e si
iscrisse alla facoltà di Giurisprudenza, che abbandonò prima della laurea per
dedicarsi completamente alla musica. In un primo tempo studiò il violino e la
chitarra, suonò in gruppi jazz e si esibì in pubblico cantando canzoni francesi;
poi cominciò a scrivere brani suoi. Proveniente da una famiglia della borghesia genovese,
D. preferì frequentare i circoli anarchici di Genova e di Carrara, oltre
a gruppi giovanili dove conobbe, tra gli altri, Paolo Villaggio, Gino Paoli,
Umberto Bindi, Bruno Lauzi, Luigi Tenco, esponenti, insieme a lui, della
cosiddetta scuola musicale genovese. Fin dalla metà degli anni Cinquanta
maturò la sua rivolta antiborghese ed espresse una profonda solidarietà per
gli umiliati e gli emarginati. Nel 1958 incise il suo primo 45 giri,
Nuvole
barocche / E fu la notte, che passò quasi inosservato, seguito da altri,
fino al primo album datato 1966, dal titolo
Tutto Fabrizio De André,
antologia dei primi dieci 45 giri. Orientando un'innata sensibilità verso
suggestioni francesi rappresentate dalle canzoni del cantautore Georges
Brassens e dall'opera di scrittori quali François Villon (il lamento dei
drogati dell'album
Tutti morimmo a stento, del 1968, è affine a
quello degli impiccati di Villon), nel 1967 incise
Volume I, premiato
come miglior disco dell'anno. Nel 1970
D. realizzò l'album
La
buona novella, ispirato ai Vangeli apocrifi, dal quale emerge la profonda
religiosità del cantautore genovese che tolse ai personaggi dei Vangeli la
sacralità delle narrazioni ufficiali, per donare loro una grande umanità.
Del 1971 è
Non al denaro, non all'amore, né al cielo, felice rilettura
di alcune poesie tratte dall'
Antologia di Spoon River di Edgar Lee
Masters, in cui è affrontato, in maniera approfondita, il concetto che la
morte accomuna tutti, poveri e ricchi. Nel 1973
D. volle sviluppare
la vena politica già presente nei suoi lavori passati e incise
Storia di
un impiegato. Seguirono gli LP
Canzoni (1974), in cui raccolse
traduzioni di brani di Bob Dylan, Georges Brassens e Leonard Cohen;
Volume
VIII (1975), realizzato in collaborazione con Francesco De Gregori;
Rimini (1978), album di passaggio scritto con il giovane musicista Massimo
Bubola, da cui emerge uno spietato ritratto della piccola borghesia;
In
concerto (1979) e
In concerto, volume 2 (1980), registrati con la
Premiata Forneria Marconi durante un tour di 33 concerti, spettacolare esempio
di collaborazione tra due modi completamente diversi di eseguire le canzoni.
Innamorato della Sardegna, nel 1976
D. aveva acquistato la tenuta L'Agnata,
dove ritrovò il suo passato contadino, i ritmi della natura e dove ebbe modo di
imparare il dialetto gallurese. Nell'agosto 1979,
D. e la sua compagna
Dori Ghezzi (conosciuta nel 1974 e sposata, dopo 15 anni di convivenza, nel 1989)
furono rapiti proprio all'Agnata; il sequestro durò fino al mese di dicembre.
Da quell'esperienza nacque l'album
Fabrizio De André (Indiano) (1981),
nel quale "Faber" sottolineò l'analogia tra Indiani d'America e popolo sardo,
entrambi vittime di colonizzazioni. Il desiderio di esplorare, insieme all'ex
PFM Mauro Pagani, nuove sonorità e nuovi strumenti tipici della musica mediterranea
portò alla realizzazione di
Creuza de mä (1984), in dialetto genovese.
Questo capolavoro, premiato come miglior album degli anni Ottanta, segnò una
svolta fondamentale non solo per
D., ma per l'intera musica italiana, che
per la prima volta si scostò dall'impronta americana. Dalla collaborazione con
Pagani, e con i contributi di Bubola e Ivano Fossati, nacque
Le nuvole (1990),
il disco più apertamente politico di
D., sorto dal bisogno di dare una
"vibrante" sferzata al potere. Nell'album
Anime salve (1996), composto
insieme all'amico Fossati, è affrontato ancora il tema delle minoranze e dei
diversi. Nell'LP, premiato disco dell'anno, sono presenti anche la moglie
Dori e i figli Cristiano (V. DE ANDRÉ, CRISTIANO) e Luvi. Nel 1996
D.
scrisse insieme ad Alessandro Gennari il suo primo e unico romanzo,
Un destino
ridicolo, animato da eroi sconfitti. Nel 1997 fu pubblicata l'antologia
musicale
Mi innamoravo di tutto, nella quale è contenuta una versione
della celebre
Canzone di Marinella, cantata con Mina. Poeta, musicista,
garbato contestatore e sognatore anarchico,
D. ha segnato con le
sue canzoni (
La guerra di Piero,
La ballata dell'eroe,
Il testamento di Tito,
Via del Campo,
Bocca di rosa) e
la sua splendida voce, grave e pulita, un'epoca, colorandola di poesia e
arricchendola di cultura e impegno consapevole. Dopo la sua scomparsa prematura,
furono pubblicati alcuni CD commemorativi: nel 1999 il live
De André in
concerto; nel 2000 la raccolta
Da Genova, con brani meno conosciuti
al grande pubblico; nel 2003 il doppio CD live
Faber, amico fragile,
antologia di suoi brani interpretati da cantanti italiani durante il
concerto-tributo tenuto nel marzo 2000 al Teatro Carlo Felice di Genova;
nel 2004 il dvd
Fabrizio De Andrè in concerto, con il concerto
integrale registrato presso il Teatro Brancaccio di Roma nel febbraio 1998
(Genova 1940 - Milano 1999).
Fabrizio De André in concerto