Famiglia principesca romana, originaria di Siena e nota sin
dalla prima metà del XIII sec. Tanto nel suo ramo principale quanto nei
collaterali (Aldobrandini, Salviati, Torlonia) ebbe per vari secoli una parte
non indifferente nella vita politica e religiosa di Roma. ║
Tiezzo da
Monticiano: pare sia stato suo capostipite; fu padre di
Bencivenne, a
sua volta padre di
Borghese, che diede il nome all'intero casato. ║
Agostino: fu valoroso guerriero e godette della fiducia dell'imperatore
Sigismondo, che gli concesse il diritto di portare un'aquila nell'arma (Siena
1390-1462). ║
Niccolò: fu un valente letterato (Siena
1432-1500). ║
Pietro: inviato a Roma da Leone X, ebbe dal pontefice
rango di senatore (Siena 1469-1527). ║
Marcantonio I: con lui i
B. si trasferirono definitivamente a Roma, nel 1541; fu un
apprezzatissimo avvocato concistoriale e poi anche decano del collegio (Siena
1504 - Roma 1574). ║
Camillo: primogenito di Marcantonio (padre di
sette figli), fu cardinale dal 1596, vicario di Roma dal 1603, e infine papa dal
1605 col nome di Paolo V (V.) alla morte di Leone
XI. Egli portò di colpo la sua famiglia tra le più potenti
dell'Urbe, tra l'altro creando segretario di Stato il munifico nipote Scipione,
e nel conclave dell'aprile 1606 arrivò a comminare la scomunica al doge e
al senato della Serenissima e a lanciare l'interdetto su tutto il territorio,
per una controversia di carattere giurisdizionale tra la Curia romana e il
governo di Venezia. Inoltre fu particolarmente munifico con i due suoi fratelli
Francesco e
Giambattista, che furono creati rispettivamente
generale di Santa Romana Chiesa e castellano di Castel Sant'Angelo. A Paolo V,
infine, si deve la prima idea della grandiosa villa, Villa Borghese, poi fatta
costruire dal cardinale nipote (1552-1621). ║
Marcantonio II:
nipote di Paolo V, fu particolarmente favorito. Fu nominato principe di Sulmona
e grande di Spagna. Mortogli il padre Giambattista, morto lo zio Francesco senza
prole (1620), morto il cardinale Scipione (1633), Marcantonio, che si era
sposato (1619) con Camilla Orsini, raccolse l'eredità di tutti,
nonché quella privata del pontefice. Si trovò così a essere
il maggiore proprietario fondiario del Lazio, e a possedere un bel numero di
feudi, di castelli, di ville e di palazzi (Roma 1601-1658). ║
Paolo: figlio di Marcantonio, aumentò la ricchezza della famiglia
per via matrimoniale. Egli, sposando Olimpia Aldobrandini, unica erede della sua
nobile casata, procurò ai discendenti il titolo di principi di Rossano
(1625-1646). ║
Marcantonio III: fu viceré di Napoli (Roma
1660-1729). ║
Marcantonio IV: nipote del precedente, fu senatore
durante la Repubblica Romana; il suo matrimonio con Anna Maria Salviati gli
concentrò nelle mani la fortuna delle due famiglie. Munifico protettore
delle arti, rinnovò la villa Pinciana, costruendovi la fontana dei
cavalli marini e un ippodromo (l'odierna piazza di Siena) (Roma 1730-1800).
║
Camillo: figlio di Marcantonio IV, aperto alle nuove idee
liberali, sposò nel 1803 una sorella di Napoleone, Paolina Bonaparte
vedova Leclerc; arruolatosi nell'esercito francese, militò sotto il
grande cognato fino a raggiungere il grado di generale di brigata. Nominato
governatore dei dipartimenti francesi in Italia (Piemonte e Genovesato),
stabilì la sua fastosa residenza a Torino (Roma 1775 - Firenze 1832).
║
Francesco: fratello di Camillo, ereditò la fortuna della
famiglia
B. Fu anch'egli generale napoleonico (Roma 1776-1839). ║
Alla morte di quest'ultimo i beni e i titoli vennero spartiti tra i figli: il
titolo di principe Borghese andò naturalmente al primogenito
Marcantonio V (Parigi 1814 - Frascati 1866). ║
Scipione: va
ricordato in modo particolare tra gli ultimi discendenti della famiglia.
Industriale e sportivo, è noto soprattutto per il memorabile raid
automobilistico compiuto nel 1907 con Luigi Barzini ed Ettore Guizzardi da
Pechino a Parigi (Migliarino 1871 - Firenze 1929). ║ La crisi economica
dell'ultimo decennio del secolo scorso intaccò non poco la fortuna dei
B.: il palazzo avito venne venduto, la biblioteca andò dispersa;
l'archivio passò alla Biblioteca vaticana, e lo Stato italiano
acquistò nel 1902 la galleria di quadri e le statue, e consegnò
alla città di Roma, come parco pubblico, la famosa villa del cardinale
Scipione.