Pseudonimo di
Emmanuelle Behart-Hasson. Attrice cinematografica francese.
Figlia del cantante e poeta Guy Béart, crebbe con la numerosa famiglia in una fattoria
nel Sud della Francia, dove il padre si era ritirato in esilio volontario dal caos di Parigi.
Esordì in ambito cinematografico nel 1976 con una parte nel film
fantascientifico
Demain les mômes di Jean Pourtalé. Dopo una pausa di
alcuni anni, durante la quale venne mandata dai genitori in Canada per studiare
la lingua inglese, nel 1983 fece ritorno in Francia e si iscrisse a un corso di
arte drammatica. Nel 1984 ottenne il suo primo ruolo televisivo nel film
Raison
perdue (1984), di Michel Favart. Iniziò allora una carriera - in patria e
all'estero - che la fece diventare una delle più ricercate attrici della nuova
leva francese, aiutata anche dalla particolare bellezza e dalla naturale
eleganza. Tra le sue interpretazioni, ricordiamo:
Jean de Florette
(1986) e
Manon delle sorgenti (1986) di Claude Berri;
Il viaggio di
Capitan Fracassa (1991) di Ettore Scola;
La bella scontrosa (1991)
di Jacques Rivette;
Niente baci sulla bocca (1991) di André Techiné;
Un
cuore in inverno (1992) di Claude Sautet;
L'inferno (1994) di
Claude Chabrol;
Una donna francese (1995) di Regis Wargnier;
Nelly
& Monsieur Arnaud (1995) di Claude Sautet;
Mission: impossible
(1996) di Brian De Palma;
Vite rubate (1998) di Yves Angelo;
La
répétition – L'altro amore (2001) di Catherine Corsini;
8 donne e un
mistero (2002) di François Ozon;
Storia di Marie e Julien (2003) di
Jacques Rivette;
Nathalie... (2003) di Anne Fontaine;
L'enfer
(2005) di Danis Tanovic. Impegnata nella difesa dei diritti dei bambini (venne nominata
portavoce dell'UNICEF e del United Nations Children's Fund), diede anche il suo
appoggio alla causa dei
sans papiers francesi, venendo per questo
arrestata nel 1997 (n. St. Tropez 1965).