Cardinale italiano. Nel 1849 fu nominato delegato
straordinario per l'Umbria dal Vaticano e nel 1852 cardinale. Ebbe
contemporaneamente il vescovado di Sabina e l'abbazia di Farfa. Di convinzioni
liberali,
D. non tardò a mettersi in contrasto con la Santa Sede,
della quale non approvava la politica. Tale resistenza alle manovre vaticane si
accentuò quando fu nominato prefetto della Congregazione dell'Indice e
nel 1864 fu costretto a lasciare Roma, punito con la sospensione delle prebende
cardinalizie; nel 1866 gli vennero tolte anche le funzioni episcopali. L'anno
successivo chiese e ottenne il perdono dal papa (Napoli 1812 - Roma
1868).