(dal latino
bos). Maschio adulto castrato dei bovini
domestici, utilizzato prevalentemente per il lavoro e come carne da macello. Il
b. domestico viene castrato pochi mesi dopo la nascita per aumentare il
suo peso corporeo e renderlo più docile nei lavori agricoli. Il
b.
domestico è la sola specie esistente zoologicamente e deriva
dall'
uro, che è scomparso in Europa verso la metà del XVII
sec. Le razze attualmente esistenti, che presentano notevoli differenze dal
punto di vista morfologico e riguardo alle singole capacità funzionali,
provengono direttamente da questo bovino selvatico, in seguito a trasformazioni
naturali e a selezioni provocate dall'uomo. Il
b. ha forme tozze, pelo
corto, testa grossa e corna cave. Le mascelle sono munite di trentadue denti:
sei molari per parte e otto incisivi nella parte inferiore, mentre nella parte
superiore la dentatura è sostituita da uno strato calloso che permette al
b. di strappare, invece che di tagliare, le erbe del pascolo. I piedi
hanno cinque dita grosse e due piccole, rivestite di zoccolo; la coda termina
con un ciuffo di peli. Come la capra e la pecora, anche il
b. differisce
dagli altri animali d'allevamento in quanto ha lo stomaco diviso in quattro
scompartimenti: rumine, reticolo, omaso e abomaso (l'ultimo dei quali
costituisce lo stomaco vero e proprio). Il
b. è il maschio
castrato caratterizzato dalla presenza di almeno sei denti permanenti (e
cioè fino ai tre-quattro anni di età); prima di questa fase
è un manzo e prima ancora un vitello. Già verso i 18-20 mesi,
l'animale è sottoposto all'addestramento finalizzato al lavoro; infatti
tollera, molto meglio del cavallo, la fatica fisica, ma il suo impiego sta via
via diminuendo a causa del massiccio avanzamento della meccanizzazione agricola.
Il
b. viene allevato quasi esclusivamente per la produzione di carne e
determinate razze ne forniscono di alta qualità sia grazie alla mole che
alla precocità dell'animale. Attraverso l'analisi della dentizione e
delle corna si risale all'età dell'animale. Tra le razze più
pregiate, sono da ricordare la
romagnola, caratterizzata dal collo corto
e dal tronco quasi cilindrico; la
chianina, la più alta delle
razze nostrane; la
bruna alpina, dal mantello bianco scuro o
bruno-chiaro; la
veneta, dal mantello grigio chiaro, collo corto, torace
alto e stretto. I
b. maremmani, friulani, piemontesi e pugliesi sono
invece ottimi animali da lavoro. ║
B. muschiato: animale simile al
b. ma di abitudini simili a quelle degli ovini, il cui nome deriva dal
forte odore di muschio che emanano le sue carni e soprattutto quelle dei vecchi
maschi. Il
b. muschiato vive in branchi nelle zone fredde dell'America
Settentrionale e si nutre di erbe, germogli, muschi, licheni.
• Alim. - In ambito alimentare, viene chiamata
carne di
b. anche la carne della vacca, del toro e del manzo, ma non
quella del vitello. L'animale viene macellato tra i tre e i sette anni di
età; passati i cinque anni però la carne è di
qualità inferiore, specie se l'animale ha lavorato a lungo. Attualmente,
gli animali che hanno lavorato vengono impiegati per gli insaccati di carne
mista (mescolando la carne di maiale), mentre gli esemplari che non hanno mai
lavorato costituiscono la carne di prima qualità. La qualità della
carne è strettamente legata alla razza, all'età, al regime
alimentare, alla salute fisica, al tipo di lavoro effettuato. Per quanto
riguarda la categoria della carne, vengono invece considerati i "tagli",
cioè diversi pezzi dell'animale, valutabili sul mercato. Una volta
macellato, l'animale viene tagliato in due pezzi in senso longitudinale; le due
mezzene sono poi a loro volta divise. La nomenclatura dei vari tagli non
è del tutto fissa, ma è variabile in relazione alle regioni
italiane; esiste tuttavia la seguente nomenclatura standard: con "quarto
posteriore" si intendono la schiena (lombate, costate, filetto), la coscia e la
sopracoscia (fesa, girello, scannello, noce e sottonoce, culaccio), i fianchi e
la zona ventrale (piccione, spuntatura di lombo, fianchetto); con "quarto
anteriore" si intendono le coste anteriori (coperte o scoperte), la spalla, il
petto (fianchetto, punta di petto o punta sottile, tenerume, petto grosso,
giovarro, collo). Le frattaglie sono invece costituite da: lingua, cervello,
polmone, fegato, animelle, cuore, rognoni, milza, filone, granelli, pagliata,
trippa, pancreas, mammella, palato.