(dal latino
bombus: suono cupo). Ordigno esplosivo
generalmente sprovvisto di carica di lancio. Ne esistono vari tipi, a seconda
dell'impiego. ║
B. a mano: ordigno di guerra che costituisce l'arma
individuale d'assalto, generalmente composta di un involucro esterno in due
pezzi avvitati in alluminio, un dispositivo portacarica attraversato da un
tubetto contenente quantità variabili di esplosivo, un portadetonatore e
un bussoletto portaspillo (nei tipi a percussione), nonché di organi di
sicurezza (molla antagonista, sicura a mano e automatica). Il funzionamento
delle
b. è molto semplice: nei tipi a percussione, si sfila la
linguetta o il chiavistello di sicurezza a mano e si lancia la
b. verso
l'obiettivo secondo una data traiettoria, durante la quale la calotta di
sicurezza o il tegolino di sicurezza (a seconda dei tipi) cade per suo conto
liberando il dispositivo portaspillo che è così libero di
funzionare all'urto col terreno. Nelle
b. a mano cosiddette a manico
(impiegate dai tedeschi, inglesi e americani) l'accensione è a tempo e
viene provocata da una miccia accesa a strappo dal servente. L'esercito italiano
utilizza due tipi di
b. a mano: la SRCM e la OTO. La prima ha un peso di
195 g, contiene 46 g di miscela di tritolobinitronaftalina ed è a
percussione. La seconda ha un peso di 150 g, una capienza di 36 g e viene
innescata da una sferetta di piombo che ha la funzione di massa inerziale.
║
B. aerea: ordigno lanciato da velivoli su bersagli terrestri,
navali e aerei, contenente una grande quantità di esplosivo in rapporto
alla consistenza dell'involucro (rendimento). Il valore del rendimento varia da
b. a
b. e può giungere sino al 60%. Riguardo al peso le
b. aeree si classificano in
b. di piccolo (0-25 kg), medio (25-100
kg), grosso (100-2.000 kg) e grossissimo calibro (2.000-19.000 kg). La
b.
aerea più grossa sinora costruita è quella americana da 19.000 kg
che misura un diametro di 1,4 m e una lunghezza di 8,2 m e che può essere
trasportata soltanto da velivoli speciali del tipo delle superfortezze. Durante
la seconda guerra mondiale, invece, gli Inglesi utilizzarono le
b. aeree
più pesanti mai impiegate in operazioni. Pesavano 11.350 kg e furono
lanciate contro una diga in Germania e contro i ricoveri blindati per
sommergibili tedeschi nei porti francesi. Una
b. aerea è
costituita dalle seguenti parti:
involucro, di forma cilindrico-ogivale,
destinato a contenere la carica di scoppio e generalmente costruito per
comodità di lavorazione in tre pezzi, uniti tra loro, in acciaio o
electron;
governali, veri e propri impennaggi, di forma diversa a seconda
del calibro e dell'impiego cui la
b. è destinata, costruiti in
electron e generalmente costituiti da quattro alette incrociantesi ad angolo
retto, provviste o meno di un cerchio di rinforzo e fissate al fondello della
b.;
carica di scoppio, generalmente esplosivo a elevato potere
dirompente (tritolo o altri) fuso in più elementi per agevolare le
operazioni di caricamento;
spoletta, dispositivo posto anteriormente
all'ogiva della
b. che serve a determinare lo scoppio della stessa per
percussione, a tempo, a comando (per mezzo di adatte apparecchiature radio);
detonatore, o insieme di cariche destinate a provocare con la loro
detonazione quella della carica di scoppio. A seconda dell'impiego le
b.
aeree si classificano in
b. per bersagli animati (spezzoni con involucro
a frattura prestabilita e atti a proiettare gran numero di schegge),
b. per
bersagli ordinari (per il bombardamento di centri urbani e industriali),
b. per bersagli speciali (navi da guerra, ponti, dighe, fortificazioni
permanenti in cemento o acciaio). Le tendenze costruttive dopo la II guerra
mondiale sono per i grossissimi calibri, per involucri di alta resistenza e di
peso ridotto, per la saldatura uniforme dei tre pezzi dell'involucro, per
più potenti esplosivi e per una maggiore specializzazione dei tipi di
b. aerea da impiegare in una guerra futura. Il procedimento di
fabbricazione degli involucri, per lo più tenuto segreto, è forse
la più interessante tra tutte le fasi di lavorazione in tali ordigni di
guerra. Attualmente si costruiscono involucri per
b. di un solo pezzo
anche per grossissimi calibri facendo successivamente passare il massello
d'acciaio in un forno a 1.100 e più gradi, in una pressa da 1.500 a 3.000
t per la foratura, in una pressa orizzontale per la trafilatura, in un tornio
per lo sgrezzamento, in un forno per il riscaldamento a 1.100 °C della sola
parte posteriore (la parte anteriore sporge all'esterno del forno), in una
pressa verticale di grande tonnellaggio per la sagomatura del fondello, in un
tornio con utensili speciali ad alta velocità di taglio; l'involucro
ormai pronto è temperato e verniciato. Un tipo particolare di
b.
aeree sono le
b. teleguidate che riescono a raggiungere il bersaglio da
una distanza di 10.000 m. Possono essere guidate dall'aereo sia mediante una
telecamera situata nell'ogiva dell'ordigno, che permette di visualizzare il
bersaglio e di azionare le alette di coda o piccoli razzi direzionali a seconda
della traiettoria scelta per la
b., oppure vengono indirizzate sul
bersaglio da un raggio laser che la
b. segue grazie ad appositi sensori
agli infrarossi collocati nella testa. ║
B. atomica o
nucleare: V. ATOMICA, BOMBA. ║
B.
contraerea:
b. volante con propulsione a reazione, impiegata per
l'intercettazione da terra dei velivoli avversari da bombardamento; può
essere in qualche caso lanciata da un velivolo-guida di tipo normale. Le
b. contraeree si dividono in due grandi categorie di impiego (da terra e
da velivoli), cui corrispondono caratteristiche diverse e tonnellaggio diverso.
Le più conosciute, perché comparse verso la fine della seconda
guerra mondiale per opera dei tedeschi, sono la Wasserfall, la Natter, la
Rheintochter, la Schmetterling (tutte per il lancio da postazioni a terra),
nonché la Gorgon americana e le tedesche X-4, Hs 117 e 298 (per il lancio
da velivoli). Da un accurato esame delle caratteristiche costruttive e di volo
delle
b. è possibile concludere che non c'è di comune tra
di esse che una forte carica alare, ali molto ridotte e di spessore laminare, un
motore a razzo con combustibili liquidi, nonché un dispositivo automatico
di scoppio all'approssimarsi dell'obiettivo. ║
B. da esercitazione:
involucro di
b. aerea contenente nell'interno sabbia, adoperata per
esercitazioni di bombardamento dai velivoli militari. Le
b. debbono avere
spolette normali o ridotte e contenere una carica fumogena o illuminante per il
tiro contro bersagli disposti a terra, e, per bersagli navali, sostanze
coloranti per permettere l'individuazione del punto di caduta anche da quote
elevate. ║
B. di profondità o
da getto: arma navale
antisommergibile per eccellenza, impiegata spesso anche da velivoli. Consta di
una carica di tritolo o altro esplosivo del peso di 50-200 kg, contenuta in un
fusto metallico di lamiera a forma cilindrica. Esistono
b. normali il cui
brillamento è ottenuto con un congegno idrostatico regolabile per le
varie profondità o con un meccanismo a orologeria che funziona invece a
tempo. Un congegno idrostatico di innescamento impedisce alla
b. di
scoppiare prima di 10-15 m di profondità, lunghezza che rappresenta il
valore minimo del raggio di danneggiamento ottenuto con
b. da 50 kg, per
ragioni evidenti di sicurezza per la nave che ne effettua il lancio. Le
b. sono lanciate in mare con lanciabombe speciali e con tramogge. ║
B. di riferimento: spezzone aereo con artifici colorati che permette ai
velivoli di una formazione da bombardamento di piazzare colpi sull'obiettivo
secondo il tiro con
b. effettuato dal capo della formazione. ║
B. illuminante:
b. speciale che può essere di due tipi:
b. illuminante dei bersagli, a uso esclusivo dei velivoli che debbono
effettuare un bombardamento e
b. illuminante per esplorazione e
ricognizione fotografica. Composta normalmente di un involucro di lamiera con
carica illuminante, paracadute, spoletta e dispositivo di ritardazione,
può sviluppare oltre 700.000 candele, per 3-8 minuti di durata. ║
B. incendiaria:
b. aerea caricata con termite, nafta, trementina,
colofonia, magnesio o altre miscele incendiarie che sviluppano temperature
superiori ai 3.000 °C. ║
B. perforante:
b. il cui
involucro ha l'ogiva rinforzata e una carica di scoppio pari al 15-25% del peso
complessivo. Una
b. da 500 kg è in grado di perforare corazze
d'acciaio di 90-150 mm, e lastre di cemento armato da 1,20-1,90 m. Per aumentare
la velocità di tali tipi di
b., e conseguentemente il loro potere
di penetrazione, specie nelle corazze dei carri armati e delle navi da guerra,
è stato applicato un dispositivo di spinta addizionale a razzo, acceso
dal velivolo all'atto del lancio. ║
B. intelligente: tipo di
ordigno telecomandato da un sistema di puntamento a raggi laser che guida la
b. direttamente sull'obiettivo; ciò consente una maggiore
precisione offensiva e riduce notevolmente il rischio di coinvolgere soggetti
non militari. In dotazione all'aviazione dei Paesi della Nato, le
b.
intelligenti furono usate in larga misura durante le guerra del Golfo del 1991
contro gli iracheni. Il loro utilizzo provocò notevoli contestazioni per
il grande numero di vittime civili che causarono, nonostante la loro
"intelligenza". • Fis. -
B. di Mahler:
apparecchio per la determinazione del potere calorifico di un combustibile.
Detta anche
b. calorimetra, consta di un vaso d'acciaio, internamente
ricoperto da una superficie smaltata portante una capsula di platino, entro la
quale si pone il campione. Chiusa la
b., dopo avervi compresso l'ossigeno
a 25 atmosfere, e portata in un calorimetro, se ne accende elettricamente il
combustibile misurando, mediante il calorimetro, il calore sviluppato dalla
combustione. • Geol. -
B. vulcanica:
blocco di lava incandescente eruttato da un vulcano. A seconda della dimensione
del blocco (può raggiungere anche il volume di qualche metro cubo) e
della velocità di rotazione che raggiunge durante il tragitto in aria,
con conseguente raffreddamento più o meno intenso, la
b.
può assumere forme diverse nell'impatto con il terreno e viene detta
allora
b. a focaccia o
b. a crosta di pane.