(dal greco
brómos: fetore). Elemento chimico
di simbolo
Br, numero atomico 35, peso atomico 79,909. Nella tavola
periodica degli elementi si colloca al VII gruppo, sottogruppo A, della famiglia
degli
alogeni. Il fluoro e il cloro sono i suoi omologhi inferiori mentre
iodio e astato quelli superiori. Fu scoperto nel 1826 dal francese A.Y. Balard
che lo isolò dal cloro e dallo iodio nelle acque madri delle saline; nel
1860 ne iniziò una produzione su scala semindustriale. Deve il suo nome
al suo odore penetrante. ║
Stato naturale: il
b. è un
elemento raro nella crosta terrestre, della quale costituisce solo il
6·10
-4 circa; è relativamente più abbondante
nell'universo, dove si stima che ne esistano 13,4 atomi per ogni milione di
atomi di silicio. Nel corpo umano è presente in ragione di circa lo
0,002%; le concentrazioni più alte si hanno nella saliva, nel sangue e
nel liquido cefalo-rachideo. Tutti i minerali che lo contengono sono assai rari;
fra questi ricordiamo la
bromirite AgBr e la
embolite Ag(Cl, Br).
A differenza del cloro e del fluoro non può quindi essere estratto da
minerali se non in minima parte. La quasi totalità del
b. prodotto
proviene dall'acqua di mare, nella quale esiste in concentrazioni di circa 65
parti per milione (circa lo 0,3% del cloro esistente); in concentrazioni
maggiori si trova nell'acqua del Mar Morto e in certe sorgenti saline, come le
famose fonti di Stassfurt in Germania. In queste sorgenti il
b.
sostituisce il cloro nella carnallite. ║
Estrazione: la principale
fonte di
b. è l'acqua di mare; comunemente viene ricavato dalle
acque madri delle saline, dove rappresenta l'esito delle passate evaporazioni.
Viene liberato dai suoi sali per azione di cloro
gassoso:
2NaBr + Cl
2
→ 2NaCl +
Br
2Il
b. così
liberato resta in soluzione perché ha una certa solubilità in
acqua (31,3 g/l a 30 °C). Quando l'acqua di mare viene trattata per
recuperare magnesio ma non cloruro sodico, lo si estrae con solventi organici
appropriati. Secondo il processo tradizionale viene invece separato insufflando
aria nella soluzione; data la sua tensione di vapore relativamente elevata passa
nella fase gassosa. A questa si addiziona un'opportuna percentuale di anidride
solforosa, indi si passa a un lavaggio con acqua nella quale il
b. si
scioglie con formazione di acido bromidrico, secondo la
reazione:
Br
2 + SO
2 +
2H
2O → 2HBr +
H
2SO
4Come si vede il
b. si riduce, ossidando però lo zolfo da tetravalente a
esavalente; per questo motivo si addiziona la SO
2, che rende
l'assorbimento molto più facile. Volendo si può liberare di nuovo
il
b. con cloro, come visto prima; operando con vapore anziché con
aria lo si può avere in una fase gassosa molto più concentrata. A
sua volta questo
b. gassoso può essere assorbito in una soluzione
di carbonato alcalino, nella quale dismuta con formazione di bromuro e bromato
alcalino. Volendo invece ottenerlo allo stato libero lo si può
condensare. ║
Proprietà fisiche: il
b. si presenta
come un liquido (è l'unico elemento liquido a temperatura ambiente, oltre
al mercurio) di colore rosso cupo, di peso specifico 3,119 a 10 °C; fuma
all'aria ed è dotato di odore pungente e sgradevole. A 10 °C emana
già vapori e va manipolato sotto cappa, fortemente aspirato in quanto
tali vapori sono molto tossici: attaccano gli occhi e le mucose delle vie
respiratorie. Essendo molto ossidante può incendiarsi in presenza di
sostanze organiche. Solidifica a -7,2 °C e bolle a 58, 78 °C; in acqua
non è molto solubile mentre si scioglie bene in diversi solventi organici
come solfuro di carbonio, alcool ed etere etilico, ecc. Nelle soluzioni
fortemente alcaline si scioglie con reazione. Sia allo stato liquido che di
vapore, a bassa temperatura presenta una molecola biatomica Br
2.
Presenta due soli isotopi stabili, il
79Br e lo
81Br; la
miscela naturale è costituita per il 50,57% dal primo e per il 49,43% dal
secondo. Un isotopo artificiale, lo
82Br, è stato preparato ma
è instabile: ogni giorno il 40% di esso si decompone per decadimento
radioattivo in beta. Esso viene impiegato come radio-isotopo tracciante in
medicina e in biologia. In condizioni ambiente presenta un calore specifico di
0,070 cal/(g °C); la conducibilità elettrica è bassissima,
dell'ordine di 10
-18 microohm
-1. Il calore di fusione e di
vaporizzazione sono rispettivamente 1,26 e 3,58 Kcal/g-atomo. La sua
elettronegatività secondo Pauling è 2,8, inferiore solo a quella
del cloro, del fluoro, dell'azoto e dell'ossigeno. I principali parametri
atomici sono i seguenti (1 Å = 10
-10 metri): raggio covalente
1,14 Å, raggio ionico da 0,39 (a valenza +7) a 2,16 Å (a valenza
-1), volume atomico 25,7. La sua soluzione acquosa viene detta comunemente acqua
di
b. e trova impiego come reagente in laboratorio; è da osservare
che in presenza di acido bromidrico o di bromuri in soluzione la
solubilità del
b. in acqua aumenta considerevolmente, sembra per
formazione di polibromuri. ║
Proprietà chimiche: il
b. è un elemento molto reattivo; come il cloro può
presentare diversi stati di ossidazione dei quali sono stabili il -1, +1, +4 e
+5; il primo e l'ultimo sono i più comuni. Il suo comportamento è
abbastanza simile al cloro, seppure reagisca meno violentemente. Con diversi
elementi come fosforo, arsenico, antimonio, potassio (in una misura minore)
sodio e molti altri reagisce già a temperatura ordinaria assai
vivacemente. Sulle sostanze organiche agisce con estrema facilità sia
sostituendo degli idrogeni idrocarburici che addizionandosi a doppi legami; le
reazioni sono in generale catalizzate da luce o tracce di iodio. L'operazione di
bromurazione, introduzione di atomi di
b. in una molecola
organica, generalmente effettuata per azione di
b. molecolare, è
assai comune in chimica organica in quanto l'azione del
b. è
più controllabile di quella di altri alogeni e i composti contenenti
b. sono più facili da far ulteriormente reagire rispetto a quelli
contenenti cloro. ║
Principali composti: il
b. forma una
vasta serie di composti, fra i quali citeremo quelli di maggior interesse
pratico.
L'acido bromidrico HBr, detto anche, soprattutto allo stato
anidro,
bromuro di idrogeno, si ottiene per azione di idrogeni su
composti di
b. o per sintesi diretta fra gli elementi; si può
preparare anche per diverse altre vie fra le quali la più importante
è la bromurazione di composti organici, che fornisce appunto HBr come
sottoprodotto. Indicando con R- un radicale alchilico o di altro genere questa
reazione si può schematizzare:
R-H +
Br
→ R-Br +
HBr
L'acido bromidrico è un gas di
odore irritante che in presenza di aria umida fuma fortemente: ha peso specifico
2,71 g/m a 0 °C rispetto all'aria. Fonde a 86 °C e bolle a -66,38
°C. È molto solubile in acqua: un litro di questa ne scioglie fino a
2,21 kg a 0 °C e sino a 1,3 kg a 100 °C. Dall'acqua si può
cristallizzare un idrato HBr·H2O stabile sotto i -15,5 °C o
sotto pressione e una forma biidrata HBr·2H2O che invece fonde a
-11 °C senza decomporsi. La comune forma commerciale è la soluzione
acquosa al 1,426 g/m di HBr, di composizione pressoché azeotropica, che
ha peso specifico 1,486 e bolle a 126 °C. In assenza di b. libero
questa soluzione è incolore. È anche ben solubile in alcool
etilico. In soluzione acquosa è un acido molto forte; la sua
dissociazione è elevata, tanto è vero che la conducibilità
equivalente è più alta di quella presentata ad esempio dall'acido
cloridrico. È però facilmente ossidabile, tanto è vero che
la sua soluzione tende a diventare bruna per liberazione di b. I suoi
sali sono detti bromuri e sono per lo più ben solubili; fra le
eccezioni più comuni sono quelli di piombo PbBr2, poco
solubile, e quello di argento AgBr, pressoché insolubile. Fra i bromuri
inorganici più usati ricordiamo quelli di potassio KBr, usato per
preparati farmaceutici e per sviluppatori fotografici e quello di argento AgBr,
usato in sostituzione del cloruro AgCl o in miscela con esso per le preparazioni
delle gelatine sensibili per pellicole e carte fotografiche. Esso è
infatti fotosensibile come il cloruro di argento AgCl e si comporta allo stesso
modo in tutto il processo fotografico. Dei bromuri organici si dirà poi.
Il b. ha anche tendenza a formare dei polibromuri come
KBr3 e KBr5. Con l'ossigeno il b. forma due ossidi,
l'anidride ipobromosa Br2O e il biossido di b.
BrO2; il primo è un gas stabile in condizioni ambiente mentre
il secondo è un solido stabile solo a bassa temperatura. Corrispondente a
questi due ossidi, che si comportano come anidridi, si hanno due acidi
ossigenati, l'acido ipobromoso HBrO e l'acido bromico
HbrO3 i cui sali sono detti ipobromiti e bromati.
Questi sali si possono ottenere per azione di b. elementare su soluzioni
di alcali forti, secondo reazioni del tipo
seguente:
Br2 + 2KOH
→ H2O + KBr +
KBrO
3Br2 + 6KOH
→ 3H2O + 5KBr +
KBrO3
insieme con il
corrispondente bromuro. Si tratta quindi di una dismutazione del b. che
nella prima reazione passa da valenza zero a valenza -1 (nel KBr) e +1 (nel
KBrO) oppure a valenza -1 e +5 (nel KBrO3). L'acido bromidrico e i
suoi sali sono degli energici ossidanti; questi liberano facilmente ossigeno in
quanto si riducono a bromuri. I bromati sono quindi impiegati come ossidanti, ad
esempio nelle preparazioni per la decolorazione dei capelli. Fra i composti
organici del b. che si preparano in grande quantità come intermedi
per sintesi, una notevole importanza è rivestita dallo
1,2-dibromo-etano, detto semplicemente dibromoetano o anche
bromuro di etilene, BrCH2-CH2Br che viene
addizionato alle benzine insieme con il piombo tetraetile come antidetonante,
per aumentare il numero di ottano. Il bromuro di etilene in sé non
è un antidetonante ma impedisce che per decomposizione del piombo
tetraetile si formino dannose incrostazioni di piombo; esso infatti forma con
questo elemento il bromuro PbBr2 abbastanza volatile, che viene
scaricato insieme con gli altri gas. La fabbricazione del bromuro di etilene
rappresenta oggi il maggior consumo di bromo; è però destinato a
diminuire entro pochi anni, allorché gli antidetonanti al piombo saranno
sicuramente messi al bando per frenare il galoppante inquinamento dell'atmosfera
da parte di questo elemento. ║ Usi: si sono già citati
diversi usi del b. e dei suoi composti. L'impiego oggi predominante
è la fabbricazione del bromuro di etilene e, in quantità minore,
del bromoformio CHBr3 che trova impiego in terapie e, per il suo
elevato peso specifico (2,9), come liquido per separazioni densimetriche di
solidi. Le reazioni di bromurazione, assai importanti in chimica organica,
impiegano di solito il b. che viene poi recuperato; le perdite comunque
devono essere reintegrate. Altri usi significativi si hanno per certi sali
contenenti b. dei quali si è già parlato. Composti di
b. possono essere impiegati anche come gas tossici a scopo bellico, come
medicinali e nella metallurgia estrattiva di metalli preziosi.