(o
Bourguiba, Habīb
ibn' Alī). Uomo politico tunisino. Tornato in
patria nel 1927 dopo aver compiuto gli studi di Diritto e Scienze politiche alla
Sorbona, aderì al Destur, il Partito liberale costituzionale, fondato nel
1920 dai nazionalisti tunisini. Fondò poi la "Voce di Tunisia", il primo
giornale tunisino in lingua araba, e quando nel 1932 si ebbe la spaccatura del
Destur, assunse con la nascita del Neo-Destur la segreteria generale del nuovo
partito. Arrestato nel 1934 e rimesso in libertà l'anno seguente, fu
nuovamente arrestato nel 1937 e trasferito a Marsiglia, dove fu liberato dai
Tedeschi. Durante l'occupazione tedesca della Tunisia (novembre 1942 - maggio
1943) riorganizzò il Neo-Destur, ma dopo la Liberazione rischiò la
condanna a morte per collaborazionismo. Leader incontrastato del nazionalismo
tunisino, mantenne un atteggiamento moderato, dichiarandosi disposto ad
accettare un "onorevole compromesso" con la Francia, battendosi però
sempre contro l'intransigenza dei coloni residenti. Deportato dal 1952 al 1954,
condusse poi le trattative per l'abolizione del regime di protettorato e dopo la
proclamazione dell'indipendenza (20 marzo 1956) fu capo del primo Governo
tunisino, assumendo l'anno dopo (25 luglio 1957) la presidenza della Repubblica,
in seguito alla destituzione del Bey di Tunisi. Sbarazzatosi poi anche di Slah
ben Youssef, suo più diretto avversario, e rimasto quindi padrone del
campo, attenuò l'iniziale posizione di intransigenza nei confronti della
Francia (evacuazione della base militare di Biserta e nazionalizzazione delle
terre dei coloni) e avviò una politica moderata filo-occidentale,
così da allontanarsi sempre più dal nazionalismo arabo, sino al
boicottaggio dei lavori della Lega Araba e alla rottura con la RAU (settembre
1968). Al potere per trent'anni, nel 1987 venne destituito da Zine El Abdine Bel
Alì e costretto a residenza coatta nella sua abitazione di Monastir
(Monastir 1903-2000).