Gruppo terroristico italiano. Nato nel 1969, all'indomani della protesta studentesca
del '68, negli ambienti di estrema sinistra gravitanti intorno alla facoltà di Sociologia
dell'università di Trento, fu identificato per la prima volta nel 1972, durante le
indagini svolte sulla morte dell'editore Giangiacomo Feltrinelli. Una sua prima azione
clamorosa fu il sequestro, nel dicembre 1973, del dirigente industriale Ettore Amerio, cui
seguì, l'anno seguente, il rapimento del magistrato genovese Mario Sossi.
Autodefinitesi ultrarivoluzionarie, le
B.R. subirono un primo duro colpo
nel 1974, quando alcuni dei suoi più importanti componenti vennero
arrestati. Tra questi due dei fondatori del gruppo, Alberto Franceschini e Renato Curcio: quest'ultimo,
evaso dal carcere di Casale nel successivo mese di gennaio, sarebbe stato
nuovamente arrestato l'anno seguente a Milano. Nel frattempo (giugno 1975), durante un
conflitto a fuoco nell'Astigiano, avrebbe perso la vita
la sua compagna, Margherita Cagol, altra fondatrice storica delle
B.R.
Nonostante la detenzione o la morte dei leader, il
gruppo proseguì la sua attività criminale con una serie di azioni
quali l'assassinio del giudice Francesco Coco e della sua scorta (giugno 1976),
il sequestro dell'armatore Piero Costa (gennaio 1977), l'uccisione di Fulvio
Croce, presidente dell'Ordine degli avvocati di Torino (aprile 1977) e del
giornalista Carlo Casalegno, vicedirettore del quotidiano "La Stampa" (novembre
1977). La linea delle
B.R., tesa a destabilizzare lo Stato,
culminò nel marzo 1978 con la strage della scorta del presidente della
Democrazia Cristiana Aldo Moro e con il rapimento dell'uomo politico stesso. Il
sequestro durò due mesi, durante i quali i terroristi mostrarono tutta la
loro abilità nell'uso dei mezzi di comunicazione, e si concluse con
l'assassinio dell'uomo politico, in seguito alla decisione del Governo di non
cedere ai ricatti dei brigatisti. Seguirono altre uccisioni: il magistrato Girolamo
Tartaglione a Roma, il medico del carcere di Poggioreale nonché docente universitario
Alfredo Paolella e il
giudice Fedele Calvosa con la sua scorta a Frosinone. Nel gennaio 1979 venne
assassinato a Genova Guido Rossa, sindacalista comunista dell'Italsider,
"colpevole", secondo la logica dei terroristi, di aver denunciato alla
magistratura un fiancheggiatore dei terroristi. Questo episodio provocò
una frattura, all'interno delle
B.R., tra i sostenitori della linea
"militarista" e i fautori di un collegamento più stretto con il mondo
operaio e fra il mondo operaio stesso e i terroristi. Conseguenza di queste
fratture furono l'arresto di alcuni capi del movimento (Valerio Morucci e
Adriana Faranda) e il primo caso di collaborazione con le forze dell'ordine da
parte di un terrorista, Patrizio Peci che, arrestato nel febbraio 1980, permise
di scoprire numerosi covi e operare decine di arresti fra i quali, nell'aprile
1981, Mario Moretti, l'ultimo dei "capi storici". All'inizio degli anni Ottanta
le
B.R. si divisero in due tronconi: i militaristi, capeggiati da Barbara
Balzerani, operarono al Nord con azioni spettacolari; i movimentisti, guidati
dall'ideologo Giovanni Senzani, operarono al Sud in concerto con la camorra. La
logica "militarista" portò ad azioni sanguinarie: l'assassinio di
Vittorio Bachelet, vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura, e
del generale dei Carabinieri Enrico Galvaligi; il rapimento del giudice Giovanni
d'Urso e dell'assessore democristiano di Napoli Ciro Cirillo (entrambi
rilasciati); il rapimento di Giuseppe Taliercio, dirigente della Montedison di
Marghera, e di Roberto Peci, fratello del "pentito" Patrizio (entrambi
assassinati). Il 17 dicembre 1981 venne sequestrato il generale statunitense
James Lee Dozier, vicecomandante Nato per i servizi logistici per l'Europa, e 42
giorni dopo venne liberato da forze speciali della polizia che catturarono anche
i suoi cinque carcerieri, fra i quali i capi Antonio Savasta ed Emilia Libera.
La decisione da parte di questi ultimi di collaborare con gli inquirenti diede
inizio alla fine del movimento terroristico. Nel gennaio 1982 Senzani venne
catturato e nei primi due mesi dell'anno vi furono 415 arresti e vennero
scoperti 37 covi. L'estate-autunno vide azioni tanto crudeli quanto
inconcludenti: la sparatoria contro l'aula del processo Moro, l'uccisione
dell'assessore DC Raffaele Delcogliano, l'uccisione del capo della squadra
mobile romana Antonio Ammaturo, l'assassinio di due agenti a Roma. Per contro le
organizzazioni terroristiche parallele, come Prima Linea, vennero
definitivamente smantellate, e venne arrestata Natalia Ligas, succeduta a
Senzani. Alla fine del 1982 erano state arrestate oltre tremila persone,
diecimila erano i sorvegliati mentre trecento erano i terroristi costretti a
riparare all'estero; i segmenti brigatisti andavano dai "pentiti" ai
"dissociati", dai "militaristi" ai "movimentisti" ai "terroristi senza sigla".
Dopo i trentadue ergastoli del processo Moro, nell'annata 1983-84 i terroristi
tentarono di riorganizzare gli ultimi spezzoni delle
B.R.; soprattutto
vennero segnalati spostamenti di brigatisti all'estero e specialmente in
Francia. Il 15 febbraio 1984 venne assassinato a Roma Leamon Hunt, direttore
della Forza multinazionale di interposizione del Sinai, obiettivo insolito ma
coerente con i nuovi patti d'azione stipulati con altre formazioni
dell'euroterrorismo. Nella primavera del 1985, in un momento delicato per il
Paese come le elezioni amministrative, venne assassinato l'economista della CISL
Ezio Tarantelli, ma dieci giorni più tardi venne arrestata Barbara
Balzerani, l'ultima importante leader terrorista. La seconda metà degli
anni Ottanta vide il completo esaurirsi del movimento, pur tra azioni tanto
sanguinosamente cieche quanto distaccate dalla realtà sociale del Paese
(nel febbraio 1986 assassinio a Firenze dell'ex sindaco Lando Conti, a Roma
ferimento di Antonio Da Empoli, consulente economico presso la presidenza del
Consiglio dei ministri, nel 1987 assassinio di Licio Giorgieri, generale in
servizio al ministero della Difesa e infine, nell'aprile 1988, omicidio a
Forlì del senatore democristiano Roberto Ruffilli). All'inizio degli anni Novanta il movimento fu
sconfessato anche da quei terroristi "storici" che erano stati alla base della
sua nascita, ma tra la fine del decennio e l'inizio del nuovo millennio un
preoccupante rinnovo dell'ideologia della violenza si presentò alle
cronache, soprattutto dopo i delitti di Massimo D'Antona (1999) e di Marco
Biagi (2002), entrambi consulenti del ministero del Lavoro. I loro omicidi
furono rivendicati da una nuova organizzazione, nata sulle ceneri delle storiche
B.R.,
le
B.R.-Partito Comunista Combattente, della quale facevano parte i due terroristi Nadia Desdemona Lioce
e Mauro Galesi, arrestata la prima, ucciso il secondo, durante una sparatoria sul
treno Roma-Firenze nel corso della quale perse la vita l'agente della polizia ferroviaria
Emanuele Petri (marzo 2003). Nell'ottobre 2003 vennero arrestati una decina di militanti
del gruppo eversivo accusati di avere preso parte ai delitti D'Antona e Biagi. Altri
ancora vennero catturati in seguito alle rivelazioni della pentita Cinzia Banelli, che
dal luglio 2004 decise di collaborare con la giustizia. Nel febbraio 2007 vennero
arrestati 15 militanti dell'ala movimentista delle nuove
B.R., denominata Seconda
posizione, tra cui il capofila Alfredo D'Avanzo, già condannato nel 1982 a dieci anni
di carcere per rapina a mano armata, e sette iscritti alla CGIL.