Rivoluzionario e uomo politico sovietico. Studente, non
ancora diciottenne aderì alla socialdemocrazia russa e lavorò come
organizzatore e propagandista tra gli operai di Mosca. Arrestato varie volte,
nel 1912 emigrò in Svizzera, dove aderì all'ala leninista del
Partito socialdemocratico russo, nonostante ci fossero state divergenze con
Lenin, soprattutto riguardo la sua tattica rivoluzionaria. Infatti, mentre Lenin
si dimostrava sempre pronto a subordinare la teoria alla prassi rivoluzionaria,
B. fondava le proprie teorizzazioni su di un'interpretazione più
scolastica del marxismo. Soggiornò per qualche tempo in Svezia e nel 1916
si trasferì negli Stati Uniti dove pubblicò un giornale russo
insieme a Trotzkij e partecipò alla costituzione di un gruppo radicale
socialista, da cui sarebbe sorto il Partito comunista degli Stati Uniti.
Rientrato in Russia nell'aprile 1917, assunse una posizione di primo piano
all'interno del partito e, postosi a capo del "gruppo di Mosca",
manifestò ancora notevoli divergenze con la linea leninista. Nel corso
del 1917, prima della Rivoluzione d'Ottobre, questi scontri sfociarono nella
pubblicazione di una serie di opuscoli nei quali veniva sostenuto, da parte dei
"moscoviti", che l'unica soluzione possibile consisteva nella vittoria del
proletariato su scala internazionale. Nel 1918, al Comitato Centrale,
B.
votò contro la firma della pace di Brest-Litovsk con la Germania e al
Congresso bolscevico (marzo 1918) capeggiò l'opposizione di sinistra,
presentando una mozione di minoranza. Entrò comunque a far parte della
commissione (composta da Lenin, Trotzkij, Skol'nikov, Smirnov, Zinòev e
Stalin) incaricata di redigere il programma del Partito. Occupò anche le
mansioni di redattore e poi direttore della "Pravda", quindi andò
spostandosi dalle iniziali posizioni di sinistra operaia verso destra e al X
Congresso del Partito, nel marzo del 1921, attaccò duramente
l'opposizione operaia. Oltre a far parte del Comitato Centrale, fu nominato
membro della Segreteria politica, il Politburo, che era il principale organo di
controllo del partito, insieme a Lenin, Trotzkij, Kamenev.
B., che
rientrava tra i massimi funzionari del Komintern, ne divenne presidente nel
1926, mentre era già in corso la campagna scatenata contro di lui da
Stalin, che lo accusava di "deviazionismo di destra". Nel 1929 fu privato di
ogni carica ma continuò comunque a militare nel partito e nel 1934
rivestì ancora il ruolo di redattore-capo dell'"Izvestija". Nel 1937 fu
arrestato e l'anno successivo, nel 1938, venne sottoposto a processo e
condannato a morte. Teorico schematico, non riuscì a penetrare
interamente l'essenza del marxismo come sottolineò lo stesso Lenin nel
suo "testamento", osservando che "le sue posizioni teoriche possono essere
considerate compiutamente marxiste solo con le più profonde riserve,
perché, c'è in lui una componente scolastica ed egli non ha mai
appreso la dialettica - credo non l'abbia mai capita appieno". Nonostante la
severità del giudizio di Lenin, il suo trattato sulla
Teoria del
materialismo storico rimase per vario tempo l'unica esposizione ufficiale
dell'ideologia del PCUS. Assai più rilevanti risultano i suoi contributi
nell'ambito dell'economia politica, in cui anticipò varie tesi leniniste
sul problema dell'imperialismo. Tra i suoi scritti vanno ricordati:
Programm
der Kommunisten-Bolschewiken (1918, Il programma dei comunisti-bolschevichi,
1919),
Das ABC des Kommunismus (1919, L'ABC del Comunismo, 1963);
Ekonomija perechodnogo perioda (1920, Economia del periodo di
trasformazione);
Teorija istoriceskogo materialisma (1921, Teoria del
materialismo storico, scritto per contestare le posizioni di K. Kautsky);
Imperializm i nakoplenie Kapitala (1925, L'imperialismo e l'accumulazione
del capitale, in opposizione alle tesi di Rosa Luxemburg) (Mosca 1888-1938).