Castello di Trento. Sorse a metà del XIII sec.
nell'angolo Nord-Ovest delle mura della città, sull'elevazione occupata
dalla grande torre rotonda che a torto si pretende romana, ma la parte
più antica di esso - detta poi il Castelvecchio - subì varie
modificazioni e ampliamenti attraverso i secoli, fino alla riforma del vescovo
Hinderbach. Clesio volle aggiungervi tutto un vasto palazzo verso Mezzogiorno e
ampliare anche la cinta che separa il
c. del B. dalla città. La
fabbrica, iniziata nel 1528, durò 6 anni. Ne è ignoto
l'architetto. Si conoscono invece i nomi degli scultori e pittori che il
cardinale chiamò a gara da tutte le parti della penisola a cooperare alla
decorazione del castello: i due Dossi, Romanino, i due Fogolino tra i pittori;
Longhi, Grandi, Zacchi tra gli scultori; Ligozzi tra i ricamatori e altri
minori, oltre a qualche fonditore tedesco e agli arazzieri fiamminghi cui si
devono i famosi arazzi della Passione. Grazie alla sagace iniziativa
dell'ideatore e all'armonica collaborazione dei suoi esecutori, il
c. del
B. poté sorgere maestoso di forme a emulazione delle più
famose regge italiane di quel tempo. Nuove fastose sale vi aggiunse nel 1600 il
vescovo F. Alberti e nuovi artisti, da Liberi a Fontebasso, vi lavorarono
durante il periodo del Barocco e del Rococò, che minacciò di
sommergere il palazzo nelle superfetazioni del nuovo stile.