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Brahms, Johannes.

Compositore tedesco. Avviato a sette anni allo studio del pianoforte da Otto Cosel, venne da questi raccomandato a Eduard Marxsen, eccellente conoscitore di Bach e di Beethoven, che esercitò su di lui una duratura influenza. Le sue prime composizioni meritarono l'appassionato elogio di Schumann, ma l'ambiente amburghese era troppo provinciale e il giovane musicista, desideroso di nuove esperienze, nel 1862 compì un viaggio a Vienna dove, affascinato dalla vivacità dell'ambiente musicale, finì con lo stabilirsi. La carriera di B. fu brillante: direttore degli Oratorienkonzerte e della Wiener Singakademie nel 1862 e poi direttore dei concerti della Società degli amici della Musica di Vienna dal 1872 al 1875, si affermò anche come pianista; mentre la fama delle sue composizioni, soprattutto del monumentale Deutsches Requiem, faceva guardare a lui, dopo la morte di Wagner avvenuta nel 1883, come al più grande musicista tedesco. Senza sposarsi mai per tutta la vita, fu legato a Clara, moglie di Schumann, da un tenero affetto. Morì a Vienna poco dopo la scomparsa della sua cara amica. Attratto fin da bambino dal pianoforte, anche se non possedette mai la personalità tipica del concertista di successo, B. lasciò per questo strumento pagine di toccante bellezza. Da ricordare, le tre sonate per pianoforte del periodo giovanile (1852-1853), le Haendel-Variationen (1861) e le Paganini-Variationen (1862-1863), gli otto Klavierstücke (capricci e intermezzi, 1878), due rapsodie (1879) e i venti pezzi del periodo 1891-1893, definiti capricci, intermezzi, romanze; per pianoforte a quattro mani sono degni di nota i sedici valzer (1865) e le ventuno Danze ungheresi in quattro quaderni (1858-1869); nell'ambito della musica da camera, il Trio in si maggiore con pianoforte (1853-1854), ricomposto in una nuova versione nel 1890, due Quartetti con pianoforte, in sol minore (1861) e in la maggiore (1861-1862), due sestetti per archi in si bemolle maggiore (1875), tre sonate per violino e pianoforte in sol maggiore (1879), la maggiore (1886) e re minore (1886-1888), una sonata in fa maggiore per violoncello e pianoforte (1886), due trii con pianoforte in do maggiore (1882) e do minore (1886), due quintetti per archi in fa maggiore (1882) e due in sol maggiore (1890), un quintetto in si minore con clarinetto (1891) e due sonate per clarinetto e pianoforte in fa minore e mi bemolle maggiore (1894). Per orchestra B. compose due serenate, in re maggiore (1857-1858) e la minore (1859, rev. 1875), quattro sinfonie: la n. 1 in do minore (1876, definita "la decima" per sottolineare la continuità con la produzione sinfonica beethoveniana); la n. 2 in re maggiore (1877); la n. 3 in fa maggiore (1883); la n. 4 in mi minore (1885); 8 Variazioni sopra un tema di Haydn (1873), l'Akademische Festouvertüre (1880) e la Tragische Ouvertüre (1880), due concerti per pianoforte e orchestra, in re minore (1854-1858) e si bemolle maggiore (1881), un concerto per violino e orchestra in re maggiore (1878) e un concerto per violino, violoncello e orchestra in la minore (1887). Abbondantissima anche la sua produzione di musica vocale, che comprende tra l'altro più di 200 Lieder, divisi in una trentina di raccolte, 15 duetti per voce e pianoforte, 7 raccolte di quartetti vocali per pianoforte e numerose altre composizioni, anche sacre. Oltre alle opere già citate, va naturalmente ricordato il celebre Requiem tedesco. Dichiaratamente conservatore, B., pur non entrando nel vivo della polemica, avversò nell'intimo la nuova scuola tedesca, capeggiata da Liszt e da Wagner, e aspirò costantemente a proseguire l'opera di Beethoven, suo grande maestro ideale, del quale studiò la produzione per lunghi anni. Tendendo al classicismo in modo energico, B. coltivò il culto della forma, dell'armonia e della metrica dei musicisti del passato, ma non per questo è da ritenersi un difensore di valori ormai in declino. In B. infatti, accanto a queste esigenze, palpitavano aneliti di rinnovamento e di progresso, magistralmente individuati da Schönberg, il padre della musica moderna, nel suo famoso articolo Brahms the progressive. Se infatti il linguaggio armonico di B. è decisamente tradizionale, la libertà della variazione, la colossalità delle sinfonie e la composizione stessa dell'orchestra fanno guardare al futuro, non certo al passato. E si deve riconoscere che molti di questi elementi lo avvicinano al suo avversario dichiarato, Richard Wagner. In B. classicismo e romanticismo trovano una perfetta fusione, nella quale bisogna cercare il grande valore della sua musica (Amburgo 1833 - Vienna 1897).