Uomo politico polacco. Dirigente della sezione
galiziana del Partito socialista austriaco, organizzato su basi federative, in
cui i vari gruppi nazionali disponevano di un'organizzazione autonoma (nel 1911
i socialisti della Polonia austriaca costituirono un partito a sé), nel
1891 fu eletto per la prima volta deputato al Parlamento. Dopo un periodo di
stretti rapporti con il Partito socialista polacco, diretto da Pilsudski,
emersero forti contrasti. Ancora più tesi furono i rapporti con i
socialisti polacchi di tendenza rivoluzionaria, tra cui R. Luxemburg e A.
Warski. Nazionalista, contrario agli scioperi in quanto tendevano ad associare
nella lotta gli operai polacchi con quelli russi, affermò che i Polacchi
dovevano cercare di cogliere l'occasione offerta dai disordini della Russia per
conseguire i propri fini nazionali. Nel 1914, sotto la sua leadership, i
socialisti polacchi appoggiarono incondizionatamente l'Austria-Ungheria in
guerra e si dichiararono favorevoli a una sua riforma federale. Nell'ottobre
1918, quando il crollo dell'Austria apparve imminente, proclamò a Dublino
la Repubblica Popolare Polacca. Divenuta la Polonia uno Stato nazionale, unito e
indipendente, egli assunse la vicepresidenza del Consiglio (1920-21) e nel 1928
divenne presidente del Sejm, il Parlamento polacco, assumendo il titolo di
maresciallo (Zbaraž, Galizia 1866 - Bystra 1936).