Uomo politico inglese. Eletto al Parlamento nel 1543, poco
più che ventenne, sedette alla Camera dei Comuni sino al 1571, quando fu
nominato Lord. Dopo un avvio politico piuttosto turbinoso, che gli costò
anche il carcere, nel 1550 divenne uno dei segretari di Stato di Edoardo VI,
grazie all'amicizia che lo legava al conte di Warwick. Fu poi al servizio della
regina Maria Tudor e nel 1558 insignito del titolo di primo segretario di Stato
della regina Elisabetta, di cui fu per oltre quarant'anni il più
influente ministro. Sostenitore dell'autorità monarchica rispetto a
quella parlamentare, si occupò anche dell'amministrazione delle finanze
in modo estremamente integerrimo. Durante il Regno di Elisabetta riuscì a
incrementare gli introiti doganali, sollecitò la diffusione delle
industrie, attuò una normativa a favore dei poveri; cercò di
aumentare anche il potere militare (soprattutto quello della marina). Riguardo
al suo atteggiamento in politica estera,
B. tentò poi di prendere
tempo nei confronti di un possibile conflitto con la Spagna, per consentire al
proprio Paese di prepararvisi nel modo migliore. Dal 1590 si avvalse poi della
collaborazione di suo figlio, Robert Cecil, sia nell'ambito di generiche
mansioni amministrative e politiche, sia per compiti più specifici;
riuscì anche ad assicurargli la successione e a consentirgli di essere
nominato a sua volta segretario di Stato nel 1596. Sostenitore della Chiesa
anglicana, contribuì in misura determinante alla cessazione delle lotte
religiose che avevano insanguinato il Paese negli anni precedenti e si attenne
soprattutto al criterio della subordinazione della Chiesa allo Stato. Seguendo
le sue indicazioni, la regina Elisabetta rese la Chiesa anglicana una vera e
propria Chiesa di Stato, del tutto libera dal controllo di Roma: i funzionari
pubblici e i membri del clero furono costretti a sottostare a un particolare
giuramento; l'Atto di Uniformità impose ai sudditi inglesi un'unica
raccolta di preghiere e la regina Elisabetta venne proclamata
Supreme
Governor della Chiesa. Anche per quanto riguardava la politica estera,
B. si preoccupò di non legare le sorti dell'Inghilterra a quelle
di altri Stati dell'Europa continentale, ma la mantenne in una posizione di
sostanziale isolamento, approfittando della rivalità franco-spagnola per
rafforzare sempre più la posizione dell'Inghilterra sia sul piano
politico che militare. Anche nell'ambito della politica economica
B. si
ispirava al criterio di un progressivo potenziamento delle risorse nazionali. Il
commercio venne incrementato con ogni mezzo attraverso la concessione di
particolari agevolazioni ai mercati inglesi, contribuendo tra l'altro alla
costituzione e al potenziamento della Compagnia del levante. La posizione di
B. frustrò le ambizioni di molti uomini di corte che avevano
tentato di avversarne la politica, peraltro pienamente condivisa, nelle sue
linee fondamentali, dalla regina Elisabetta, il cui appoggio contribuì a
disgregare la coalizione che si era formata contro di lui nel 1568. Nel novembre
dell'anno successivo, soltanto i conti di Northumberland e di Westmorland
presero le armi, animando la rivolta del Nord la cui sconfitta consolidò
la posizione di
B. e della regina, costando invece la vita a Maria
Stuarda (Bourne, Lincolnshire 1521 - Londra 1598).