Teologo e riformatore inglese. Calvinista, fu un teorico
della dottrina della predestinazione e si mise alla guida della minoranza
puritana, che riconosceva allo Stato unicamente il potere temporale e rifuggiva
quindi dall'accettare ogni forma di culto imposta dall'alto. I fautori di questa
teoria presero il nome di
separatisti o
indipendentisti e furono i
puritani che maggiormente influirono sulla scena politica.
B. fu il primo
teorico sistematico di tale corrente di pensiero e nel suo
Trattato sulla
Riforma (1582) accusò lo Stato di essere totalmente indifferente di
fronte ai contenuti religiosi e pronto invece a interferire, attentando
all'autonomia della Chiesa. Secondo
B., in quanto seguace della dottrina
della predestinazione, la fede rappresentava un vincolo tra Dio e l'anima del
singolo, e divideva gli eletti dai peccatori, attribuendo alla Chiesa il ruolo
di associazione volontaria di eletti. La vera Chiesa doveva essere, per
B., una congregazione costituita da un corpo di cristiani, in grado di
ordinare il suo clero e di adottare un culto riformato, senza il necessario
intervento dei magistrati civili o dei poteri ecclesiastici. La Chiesa quindi,
alla luce di questo principio, rappresentava un'associazione volontaria di
credenti, autosufficiente e in grado di rinunciare all'appoggio delle
autorità civili. Chiesa e Stato erano così due società
distinte, separate e assolutamente indipendenti l'una dall'altra. In base al
principio di tolleranza propugnato da
B., nessun uomo può essere
costretto o punito per questioni religiose, perché ogni individuo deve
essere libero di associarsi e decidere le forme della propria associazione, di
credere o di non credere: "Costringere a una religione, costituire con la forza
le Chiese, forzare alla sottomissione al governo ecclesiastico con leggi e
penalità non compete ai magistrati e neppure alla Chiesa". Nacque
così, ad opera di
B., la dottrina della "Chiesa congregata", che
portò a un'intensa attività di proselitismo a Norwich, sotto la
protezione del duca di Norfolk, riuscendo ad attrarre un certo numero di
seguaci, detti
Brownisti. Questi gruppi di proseliti, conformemente ai
principi esposti da
B., cominciarono a unirsi costituendo piccole
comunità religiose autonome.
B., intanto, si mise ad accusare
apertamente la Chiesa anglicana di occuparsi troppo di politica, puntando il
dito contro i vescovi, attaccandoli per la loro mancanza di spiritualità.
Nonostante il fatto di poter contare sull'appoggio di ambienti altolocati,
B. subì comunque delle persecuzioni e fu anche arrestato a causa
della sua attività e fu costretto a fuggire in Olanda. Tornato in patria
nel 1585, fece atto di sottomissione formale alla Chiesa ufficiale e alcuni anni
dopo gli fu perfino conferita la dignità episcopale;
B. trascorse
il resto della sua vita nel Northamptonshire. Nonostante la sua defezione, la
riforma da lui avviata continuò a essere perseguita da coloro che erano
rimasti fedeli alla sua dottrina e la leadership del movimento
browniano
o
separatista fu assunta da Francis Johnson, pastore della Congregazione
di Londra, condannato all'esilio con una cinquantina di seguaci. Da ricordare,
tra le sue opere:
Il libro che illustra la vita e la condotta di tutti i veri
cristiani; Breve e vera dichiarazione (Tolethorpe, Stanfort 1550 circa -
Northampton 1633).