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Daci.

Antica popolazione danubiana di probabile origine tracia, nel territorio che corrisponde all'odierna Romania, compreso fra il Tibisco, i Carpazi, il Danubio e il Prut. ● Encicl. - Abitò le regioni poste lungo il corso del basso Danubio, divisa in tribù dedite alla pastorizia, all'agricoltura e allo sfruttamento dei giacimenti minerari, di cui erano ricche le regioni montane. Difesisi dagli attacchi prima dei Celti e poi di Alessandro Magno (IV sec. a.C.), i D. raggiunsero l'unità con il condottiero Burebista (70 a.C.), che li guidò nell'espansione verso la Russia meridionale e l'Ungheria, ai danni dei Sarmati e degli Sciti. La ripresa di una politica espansionistica sotto Decebalo e le scorrerie nelle province confinanti della Mesia e della Pannonia provocarono aperte ostilità con i Romani. Domiziano intraprese una campagna militare contro i D. (86-89), che però non fu risolutiva. Solo più tardi Traiano riuscì a sottometterli con due spedizioni successive (101-102 e 105-107); da allora la Dacia divenne provincia romana e vicino all'antica capitale Sarmizegetusa fu costruita la nuova città Ulpia Traiana Sarmizegetusa (l'odierna Grǎdiste). La struttura sociale dei D. prevedeva una distinzione fra popolo e nobili, che costituivano la classe politica e sacerdotale del Paese. Politeisti, veneravano in modo particolare Zamolxis, antico sacerdote e poeta divinizzato.