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Bécquer, Gustavo Adolfo.

Poeta e narratore spagnolo. Rifiutando il proprio cognome, Domínguez Bastida, assunse quello dell'antica famiglia fiamminga da cui discendeva. Orfano, fu cresciuto ed educato in casa di una madrina, nella cui biblioteca scoprì e lesse i maggiori autori romantici, con la quale, tuttavia, ruppe a causa degli ostacoli che questa frappose alla sua vocazione letteraria. Nel 1854 si trasferì a Madrid, dove visse di collaborazioni giornalistiche e teatrali e dove si manifestarono i primi segni della tubercolosi che lo uccise ancora giovane. Qui coltivò le sue amicizie e i suoi amori, da qui se ne andò nel 1864, all'aggravarsi della sua malattia, per ritirarsi nel convento abbandonato di Viruela, dove scrisse, in forma epistolare, delle collaborazioni per un quotidiano, poi raccolte nelle Cartas desde mi celda (Lettere dalla mia cella), descrizioni dei paesaggi, relazioni sulle leggende e sulle tradizioni del luogo. Le sue opere più significative, furono pubblicate postume dagli amici nel 1871. Il suo canzoniere, Las Rimas, composto da una novantina di liriche in vari metri, fa di B. il più puro lirico della letteratura spagnola del XIX secolo, nonché l'unico originale poeta del Romanticismo in Spagna. I motivi dominanti della poetica di B., sempre attenta alla frase dimessa e melodiosa, priva di magniloquenza e asprezza, capace di elaborare un linguaggio ricco di sfumature, sono il desiderio di infinito dell'io, ferito dalla solitudine dell'universo, l'amore, che trasfigura ogni gesto e ogni atto della quotidianità e vince la morte, i sogni eterni dell'uomo e i suoi in particolare. Notevole anche la prosa lirica delle Leyendas (Le leggende), narrazioni brevi, su vari temi, in cui prevale l'interesse per le tradizioni spagnole, come per quelle orientali o nordiche, e il vagheggiamento di un mondo incantato e magico. È unanimemente considerato il precursore e l'ispiratore della rinascita poetica spagnola del XX sec. (Siviglia 1836 - Madrid 1870).