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Bonomi, Ivanoe.

Uomo politico italiano. Dopo essersi laureato in Scienze naturali e in Giurisprudenza si dedicò per breve tempo all'insegnamento, poi divenne collaboratore dell'"Avanti!" e della "Critica Sociale", infine si impegnò completamente nella politica assumendo le cariche di consigliere comunale a Roma e, nel 1909, di deputato. In breve si impose come uno dei capi dell'ala moderata del Partito Socialista e per questo venne espulso dal partito con Bissolati, Podrecca e Cabrini durante il congresso di Reggio (1912), a causa soprattutto del suo atteggiamento favorevole alla guerra libica. In seguito a questo avvenimento fondò con Bissolati il Partito Socialista Riformista. Fu volontario fra gli alpini durante la prima guerra mondiale, ministro dei Lavori Pubblici con Boselli nel 1916-17, e poi con Orlando nel 1919; fu poi ministro della Guerra con Nitti (1920) e Giolitti (1920-21) e come tale arrivò a negoziare il Trattato di Rapallo con Giolitti e Sforza. Presidente del Consiglio dal 1921 al 1922, vide sconfitta l'autorità del Parlamento e del Governo di fronte alle prevaricazioni fasciste. Sconfitto durante le elezioni del 1924, si ritirò dalla scena politica per dedicarsi a studi e ricerche storiche e si ripresentò nel 1943, dopo la caduta di Mussolini, chiamato a dirigere il Comitato delle opposizioni. Fervente antifascista, diventò presidente del Comitato centrale di Liberazione Nazionale dopo l'8 settembre 1943, primo presidente dell'Italia liberata (1944-45), consultore nazionale, deputato alla Costituente, presidente della commissione dei trattati, senatore di diritto (1948) e infine presidente del Senato (1948-51). Autore di scritti di storia e di politica, fra le sue opere si possono ricordare Dieci anni di politica italiana (1924), Dal Socialismo al Fascismo (1924), L. Bissolati e il movimento socialista in Italia (1929), Diario di un anno (2 giugno 1943 - 10 giugno 1944 (1947), La politica italiana dopo Vittorio Veneto (1954) (Mantova 1873 - Roma 1951).