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Bulgakov, Michail.

Romanziere e drammaturgo sovietico. Orfano di padre all'età di 16 anni, venne allevato dalla madre, che era una donna colta e tenerissima. Conseguita la laurea in Medicina nel 1916, dopo qualche anno abbandonò la professione per trasferirsi a Mosca e dedicarsi alla letteratura e al giornalismo. La pubblicazione di un suo racconto lungo, Uova fatali (1928) gli attirò gli strali dell'Associazione scrittori proletari, che lo bollò come nemico del regime. Nel 1925 si guadagnò la popolarità con il romanzo Guardia bianca, un testo spregiudicato sulla guerra civile, che venne successivamente ridotto per le scene con il titolo I giorni dei Turbiny. Altri suoi lavori rappresentati ottennero un buon consenso della critica, mentre il dramma Fuga - Otto giorni venne bloccato per ordine delle autorità. Contro di lui venne lanciata una campagna denigratoria e fu anche definito uno scrittorucolo borghese ostile alla nuova realtà sovietica. Circondato dall'odio e dal sospetto, si rivolse a Stalin che, per telefono, gli diede rassicurazione circa il suo atteggiamento favorevole. Morì mentre lavorava alla stesura definitiva del romanzo Il maestro e Margherita, per una non identificata malattia che lo aveva reso cieco negli ultimi mesi di vita; emerse anche il sospetto che fosse stato Stalin ad averlo fatto uccidere. Il suo romanzo Il maestro e Margherita, pubblicato nel 1967 sulla rivista sovietica "Moskva", suscitò un vivissimo interesse nei Paesi occidentali, che lo hanno annoverato fra gli autentici capolavori della letteratura mondiale. Il contenuto è intessuto di realtà e di allegoria, di satira e di tragedia, di lirismo e di delirio. Fra le sue opere, si possono ricordare i drammi La fuga (1926-28), I giorni dei Turbiny (1926); le commedie satiriche La casa di Zoja (1926), L'isola purpurea (1928); le opere teatrali Molière (1936), Gli ultimi giorni. Puskin (1940), il racconto satirico Diavoleria (1925) (Kiev 1891 - Mosca 1940).