(dall'olandese
boschjesman: uomo della boscaglia).
Popolazione africana appartenente al gruppo
khoisanide. Presentano
caratteri somatici nettamente diversi dalle vicine popolazioni negre e, pur
essendo pigmoidi, cioè di piccola statura, non sono imparentati con i
Pigmei. Sono caratterizzati da corpo piccolo e magro, capelli neri cortissimi e
ricciuti nella caratteristica foggia "a grano di pepe", pelle chiara di
tonalità giallastra, faccia piatta, naso largo e piatto, e orecchio privo
del lobo. Presentano inoltre una lingua e una cultura nettamente distinte. I
B. sono i discendenti diretti di antiche popolazioni vissute nei
territori dell'Africa centro-meridionale prima dei negridi e mescolatesi poi con
altri ceppi razziali. Essi rappresentano la più antica popolazione
africana di "cacciatori di steppa" e loro tracce si ritrovano in tutta l'Africa
australe, giungendo sino all'Alto Nilo. Solo i gruppi stanziati nel territorio
di Kalahari e comprendenti complessivamente poche migliaia di individui, pur
impoverendosi culturalmente, sono riusciti a sopravvivere e a conservare una
loro precisa configurazione. Tutti gli altri sono invece stati asserviti o
sterminati da Ottentotti e Bantu, oltre che dagli Europei. La base economica dei
gruppi sopravvissuti rimane quella tradizionale di caccia e raccolta, fatta
eccezione per alcuni gruppi che, pur non abbandonando le attività
tradizionali, hanno adottato l'allevamento di capre.
• Etn. - Abilissimi cacciatori, i
B.
organizzano battute, armati di arco e frecce con punte mobili avvelenate di
osso, pietra, legno o ferro. La caccia viene inoltre effettuata con mazze da
getto e con lance. L'animale ferito viene inseguito fino a che non stramazza a
terra. La cattura avviene inoltre mediante trappole. Particolarmente
interessante si presenta la caccia agli struzzi, eseguita mediante travestimenti
ricavati dalle loro stesse spoglie. Alla caccia, attività tipicamente
maschile, fa riscontro la raccolta dei vari prodotti naturali, cui si dedicano
le donne. Con appositi bastoni esse scavano radici selvatiche, bulbi e tuberi.
Alle donne, inoltre è riservata la pesca. Un'attività comune a
uomini e donne è invece la cattura o raccolta per uso alimentare di
innumerevoli piccoli animali. Nelle zone aride, quando i corsi d'acqua sono
prosciugati, l'acqua viene ricercata in profondità ed estratta succhiando
mediante una cannuccia, dotata di un filtro di penne. Inoltre, durante la
stagione delle piogge, essa viene raccolta in uova di struzzo e conservata entro
grotte o fessure. In quanto popolazione essenzialmente nomade, i
B. non
hanno dimora fissa e, anche nelle zone montuose più fredde, si servono
come riparo di semplici paraventi o di capanne molto rudimentali, disposte
attorno a un fuoco sacro. Organizzati in piccoli gruppi di caccia o orde, che
riuniscono 40-50 individui, non riconoscono capi politici, né hanno
alcuna organizzazione di tipo politico-tribale. Il gruppo familiare è
retto da un capo, riconosciuto tale in quanto o più anziano o cacciatore
particolarmente abile. Questo capo ha anche funzioni di sacerdote-stregone ed
è a lui che spetta il compito di accendere il fuoco per sfregamento e di
assaggiare i cibi prima di ogni altro. I rapporti tra gli altri membri del
gruppo, donne e uomini, sono di tipo egualitario. Il matrimonio viene contratto
tra gruppi esogamici ed è in genere monogamico. Si hanno riti di
iniziazione sia maschili che femminili. Quelli maschili vertono essenzialmente
sulla caccia e, dopo varie prove di abilità, avviene la consacrazione del
nuovo cacciatore, consistente nel marchiare il giovane con un taglio eseguito
all'apice del naso, tra gli occhi, in cui al sangue che sgorga, si mescolano
frammenti polverizzati di selvaggina. L'iniziazione femminile avviene
individualmente, in coincidenza con la prima mestruazione. La ragazza viene
portata in un'apposita capanna, la
capanna mestruale, per sottrarla alla
vista degli uomini, poiché si ritiene che anche il solo guardarla a
distanza possa portare sfortuna agli uomini-cacciatori. Davanti a lei, per
accrescerne la fecondità, viene eseguita una danza pantomima che imita il
comportamento erotico dell'antilope maschio. La religione dei
B., pur
riconoscendo un essere supremo creatore, si rivolge prevalentemente al
demone
della boscaglia, e
signore della selvaggina rappresentato spesso come
totem, ossia antenato primordiale, sotto l'aspetto di qualche animale, in
particolare sotto quello del leopardo. Un culto particolare viene tributato alla
luna, considerata amica dei
B. Molto ricca è anche la mitologia
astrale. I
B. credono inoltre in varie forze soprannaturali, negli
spiriti della boscaglia e in quelli dei morti. Tali credenze determinano varie
pratiche magiche connesse soprattutto alla caccia. Tra le numerose credenze,
figura quella che attribuisce una particolare forza a un immaginario arco magico
in miniatura attraverso cui sarebbe possibile trasmettere ai nemici malanni di
ogni genere. Le facoltà magiche non sono in possesso di tutti, ma solo
dei medici-stregoni, degli sciamani e degli indovini.