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Buchanan, George.

Umanista, poeta e riformatore calvinista scozzese. Tornato in Scozia dopo aver completato gli studi a Parigi, si laureò all'università di Andrews, dando inizio a una polemica anticattolica che lo costrinse a lasciare la Scozia e a far ritorno in Francia, dove visse dieci anni, dal 1525 al 1535. Nel 1536 fece ancora ritorno in Scozia, dove si dedicò all'insegnamento nel collegio di Santa Barbara; a causa di una satira contro i francescani venne però imprigionato e successivamente costretto alla fuga. Riparò quindi in Francia e qui si diede alla carriera di insegnante a Bordeaux (1541-44), dove ebbe come allievo Montaigne e successivamente a Parigi (1544-47) e nell'università portoghese di Coimbra, dove nel 1548 venne imprigionato dall'Inquisizione. Liberato, si stabilì in Francia, dove il suo lungo travaglio religioso si concluse con la conversione al calvinismo. Ritornato in Scozia nel 1560, fu uno dei più radicali accusatori di Maria Stuarda e divenne poi precettore del giovane re Giacomo VI, da cui fu successivamente nominato Lord del sigillo privato. Grazie al fatto di avere trascorso gran parte della propria attività di insegnante in Francia, viene considerato un pensatore francese più che scozzese, nonostante i suoi scritti politico-religiosi siano imperniati prevalentemente sulle problematiche legate alla Scozia. Nel 1579 B. pubblicò il De iure regni apud Scotos, un documento contro l'assolutismo. In tale opera, egli afferma che il potere deriva dalla comunità, per cui l'obbligo dei sudditi è necessariamente condizionato all'adempimento da parte del re dei doveri spettanti al suo ufficio. Richiamandosi all'antico concetto stoico, B. affermò che il Governo deriva dalla società naturale degli uomini ed è perciò "naturale", insistendo soprattutto sul diritto all'opposizione e giustificando il tirannicidio. Un oppressore poteva quindi essere potenzialmente soppresso, anche se il suo titolo al potere risultava legittimo. Fu insigne latinista e rinomato drammaturgo; scrisse tragedie storiche e bibliche e tradusse egli stesso tragedie di Euripide. Tra le altre sue opere, si possono ricordare: Franciscanus et Fratres (1536-38); Rerum Scoticarum Historia (1582). Scrisse inoltre il poema De Sphaera e le tragedie: Baptistes; Alcestis; Medea (Killearn, Stirlingshire 1506 - Edimburgo 1582).