Filologo e medioevalista francese. Fu membro dell'Accademia di Francia dal 1920.
Si dedicò particolarmente allo studio delle antiche leggende; infatti il
suo primo lavoro di alto profilo, dopo l'edizione critica del
Lai d'ombre
del 1890, fu lo studio sui
Fablieux del 1893. Partendo dai frammenti a
noi pervenuti, curò l'edizione del
Tristan di Thomas, con un'ampia
introduzione. Unendo a questa i frammenti di Beroul e passi di varie redazioni,
fornì un valentissimo rifacimento della leggenda, pubblicato col titolo:
Le roman de Tristan et Iseult nel 1900. L'opera fondamentale di
B.
è
Les légendes épiques, in 14 volumi, pubblicati fra
il 1908 e il 1913, in cui, opponendosi all'ipotesi del suo maestro G. Paris,
sosteneva che le leggende epiche erano opere personali di poeti, nate sulle vie
dei pellegrinaggi ai grandi santuari, dai ricordi trovati nelle abbazie e dai
racconti sui guerrieri o i grandi personaggi del luogo. Non origini popolari,
dunque, né germaniche dell'epopea francese, dovuta, per
B., alla
collaborazione fra chierici e giullari. A questo filologo dobbiamo anche
l'edizione critica del
Roman de la Rose del 1921 (1864-1938).