Filologo e matematico inglese. Pubblicò nel 1854 il
testo base dell'algebra binaria, detta anche algebra booleana dal suo nome.
Dallo studio comparativo delle espressioni linguistiche - che egli cercava di
esprimere in termini matematici (ricollegandosi in ciò al lavoro degli
antichi Greci, in particolare ad Aristotele) - egli teorizzò la
possibilità di esprimere in termini matematici, o meglio algebrici,
qualunque ragionamento umano. Con queste premesse, egli giunse alla conclusione
che le variabili logiche (oggi dette più propriamente variabili booleane)
potevano assumere solo due valori: vero o falso (espressi con i simboli V e F o
anche 0 e 1). Con esse si doveva poter descrivere qualunque ragionamento umano.
B. non riuscì pienamente nel suo intento, ma fondò
l'algebra della logica, cioè lo studio del modo di esprimere concetti e
modi di operare mediante operazioni algebriche in algebra binaria. Il suo lavoro
aprì quindi la strada ai successivi logici e matematici che svilupparono
tutta la teoria dei calcolatori numerici (Lincoln 1815 - Cork, Irlanda
1864).