Romanziere e drammaturgo sovietico. Orfano di padre
all'età di 16 anni, venne allevato dalla madre, che era una donna colta e
tenerissima. Conseguita la laurea in Medicina nel 1916, dopo qualche anno
abbandonò la professione per trasferirsi a Mosca e dedicarsi alla
letteratura e al giornalismo. La pubblicazione di un suo racconto lungo,
Uova
fatali (1928) gli attirò gli strali dell'Associazione scrittori
proletari, che lo bollò come nemico del regime. Nel 1925 si
guadagnò la popolarità con il romanzo
Guardia bianca, un
testo spregiudicato sulla guerra civile, che venne successivamente ridotto per
le scene con il titolo
I giorni dei Turbiny. Altri suoi lavori
rappresentati ottennero un buon consenso della critica, mentre il dramma
Fuga
- Otto giorni venne bloccato per ordine delle autorità. Contro di lui
venne lanciata una campagna denigratoria e fu anche definito uno scrittorucolo
borghese ostile alla nuova realtà sovietica. Circondato dall'odio e dal
sospetto, si rivolse a Stalin che, per telefono, gli diede rassicurazione circa
il suo atteggiamento favorevole. Morì mentre lavorava alla stesura
definitiva del romanzo
Il maestro e Margherita, per una non identificata
malattia che lo aveva reso cieco negli ultimi mesi di vita; emerse anche il
sospetto che fosse stato Stalin ad averlo fatto uccidere. Il suo romanzo
Il
maestro e Margherita, pubblicato nel 1967 sulla rivista sovietica "Moskva",
suscitò un vivissimo interesse nei Paesi occidentali, che lo hanno
annoverato fra gli autentici capolavori della letteratura mondiale. Il contenuto
è intessuto di realtà e di allegoria, di satira e di tragedia, di
lirismo e di delirio. Fra le sue opere, si possono ricordare i drammi
La
fuga (1926-28),
I giorni dei Turbiny (1926); le commedie satiriche
La casa di Zoja (1926),
L'isola purpurea (1928); le opere teatrali
Molière (1936),
Gli ultimi giorni. Puskin (1940), il
racconto satirico
Diavoleria (1925) (Kiev 1891 - Mosca 1940).