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Bronzo.

Lega di rame e stagno. Il nome di b. viene esteso anche ad altre leghe ad alto tenore di rame, quali quelle con l'alluminio (b. all'alluminio), con silicio (b. al silicio), con berillio (b. al berillio) e così via. Le caratteristiche di queste numerosissime leghe sono estremamente varie, consentendo un'ampio ventaglio di applicazioni pratiche. Al variare del tenore di stagno nel b. vero e proprio si ha infatti una variazione notevolissima delle proprietà delle leghe rame-stagno; ai bassi tenori di stagno esse assomigliano ancora molto al rame, se non che hanno una resistenza molto maggiore alla corrosione; al crescere di tali tenori si osserva una graduale diminuzione della lavorabilità, cui si accompagna un aumento della resistenza alla corrosione e un miglioramento delle proprietà meccaniche (resistenza a trazione, durezza, ecc). Al di sopra del 20% circa in stagno, il b. non è più lavorabile per deformazione plastica; è invece facilmente utilizzabile per colate, cioè per la produzione di getti per fusione. Anche il colore varia col tenore di stagno; si va dal rosso rame (Sn ≤ 5%) al giallo oro (Sn 5÷10%) al giallo chiaro (Sn 10÷25%) e infine al bianco (Sn ≥ 25%). Il b. è noto fin da molti secoli prima di Cristo; la cosiddetta Età del B. si colloca dal IV al II millennio a.C. secondo le zone e segna una tappa importantissima nella storia dell'umanità. Il motivo della sua diffusione è da collegare alla relativa facilità di estrazione del rame (che a volte si trova addirittura allo stato nativo) e dello stagno; il b. poi ha una temperatura di fusione sensibilmente minore a quella del rame puro (quello al 25% di Sn fonde a circa 800 °C, contro i 1.063 °C del rame puro all'aria) ed è più facilmente formabile per colata. La sua durezza, inoltre, è molto superiore a quella del rame. Il diagramma di stato rame-stagno è notevolmente complesso per la formazione di composti intermetallici e per un grande numero di fasi intermedie. Esaminandolo brevemente, partendo da sinistra (100% di rame) e andando verso destra (cioè verso percentuali sempre crescenti di stagno) si trova dapprima la soluzione solida α, che è costituita da stagno sciolto nel rame fino al 13,9% di Sn; oltre questa percentuale compare una fase β, che è pure una soluzione solida di stagno (21,8÷26% di Sn) che è stabile solo sopra i 586 °C, mentre a temperature inferiori si decompone nella fase α già vista e in una fase γ. Questa fase contiene dal 27 al 38% circa di stagno ed è stabile anch'essa solo ad alta temperatura, in quanto sotto i 520 °C si decompone nella fase α e nella fase δ Essa corrisponde grosso modo a un composto intermetallico Cu5Sn. La fase α è (oltre alla ε) l'unica fra quelle citate che sia stabile anche a bassa temperatura; la δ ha un campo di esistenza alquanto stretto in quanto corrisponde al composto intermetallico Cu31Sn8 (secondo alcuni Cu4Sn, approssimativamente) che è molto duro ma molto fragile, come è caratteristica dei composti intermetallici. La fase δ è anch'essa metastabile alle basse temperature in quanto la trasformazione peritettica a 350 °C la fa scomparire per trasformarla in fase α e fase ε; tuttavia se il raffreddamento non è più che lento la fase δ permane anche a temperatura ambiente conferendo durezza e fragilità alla lega. La fase ε è costituita dal composto intermetallico Cu3Sn, ed è stabile fino a temperatura ambiente e anche sotto; essa è il costituente principale dei bronzi impiegati, purché siano stati raffreddati lentamente. Altre fasi compaiono a complicare il diagramma: la fase η stabile solo sotto i 415 °C, la fase ηr corrispondente al composto intermetallico Cu6Sn5, la fase ξ corrispondente al composto metallico Cu20Sn6 stabile a temperature elevate e la fase θ corrispondente alla soluzione solida di rame nello stagno, che è assai povera di rame (0,006% alla temperatura dello eutettico, cioè 227 °C). È da notare che la zona del diagramma oltre il 40% di Sn è meno conosciuta della parte a sinistra in quanto le leghe che compaiono in questi campi hanno scarso interesse pratico. Da una punto di vista metallografico si può osservare che tutte queste fasi hanno struttura cristallina diversa: la fase α è cubica a facce centrate (come il rame, mentre lo stagno è tetragonale), la fase β è cubica a corpo centrato, come pure la fase γ; la fase ξ ha una struttura esagonale, con 26 atomi per cella unitaria; la fase δ ha una struttura simile a quella dei gamma ottoni; la fase ε è ortorombica; la fase ηr è ordinata secondo la struttura dell'arseniuro di nichel. Osserviamo inoltre che vi possono essere notevoli discordanze fra il diagramma di stato qui riportato e altri riportati su altri testi. Questo è dovuto al fatto che la sperimentazione su un sistema complesso come il rame-stagno è notevolmente difficile e, perciò, i risultati dei vari studiosi non sempre concordano. Il diagramma qui riportato è dovuto a G.V. Raynor, ed è quello generalmente accettato. Naturalmente, essendo un diagramma di equilibrio, non corrisponde esattamente a quello che si ottiene nella pratica, dato che un raffreddamento, per quanto lento, non porta con questo sistema alle condizioni di equilibrio raggiungibili solo con raffreddamenti lunghissimi (teoricamente in un tempo infinito) tanto da non essere impiegabili nella tecnica. Osserviamo che se il raffreddamento è troppo veloce, gran parte dello stagno compare a temperatura ambiente come fase δ, impartendo al materiale notevole durezza ma anche una fragilità tale da sconsigliarne l'impiego. La formazione di fase δ è invece provocata appositamente in certe applicazioni, come in pezzi sottoposti a notevole usura (tipico è il caso dei cuscinetti). Normalmente si cerca di favorire la formazione delle fasi più duttili, quale ad esempio la β; questa può essere ottenuta metastabile in condizioni ambiente anche con una operazione di tempra a 590÷650 °C per i b. al 12÷20% di stagno. L'aggiunta al b. di elementi estranei ne può variare notevolmente le proprietà. Ad esempio piccoli tenori di piombo (1÷5%) conferiscono una lavorabilità molto migliore alla macchina utensile in quanto questo elemento non si scioglie nella matrice ma resta disperso in forma di minutissime goccioline; percentuali maggiori di piombo (fino al 30% circa) vengono invece impiegate per produrre b. per cuscinetti e bronzine. Lo zinco viene aggiunto per migliorare la fluidità delle leghe, ma ha anche un'azione disossidante e ne varia le caratteristiche meccaniche. Il fosforo viene a volte aggiunto intenzionalmente in quantità sensibili (0,4÷1%) mentre a volte si trova nella lega (in quanto essa è stata prodotta a partire da rame disossidato con fosforo) in percentuali basse (0,1% o meno). Nel primo caso si parla di b. al fosforo; nel secondo di b. fosforosi; questi materiali sono assai impiegati in elettronica, ad esempio per contatti, molle, capicorda, ecc. Esaminiamo ora i principali tipi di leghe che vanno sotto il nome di b. 1) B. fosforoso, 1,25%: è una lega rame-stagno con l'1,25% circa di stagno, detta anche b. fosforoso tipo E; il fosforo è presente in percentuale minima. È utilizzata per la sua ottima conducibilità (48% del campione internazionale del rame ricotto) per contatti elettrici, specialmente se flessibili, linee elettriche in ambienti flessibili, linee elettriche in ambienti aggressivi, fili per trolley (trazione elettrica ferroviaria o tramviaria), ecc. 2) B. al fosforo, 5% o b. al fosforo tipo A: contenuto nominale di stagno: 5%, pratico 3,5÷5,8; come gli altri elementi sono presenti fosforo (0,03÷0,35%) e impurezze di piombo (0,05% max), ferro (0,10% max) e zinco (0,30% max). È un b. di uso generale per molle, fili per spazzole, per contatti elettrici, portafusibili, parti di interruttori, parti di rubinetti, tubi, ecc. Può essere trattato termicamente per migliorare le caratteristiche meccaniche. 3) B. al fosforo, 8% o b. al fosforo tipo C: contiene dal 7 al 9% (nominale 8%) di stagno e lo 0,03 ÷ 0,35% di fosforo; impurezze sono il piombo (0,05% max), il ferro (0,10% max) e lo zinco (0,20% max). Ha una temperatura di liquidus di 1.020 °C e di solidus di 880 °C; la conducibilità è del 13% del campione internazionale di rame. Le caratteristiche meccaniche sono migliori di quelle del tipo precedente, ma gli impieghi sono più o meno gli stessi. 4) B. al fosforo 10% o b. al fosforo tipo D: contiene dal 9 all'11% di stagno e dallo 0,03 alla 0,25% di fosforo, oltre alle solite impurezze di piombo (0,05% max), ferro (0,10% max) e zinco (0,20% max); ha un campo di fusione compreso fra gli 845 e i 1.010 °C. La conducibilità elettrica è dell'11% circa di quella del campione internazionale di rame. È utilizzato per applicazioni in cui è richiesta un'elevata resistenza alla corrosione accompagnata da ottime caratteristiche meccaniche (resilienza, resistenza a trazione, alto carico di snervamento, ecc.). Tipiche applicazioni sono molle di ottima qualità, tubi o barre o lastre sottoposte a corrosione, usura, fatica e così via. È molto utilizzato per valvole in industrie chimiche. 5) B. al piombo: è una lega rame-stagno-zinco-piombo contenente l'88% di rame (limiti 86 ÷ 90%), il 6% di stagno (limiti 5,50 ÷ 6,50%), il 4,5% di zinco (limiti 3,0 ÷ 5,0) e l'1,5% di piombo (limiti 1,0 ÷ 2,0%); le impurezze principali sono nichel (1,0% max), ferro (0,25% max) e fosforo (0,05% max). È impiegata soprattutto per la fabbricazione di tubi e valvole, anche per il vapore fino a 300 °C circa; inoltre si usa per pompe d'olio, ingranaggi, cuscinetti molto sollecitati, ecc. 6) B. al piombo per cuscinetti: è una lega di composizione simile alla precedente: Cu 85÷89% Sn 7,5 ÷ 9% (medio 8%), Zn 3,0÷5,0% (medio 4%), Pb 1,0% max. È una lega con elevata resistenza all'usura e alla corrosione; si impiega per cuscinetti e bronzine ad alta resistenza, pezzi strutturali molto sollecitati, bulloni, viti, pezzi sottoposti a sfregamento su acciaio indurito, pistoni per pompe alternative, contatti elettrici striscianti in condizioni gravose, e così via. 7) B. ad alto piombo: è una lega degli stessi elementi della precedente che ha la composizione nominale seguente: Cu 85% Pb 9% Sn 5%, Zn 1%. È utilizzata per cuscinetti e bronzine in condizioni di scarsa lubrificazione. Una sua variante è il b. ad alto piombo tipo SAE 660, che ha composizione nominale Cu 83%, Sn 7%, Pbn 7%, Zn 3% e ha impiego simile; questo è alquanto diffuso in campo automobilistico. 8) B. ad alto piombo tipo SAE 64: composizione nominale: Cu 80%, Sn 10%, Pb 10%. È usato per cuscinetti e bronzine per alta velocità e pressioni specifiche, ingranaggi o bronzine a contatto con acque minerali o soluzioni corrosive e così via. 9) B. antiacido ad alto piombo: composizione nominale: Cu 78%, Pb 15% e Sn 7%. È il b. tipo SAE 67 di impiego generale sia come materiale strutturale (soprattutto in campo ferroviario) sia per parti di macchine a contatto con ambienti corrosivi acidi. 10) B. semiplastico ad alto piombo: composizione nominale: 70% Cu, 25% Pb, 5% Sn. È impiegato per cuscinetti e bronzine ad alte velocità e basse pressioni specifiche; diffuso soprattutto in campo ferroviario. 11) B. al piombo-manganese: è una lega complessa, avente la seguente composizione nominale: Cu 59%, Zn 37%, Sn 0,75%, Pb 0,75%, Fe 1,25%, Al 0,75%, Mn 0,5%; più esattamente si dovrebbe annoverare fra gli ottoni. È utilizzato per valvole, ingranaggi, basamenti di motore, ecc. in ambienti corrosivi (esempio a contatto con acqua di mare). 12) B. all'alluminio: si tratta di un complesso di leghe contenenti rame e alluminio (4÷10% circa) accanto a percentuali minori di altri elementi quali ferro, manganese, nichel, ecc. Hanno generalmente una buona resistenza alla corrosione, accoppiata a ottime proprietà meccaniche (resistenza alla trazione, allungamento, creep, resilienza) e una ottima lavorabilità sia a caldo che a freddo. Citiamo fra questi solo i più comuni. Il b. al 5% di alluminio contiene il 92÷96% di rame, il 4,0÷7,0% di alluminio (nominale 5%) e altri elementi come impurezze (ferro 0,5% max, nichel 0,06% max, arsenico 0,35% max, piombo 0,10% max, ecc.). La conducibilità elettrica è del 17,5% circa del campione internazionale di rame. I suoi usi sono pressoché gli stessi del tipo al 10% di alluminio (V. OLTRE); per il suo colore è usato anche come similoro. Il b. all'8% di alluminio contiene dal 7 all'8,5% di alluminio, accanto eventualmente al ferro (1% max) e zinco (0,2 % max). Anche i suoi usi sono simili a quelli del tipo al 10% di Al. Il b. al 10% di alluminio contiene il 10% (nominale) di alluminio, ed è la lega più diffusa di questa classe. Da essa derivano poi una serie di leghe ternarie o quaternarie per addizione di altri elementi quali ferro, manganese, silicio, zinco, ecc. Ha peso specifico 7,58, sensibilmente inferiore a quello del rame (che è 8,96), e conducibilità del 12,6% del rame campione internazionale. La sua temperatura di liquidus è di circa 1.042 °C; quella di solidus di circa 1.030 °C. È usato per parti che sono sottoposte a corrosione quali valvole per l'industria chimica, alberi di navi, tubi, ecc. Presenta anche una elevata resistenza all'abrasione e alla corrosione ad alta temperatura, onde è impiegato anche per parti di caldaie e forni. Per la sua resistenza alla corrosione trova molti impieghi decorativi per utensileria domestica e gioielli di imitazione. Finemente suddiviso può essere usato per vernici color oro. Degli elementi di addizione ricordiamo che il ferro, nichel e manganese aumentano la durezza e la resistenza a trazione, ma ne aumentano anche la fragilità; il nichel migliora anche il comportamento alla corrosione. Zinco, ferro e stagno, eventualmente accoppiati, vengono introdotti per evitare il cosiddetto autoinvecchiamento, che nel tempo fa decadere le proprietà meccaniche di questa lega. Fra i b. all'alluminio contenenti altri elementi ricordiamo il b. tipo SAE 68 B (1% di ferro), il b. tipo SAE 68 A (3,5% di Fe), oltre al tipo al 4% di Fe e quello all'11% di Al, 5% di Fe e 5% di Ni. 13) B. al silicio: sono leghe rame-silicio contenenti l'1 ÷ 3% di questo elemento accanto a percentuali minori di altri elementi quali manganese, zinco, ferro, stagno, ecc. Sono caratterizzate da ottime caratteristiche meccaniche e da buona lavorabilità sia a caldo che a freddo. Il b. al silicio tipo A contiene oltre al rame il 3% circa (limiti 2,75 ÷ 3,50 per cento) di silicio; altri elementi sono saltuariamente aggiunti (uno o più contemporaneamente) tra i quali principalmente manganese (1,5% max), zinco (1,5% max), ferro (1,6% max), stagno (0,785% max) e nichel (0,60% max); il piombo è presente soprattutto come impurezza (0,05% max). È usato per tubi, corpi di valvole, tubi per scambiatori di calore e così via. Il b. al silicio tipo B è simile al precedente tipo A, ma ha una percentuale minore di silicio (1,5% nominale); i suoi impieghi sono simili a quelli del tipo A, ma trova anche diversi usi in elettrotecnica. 14) B. al berillio: sono leghe rame-berillio contenenti dall'1,9 al 2,5% di questo elemento accanto a percentuali minori di altri elementi, solitamente nichel o cobalto. Esse, soprattutto dopo trattamento termico, hanno delle proprietà meccaniche elevatissime, comparabili a quelle dei migliori acciai oltre a presentare un'ottima resistenza alla corrosione in molti ambienti. Queste leghe sono impiegate per la fabbricazione di molle, contatti elettrici, pezzi di meccanica di precisione, ecc., cioè in quei casi in cui il loro alto costo è giustificato da un netto miglioramento della qualità del manufatto finito. Un'altra loro caratteristica preziosa è l'elevata resistenza all'usura e al creep e l'amagneticità; per questo specifico motivo vengono spesso usate al posto di acciai. Per quanto riguarda la resistenza alla corrosione, notiamo che il b. al berillio resiste bene all'atmosfera sia industriale che marina, alle soluzioni alcaline e acide anche cloridriche (ma non di acidi ossidanti) come pure alla maggior parte delle sostanze organiche. Non resiste invece al mercurio liquido e alle atmosfere di alogeni ad alta temperatura. Le leghe rame-berillio hanno anche una notevole importanza teorica, in quanto sono state fra le prime leghe di interesse industriale che presentano il fenomeno dell'indurimento per precipitazione (in inglese precipitation hardening). Il fenomeno dell'indurimento per precipitazione consiste nella formazione di fasi intermedie metastabili che permangono anche a temperatura ambiente con un raffreddamento non troppo lento. Portando il materiale a una temperatura opportuna (esempio circa 350 °C) per qualche ora e poi raffreddandolo si nota per le leghe rame-berillio un notevole miglioramento delle caratteristiche (resistenza a trazione, durezza, ecc.) a differenza di quanto succede per la maggior parte dei metalli e leghe, per i quali un simile trattamento (che sarebbe una ricottura) produrrebbe un peggioramento delle proprietà meccaniche eccetto per l'allungamento a rottura. Il trattamento di indurimento per precipitazione è però più delicato degli altri trattamenti termici; un tempo troppo lungo (o una temperatura troppo elevata) porta a una eccessiva segregazione delle fasi metastabili, con peggioramento delle caratteristiche. La lega di questa classe che è più conosciuta è il cosiddetto rame al berillio o b. al berillio, che contiene il 2% circa di berillio e lo 0,25% di cobalto o lo 0,35% di nichel. Il trattamento termico migliore per questa è di circa 3 ore (totali, cioè fra riscaldamento, permanenza di temperatura e raffreddamento a circa 316 °C); temperature e tempi diversi possono anche essere usati in casi particolari, in funzione del forno impiegato e dello spessore della parte trattata, nonché dell'impiego di questa.