Insieme di popolazioni autoctone dell'Africa settentrionale,
di ceppo europoide-mediterraneo, dislocate principalmente in Algeria, Egitto,
Marocco e Niger meridionale. Divisi in numerose tribù, i vari gruppi
berberi sono etnicamente eterogenei, in primo luogo a causa della
sovrapposizione, in epoche diverse, di altre popolazioni. Tali differenziazioni
sono andate accentuandosi a partire dall'VIII sec., in seguito all'invasione
araba, con conseguenti infiltrazioni semitiche. La lingua berbera appartiene al
gruppo camitico e deriva dal libico antico con l'aggiunta di elementi semitici.
È suddivisa in vari dialetti (per esempio il tuaregh, nel Sahara) ed in
alcune zone è stata sostituita, in seguito all'islamizzazione, dalla
lingua araba, considerata lingua colta. • St. -
Localizzati nei territori dell'Africa mediterranea, dalla Libia fino alle
Canarie, sin dalla più antica età preistorica, le popolazioni
berbere ebbero probabilmente una parte di primo piano nella fondazione dei
grandi imperi sudanesi. In particolare, intorno al 300 d.C., dopo aver
assoggettato le popolazioni indigene, i
B. fondarono nel Sudan
nord-occidentale l'impero del Ghana che, sotto diverse dinastie, conobbe alterne
vicende e fasi di potenza, sino al crollo definitivo nel XIII sec. Essi tuttavia
non riuscirono mai a costituire grandi e durevoli unità politiche, dato
il loro notevole frazionamento in gruppi e tribù. Tali gruppi, già
ben distinti in età antica (Numidi, Mauri, Getuli, Psilli di Libia,
ecc.), subirono lungo la costa mediterranea dapprima la colonizzazione fenicia e
successivamente quella greca e romana, partecipando agli eventi che a iniziare
dal IV sec. a. C. interessarono l'Africa Settentrionale. Assoggettati a Roma
intorno al 40 a.C., promossero varie rivolte, tra cui si ricordano quelle di
Tacfarinata (17-24 d.C.), Gildone (398), e dei circoncellioni
(V.). Le regioni da loro occupate godettero
comunque di una relativa tranquillità sino all'invasione dei Vandali,
avvenute nel V sec., e alle lotte sanguinose sostenute contro i Bizantini dalle
varie tribù berbere che successivamente opposero una forte resistenza
anche all'occupazione araba. La conquista araba comportò l'islamizzazione
delle popolazioni berbere, che però conservarono la loro indipendenza e
si distaccarono ben presto dall'ortodossia islamica, aderendo dapprima
all'eresia kharigita, poi ad altre dottrine più o meno ereticali.
Inoltre, varie tribù dell'interno conservano tuttora tracce dell'antico
paganesimo. La formazione di dinastie locali, portò in breve tempo
all'autonomia dall'oriente arabo ma non comportò affatto l'unificazione
nazionale delle popolazioni berbere, neppure con la formazione dei grandi Stati
degli Almoravidi, Almohadi e Hafsidi. Ciò è dovuto al fatto che le
continue lotte fra le varie tribù determinarono molteplici sfaldamenti e
il frazionamento territoriale in numerosi emirati politicamente autonomi. Nel
corso dell'XI sec. i territori occupati dalle popolazioni berbere furono
sconvolti dall'invasione dei nomadi arabi Benu-Hilal, i quali aprirono i
territori costieri al definitivo insediamento arabo, costringendo le
tribù berbere a ritirarsi nelle zone montuose più interne e nelle
aree desertiche del Sahara. Così le popolazioni berbere, che sino allora
erano state prevalentemente sedentarie e dedite all'agricoltura, che lungo la
fascia costiera aveva carattere intensivo (orticoltura e giardinaggio),
divennero in parte nomadi e dedite alla pastorizia. Lungo le coste andò
sviluppandosi la pirateria che acquistò dimensioni gigantesche con la
costituzione nel XVI sec. dello Stato barbaresco di Algeri che riuscì a
tener testa agli interventi delle potenze europee sino alla spedizione francese
del 1830 (V. anche
ALGERIA). Durante tutta la loro storia i
B., che contano attualmente circa 7 milioni di individui, non sono mai
stati uniti, né si sono sottomessi ad alcun governo centrale,
intraprendendo, al contrario, continue lotte tribali e mantenendo tradizioni
culturali ed usanze molto diversificate da tribù a
tribù.