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Bonnefoy, Yves.

Poeta francese. Fu tra le voci più ascoltate e apprezzate della letteratura francese del '900. La sua forma espressiva si colloca sulla scia di quella di Baudelaire, Nerval, Rimbaud, Eliot e i suoi versi cantano l'eterno oscillare dell'uomo tra desiderio e paura, movimento e immobilità, apparenza e sostanza. Formatosi attraverso una cultura matematico-filosofica, B. ritiene la poesia l'unica forma espressiva possibile per carpire il significato profondo delle cose. Tra le sue raccolte citiamo: Movimento e immobilità di Douve (1953), Ieri regnante deserto (1958), Pietra scritta (1965), Nell'illusione della soglia (1975); nel 1978 ha pubblicato la raccolta di tutte le poesie in Poemi, mentre nel 1991 ha riedito Inizio e fine della neve e Là dove ricade la freccia. B. si distingue anche per la sua attività di saggista, traduttore, critico d'arte e letterario, oltreché occasionale scrittore di racconti di pregevole valore; anche per questo la sua produzione letteraria si dimostra alquanto copiosa. Ricordiamo i saggi sull'arte L'improbabile (1959), Arthur Rimbaud (1961), Roma, 1630: l'orizzonte del primo barocco (1970) e i saggi poetico-letterari Entroterra (1972), Terra seconda (1976), La nube rossa (1977), Colloqui sulla poesia (1981), La verità della parola (1990), Discorsi sulla poesia (1972-1990) (1990), La vita errante (1993). Del 1977 è la raccolta di racconti Via Traversière. Nel 1981 la sua intera opera è stata premiata con il prestigioso riconoscimento del Gran premio di Poesia dell'Accademia francese (n. Tours 1923).