Capitale (1.549.000 ab.) della Siria e capoluogo del
distretto omonimo. È posta a 680 m s/m., ai piedi dell'Antilibano, sui
canali che si dipartono dal fiume Barada e che irrigano circa 9.000 ettari di
terra, coltivata a olivi, ortaggi, fichi ed albicocchi. La città è
divisa in 16 quartieri: es-Salihiyyah è quello più elegante mentre
i Beduini si trovano nel quartiere di Meidan. ● Econ. - Trovandosi
all'incrocio di importanti vie che fin dall'antichità collegavano tra
loro la Mesopotamia, l'Arabia e la Giordania,
D. è un attivo
centro di scambi e commerci. Si esportano principalmente prodotti agricoli
(cereali, frutta, ortaggi e tabacco) e dell'artigianato locale (gioielli,
broccati, damasco, armi, tappeti). Vi sono inoltre industrie alimentari,
tessili, del cemento, del vetro. L'energia elettrica viene fornita da una
centrale idroelettrica che sorge sul fiume Barada. ● St. -
D. fu un
antico centro preistorico; inizialmente popolata da gente aramaica, è
menzionata da fonti ebraiche, egiziane e assire come florida sede commerciale.
Sottomessa da David nel X sec. a.C., riacquistò la propria libertà
nel secolo successivo. I suoi re, Ben-Haddadh e Hazael, sconfissero gli Assiri
ma, a loro volta, furono soggiogati dagli stessi Assiri comandati da
Tiglatpileser III (VIII sec. a.C.). La città conobbe il peso di molte
successive dominazioni straniere: dai Persiani ai Macedoni e ai Nabatei. Nel 66
a.C. venne conquistata da Pompeo e rimase un Principato vassallo fino al II sec.
Fu evangelizzata da S. Paolo e in epoca bizantina l'imperatore Teodosio
trasformò il maggior tempio pagano in chiesa cristiana. Dopo un periodo
di lotte tra Romani e Persiani, nel 635 i musulmani la conquistarono
definitivamente. Dal 660 al 750 fu la residenza dei califfi omayyadi, ma dopo un
periodo di splendore la città decadde soprattutto a causa del
trasferimento della capitale a Baghdad. Fu sottomessa dall'Egitto nell'878 e dai
Turchi nel 1075. Venne attaccata dai crociati senza successo e passò
più tardi al re di Aleppo, il cui successore fu Saladino. Dal 1260 al
1516 rimase sotto il dominio dei Mamelucchi egiziani, i quali furono spodestati
dai Turchi ottomani che la governarono fino all'inizio del XIX sec. Nel 1918 le
forze anglo-franco-arabe la occuparono e nel 1920 la Conferenza di Sanremo la
affidò alla Francia come mandato, facendone la capitale dello Stato della
Siria. Qualche anno dopo, a causa di una sommossa, vi si instaurò un
Governo militare. Nel 1941 vi si stanziò una guarnigione di truppe della
Francia libera e solo nel 1946 i Francesi si ritirarono definitivamente dalla
città. Nel 1971 Siria, Libia ed Egitto firmarono a
D. l'atto che
istituiva l'Unione delle Repubbliche Arabe. ● Arte - Dai resti
archeologici è possibile stabilire la planimetria originale della
città attuale, che risale all'epoca ellenistica. Essa, a pianta
rettangolare, era circondata da mura maestose con torri e sette porte ed era
tagliata in direzione Est-Ovest da una strada, la
Via Recta,
fiancheggiata da colonnati e sormontata da archi. Un'altra strada collegava
l'
agorà al tempio di Giove Damasceno, un tempo santuario del dio
aramaico Hadad. Le altre strade si incrociavano perpendicolarmente formando
grandi isolati. A
D. si possono trovare vestigia delle diverse
civiltà che vi hanno imposto il proprio dominio. Al periodo aramaico
risalgono i resti del tempio di Hadad (IX sec. a.C.), mentre alla dominazione
araba risale la Grande Moschea degli Omayyadi fatta costruire dal califfo
Al-Walid (705-715). Questa moschea sorge sulle rovine della basilica consacrata
dall'imperatore Teodosio a San Giovanni Battista ed eretta nel luogo dove
precedentemente sorgeva il tempio a Giove. Essa presenta nella sala delle
preghiere tre lunghe navate, che testimoniano l'influsso della basilica
cristiana, tagliate da un transetto perpendicolare, sormontato da una cupola
chiamata l'
Aquila. Da questa sala si accede, per mezzo di due porte, al
cortile rettangolare circondato da tre gallerie che ancora conservano resti di
mosaici in stile bizantino. Ai secc. XII-XVII appartengono la cittadella,
diverse moschee, il mausoleo di Nur e quello del Saladino, ad opera dei
Mamelucchi. Del dominio ottomano rimangono invece le moschee a cupola centrale
con minareti, il palazzo al-'Azm del XVIII sec. e il convento della Takkiyya,
fatto costruire dal sultano Selim I. A
D. ha sede il Museo Nazionale
Siriano, fondato nel 1919, che raccoglie antichità rinvenute in diverse
località della Siria. ║
Distretto di D. (18.032 kmq;
1.730.000 ab.): si estende nella parte sud-occidentale del Paese e confina con
la Giordania e il Libano. Il territorio comprende le propaggini orientali
dell'Antilibano (a Ovest), una parte del deserto siriaco (a Est) ed è
attraversato dai fiumi Barada e El Aouaj. Si pratica l'allevamento del bestiame
(ovini) e l'agricoltura (cereali, cotone, frutta, ortaggi), nelle pianure
irrigate dai fiumi. Centro principale: Douma.