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Boulanger, Georges Ernest Jean-Marie. Generale e politico francese. Alla guida del corpo di spedizione in Tunisia nel 1884 in qualità di generale, divenne ministro della Guerra nei gabinetti Freycinet e Goblet, e durante tale incarico conquistò in breve tempo i repubblicani e il popolo, grazie soprattutto al fatto di essersi opposto a uno scontro armato con i minatori di Decazeville in sciopero. Abile parlatore, molto amato dai soldati per una serie di provvedimenti emessi in loro favore e benvoluto dalle masse, B. fu capace di conquistare anche la fiducia dei nazionalisti per le posizioni di estrema fermezza dimostrate nei confronti della Germania e per l'impegno dimostrato nel cercare di rafforzare l'esercito. I repubblicani moderati, approfittando di una crisi ministeriale, per sbarazzarsi di lui, ritenuto ormai pericoloso, lo allontanarono in provincia al comando del XIII corpo d'armata a Clermont-Ferrand suscitando nel popolo deliranti manifestazioni nei suoi confronti alla Gare de Lyon, l'8 luglio 1887 al momento della sua partenza. In seguito a un grosso scandalo scoppiato nell'ambiente di Grévy, allora presidente della Repubblica, B. si mise a capo di un partito eterogeneo che raccoglieva elementi di destra e di sinistra, radicali dissidenti, vecchi rivoluzionari, patrioti esaltati, bonapartisti, denominato Partito revisionista o nazionale, e il cui programma si riassumeva in tre parole: dissoluzione, revisione, costituente. La Francia si divise allora in due fazioni, quella rappresentata dai boulangisti e quella degli anti-boulangisti; B. poteva disporre della maggior parte dei realisti, pronti comunque a minare le basi repubblicane mentre, contro di lui, si schierava la maggior parte dei repubblicani. Presentatosi come candidato alle elezioni sostenuto dal Comitato repubblicano nazionale guidato da Rochefort e Déroulède, risultò eletto sette volte deputato. Mentre ormai sembrava sul punto di far crollare il governo con un colpo di Stato, spronato in questa direzione dalla folla e buona parte dell'esercito e della polizia, la sera del 27 gennaio B. si tirò invece indietro e questo provocò l'annullamento della sua elezione e lo scioglimento della lega patriottica da parte del governo. Minacciato di essere tradotto davanti al Senato riunito in alta corte di giustizia con l'accusa di complotto contro la sicurezza dello Stato, fuggì a Bruxelles il 19 aprile 1889 e da qui cercò di giustificare il proprio operato, fatto che gli fece ottenere una condanna in contumacia di detenzione a vita. Cominciò allora a vagare fra Londra e Bruxelles e concluse la sua esistenza uccidendosi sulla tomba della sua amante Madame de Bonnemain la cui morte, avvenuta in quello stesso anno, lo aveva gettato nella disperazione (Rennes 1837 - Bruxelles 1891). Freycinet, Charles-Louis de Saulses de. Uomo politico francese. Creato senatore nel 1876, divenne l'anno successivo ministro dei Lavori Pubblici; fu presidente del Consiglio e ministro degli Affari Esteri dal 1879 al 1880. Durante la prima guerra mondiale, fu ministro senza portafoglio. Pubblicò le sue memorie (I miei ricordi) (Foix 1828 - Parigi 1923). Goblet, Albert Joseph, conte d'Alviella. Generale e politico belga. Militò nell'esercito napoleonico con il quale partecipò alla campagna di Spagna; nel 1815 entrò nell'esercito dei Paesi Bassi. Iniziò la carriera politica come ministro degli Esteri di Leopoldo I dopo la rivoluzione del 1830; venne quindi nominato luogotenente generale nel 1835 e poi ministro plenipotenziario a Lisbona. Divenuto personaggio di notevole influenza in molti ambienti diplomatici europei, tornò a ricoprire la carica di ministro degli Esteri dal 1843 al 1845 (Tournai 1790 - Bruxelles 1873). (dal nome del duca francese E. Decazes, che per primo ne sfruttò le risorse del sottosuolo). Centro (9.204 ab.) della Francia meridionale, nel dipartimento dell'Aveyron. Miniere di carbone; industrie metallurgiche. Città (136.000 ab.) della Francia, capoluogo della regione dell'Alvernia (26.013 kmq; 1.315.000 ab.), nel dipartimento del Puy-de-Dôme; sede di vari concili, il più importante dei quali è quello del 1095, nel quale venne bandita la prima crociata. Di interesse artistico la cattedrale gotica di Notre-Dame e palazzo Savaron. Industrie metallurgiche e della gomma. Uomo politico francese. Fu il terzo presidente della Repubblica francese. Repubbicano convinto, si oppose ad ogni coalizione monarchica per la riconquista del potere. Riconfermato alla presidenza subì le conseguenze di uno scandalo suscitato da suo genero Daniel Wilson, implicato in un commercio di decorazioni, e si dimise al secondo anno di carica (Mont-sous-Vaudrey, Giura 1807-1891). Associazione volontaria di cittadini che condividono una determinata ideologia e si propongono l'attuazione di un preciso programma politico e sociale. ║ Per estens. - Gruppo di persone, anche privo di una struttura organizzata, che condividono determinati interessi e opinioni, oppure che hanno orientamenti comuni nei confronti di specifici problemi. ║ P. di massa: p. che ha un largo seguito in un Paese. ║ P. unico: p. che, dopo aver sconfitto gli altri, instaura una dittatura. ║ Ciascuna delle soluzioni che si possono adottare quando si deve operare una scelta. ║ Prendere p.: risolversi, decidersi. ║ Per p. preso: per decisione preconcetta e ostinata, presa indipendentemente da considerazioni obiettive. ║ Persona da sposare, in rapporto alla sua condizione economica e sociale: cercare un buon p. ║ Stato, condizione: ridursi, trovarsi a mal p. ║ Ant. - Deliberazione di un organo collegiale. ║ Ant. - Votazione, scrutinio. ║ Ant. - Setta, fazione. ║ Ant. - Avere buon p., cattivo p.: trovarsi in una situazione favorevole, sfavorevole. ║ Ant. - A ogni p.: a ogni costo, in ogni modo. ║ Ant. - A nessun p.: in nessun modo, a nessun patto. ║ Ant. - Prestito concesso spontaneamente dai banchieri allo Stato; in particolare, a Venezia, appalto di entrate pubbliche. • Dir. - Secondo l'art. 49 della Costituzione italiana tutti i cittadini godono del diritto di associarsi liberamente in p., per contribuire alla vita politica nazionale. Costituiscono eccezione: il divieto di ricostituzione del P. Fascista e il divieto di costituzione di p. sovversivi o che minaccino l'ordine costituito con propositi rivoluzionari. Il p. si configura come "associazione non riconosciuta", priva cioè di personalità giuridica, i cui dirigenti sono tenuti a rispettare la responsabilità delle obbligazioni assunte. Il p. politico gode tuttavia del diritto di tutelare il proprio nome, il proprio contrassegno e la propria bandiera. L'attività interna del p., regolata dallo specifico statuto, non è controllabile da parte dello Stato; esso si riserva, tuttavia, un diritto di controllo sull'attività esterna, che deve rispettare i principi democratici fondamentali. In tutti gli ordinamenti giuridici moderni, pur non essendo organi in senso stretto dello Stato, i p. svolgono la fondamentale funzione di mediazione tra il cittadino e gli organi pubblici e, sotto la forma di gruppo elettorale (che esercita funzioni costituzionali in occasione delle elezioni) e gruppo parlamentare (che esercita funzioni costituzionali nel corso dell'attività parlamentare), hanno un rilievo specifico di natura pubblicistica nelle leggi dello Stato. Inoltre, nei gruppi parlamentari, la disciplina del gruppo vincola i componenti alla disciplina di p., tranne nel caso della votazione a scrutinio segreto. • Encicl. - Già la storia antica offre alcuni esempi di schieramenti politici (p. di Cesare a Roma, guelfi e ghibellini nell'Italia medioevale, ecc.). Tuttavia, le prime organizzazioni che, a pieno titolo, possono essere considerate come p. appartengono a tempi più recenti; esse furono, infatti, conseguenza dello sviluppo, verificatosi nell'Ottocento e nel Novecento, del parlamentarismo e della progressiva diffusione dei principi liberali e democratici che garantirono la sovranità popolare e la libertà d'associazione (sancita, nella Costituzione italiana, dall'art. 49). Nel periodo dello Stato liberale, con la prevalenza del suffragio elettorale censitario (o ristretto), il ruolo dei p. politici nell'ambito sociale era ben definito e diverso dall'attuale. Max Weber considerò i p. politici associazioni private volte ad assicurare ai propri membri vantaggi personali, soprattutto di natura materiale, influenzando le sfere del potere politico e amministrativo. Secondo B. Croce i p. rappresentavano invece il più alto momento organizzativo etico-politico e il più efficace strumento espressivo delle singole personalità protagoniste della storia. Al contrario, nella teorizzazione marxista-leninista, i p. politici si posero come semplici sovrastrutture a copertura di precisi e contrapposti interessi di classe, direttamente connessi alle basi economico-produttive caratterizzanti ogni società. In particolare, il P. Comunista doveva essere formato dalle sole avanguardie operaie più mature, i cosiddetti "rivoluzionari di professione", ai quali spettava la responsabilità di guidare il proletariato fino alla fase rivoluzionaria vera e propria. La tesi gramsciana aggiunse ulteriori aspetti originali, per i quali il p., qualificato come "il moderno principe", doveva porsi come obiettivo la supremazia sulla società suscitando, attraverso la fiducia degli intellettuali, il consenso delle più ampie forze democratiche. In tempi più recenti la scienza politica abbandonò le vecchie definizioni di p., applicando metodi analitici rigorosi e sistematici basati sull'analisi delle strutture di base interne alle associazioni politiche. Mentre secondo R. Michels i p. erano carismatici o di interesse di classe o di interesse ideologico, secondo V. Pareto transigenti (con grandi probabilità di divenire p. di Governo) o intransigenti (destinati a un'opposizione permanente), secondo B. Croce liberali o reazionari (in senso più esteso dell'accezione originaria), la moderna classificazione di M. Duverger distingue i p. in p. di comitato, p. di sezione, p. di cellula e p. di milizia. ║ P. di comitato: tipo di p. nel quale la struttura burocratica risulta estremamente ridotta ed è comunque priva di gerarchie formali. Esso ha vitalità intermittente, esprimendosi soltanto in occasione delle campagne elettorali, nella forma del comitato impegnato nella raccolta dei suffragi a favore di singoli candidati. Tale struttura risultò particolarmente adeguata alle esigenze della lotta politica nel contesto dello Stato liberale ottocentesco, caratterizzato dal sistema del collegio uninominale e fondato sul censo, facilmente influenzabile attraverso i club o circoli, operanti con criteri clientelari. ║ P. di sezione: come conseguenza dell'estensione del corpo elettorale nacquero i p. di massa (primi tra tutti i p. socialisti), che si proposero la risoluzione di problemi peculiari, quali l'individuazione dei deputati e l'inserimento nella vita dello Stato degli strati proletari. Tali p. avevano l'esigenza di svolgere un'attività metodica e continuativa allo scopo di ottenere una diffusione capillare partendo dalla periferia e coprendo interamente il territorio dello Stato; furono creati quindi elementi di base locali, detti appunto sezioni, la cui attività fu coordinata da un gruppo dirigente centrale. ║ P. di cellula: organizzazione scelta, nella impossibilità di agire scopertamente, dai p. rivoluzionari nel contesto della Russia zarista. In grado di operare nella clandestinità e di sfuggire alle repressioni poliziesche, la cellula, costituita da 15-20 persone (di norma accomunate dal medesimo luogo di lavoro o attività, al fine di limitare il più possibile il rischio di infiltrazioni di delatori), si rapportava direttamente ai centri dirigenti superiori, escludendo ogni rapporto orizzontale con altre cellule. ║ P. di milizia: p. dotati di rigida struttura paramilitare, con nuclei armati e addestrati, divise particolari (per esempio le cosiddette "camicie nere"), inni marziali, ecc. Nel periodo fra le due guerre mondiali assunsero tale caratterizzazione i movimenti fascisti, postisi su un piano nettamente antiparlamentare, con l'intenzione dichiarata di distruggere lo Stato liberale rappresentativo, nel più completo disprezzo dei principi democratici. ║ Sistema a p. unico o monopartitismo: regime politico nel quale il p. aspira a identificarsi con lo Stato. Tale regime fu attuato, nel corso del XX sec., negli Stati totalitari a regime fascista. Per ragioni opposte, nelle tesi comuniste il p. rappresenta l'organo d'azione della dittatura del proletariato e agisce sullo Stato in vista della costituzione di una società senza classi, della messa fuori legge di ogni p. concorrente e della soppressione dello Stato stesso. ║ Bipartitismo: V. ║ Multipartitismo: regime politico nel quale sono presenti numerosi p., nessuno dei quali, in genere, possiede una solida maggioranza assoluta. Si tende quindi a ricorrere a Governi di coalizione, in cui più p., in proporzioni differenti, costituiscono la maggioranza di Governo, mentre altri costituiscono l'opposizione. Si tratta di un sistema caratteristico delle democrazie dell'Europa occidentale, ad eccezione della Gran Bretagna. Rochefort-Luçay, Victor-Henri di. Rochefort, Henri. Pseudonimo di Victor-Henri di Rochefort-Luçay. Giornalista e uomo politico francese. Spirito vivace e aggressivo, nel 1866, dopo aver pubblicato alcuni romanzi di scarso valore, iniziò a collaborare all'«Evénement» e al «Figaro», affermandosi presto come uno dei più influenti giornalisti radicali. Allontanato dal «Figaro» per la sua opposizione al Governo, nel 1868 fondò il settimanale d'opposizione «La Lanterne» che, nel giro di pochi mesi, raggiunse una tiratura di 120.000 copie. I continui attacchi al regime bonapartista gli costarono la condanna a un anno di carcere e la soppressione del giornale che egli continuò però a stampare in Belgio, introducendolo clandestinamente in Francia. Eletto deputato per la circoscrizione di Parigi nel 1869, ritornò in Francia, conducendo un'intensa attività d'opposizione, oltre che in Parlamento, sulle pagine di un nuovo giornale di sinistra, «La Marseillaise». Dopo la caduta dell'Impero diresse «Le Mot d'Ordre» e fu eletto deputato, schierandosi contro il Governo moderato presieduto da A. Thièrs. Nel 1873 fu condannato per aver partecipato alla Comune e fu deportato in Nuova Caledonia; evaso nel 1874, si stabilì a Ginevra. Nel 1880, in seguito a un'amnistia, poté ritornare a Parigi dove fondò l'«Intransigeant». Per l'atteggiamento favorevole al generale Boulanger, nel 1889 subì una condanna all'ergastolo; nuovamente amnistiato, si avvicinò alle posizioni della destra nazionalista, collaborando al giornale «Patrie». Tra le sue pubblicazioni ricordiamo Les aventures de ma vie (1895-96) (Parigi 1830 - Aix-les-Bains 1913). Letterato e uomo politico francese. Partecipò alla guerra del 1870, schierandosi in seguito con i boulangisti e diventando deputato nel 1889 e poi nel 1898. Venne condannato all'esilio nel 1900 per aver partecipato a un complotto ai danni della Repubblica, ma cinque anni dopo fu graziato. L'attività letteraria accompagnò costantemente quella politica: nelle sua opera multiforme (narrativa, poetica, saggistica, teatrale) D. cantò in toni retorici e altosonanti gli ideali patriottici e nazionalisti che erano alla base del suo impegno politico. Si ricordano le raccolte poetiche: Canti del soldato (1872); Nuovi canti del soldato (1875); Canti del contadino (1894) (Parigi 1846 - Mont-Boron, Nizza 1914). Enciclopedia termini lemmi con iniziale a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z Storia Antica dizionario lemmi a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z Dizionario di Storia Moderna e Contemporanea a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w y z Lemmi Storia Antica Lemmi Storia Moderna e Contemporanea Dizionario Egizio Dizionario di storia antica e medievale Prima Seconda Terza Parte Storia Antica e Medievale Storia Moderna e Contemporanea Dizionario di matematica iniziale: a b c d e f g i k l m n o p q r s t u v z Dizionario faunistico df1 df2 df3 df4 df5 df6 df7 df8 df9 Dizionario di botanica a b c d e f g h i l m n o p q r s t u v z |
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