Stato (1.098.581 kmq; 8.741.000 ab.) dell'America del Sud.
Confina a Nord-Est con il Brasile, a Sud-Est con il Paraguay, a Sud con
l'Argentina e a Ovest con il Cile e il Perù. Capitale: La Paz; capitale
legale: Sucre. Città principali: Cochabamba, S. Felipe de Austria de
Oruro, Santa Cruz de la Sierra, S. Bernardo de Tarija. Ordinamento: Repubblica
unitaria con Senato e Camera elettivi. Ogni quattro anni viene eletto il
presidente. Moneta: boliviano. Religione: cattolica. Lingue ufficiali sono lo
spagnolo, il quechua e l'aymarà. La popolazione è composta in
prevalenza di Amerindi e Meticci, con una percentuale minore di Creoli, Europei
e Negri.
GEOGRAFIALa
Cordigliera delle Ande, che comprende elevatissimi altopiani, occupa la regione
occidentale della
B. con i vulcani Picco di Sorata (6.617 m), Illimani
(6.403 m) e Sajama (6.520 m). Le pianure più importanti sono: i Llanos,
bagnati dagli affluenti del Guaporé, e il Chaco settentrionale. Tra i
numerosi fiumi vi sono il Madre de Dios, il Mamoré e il S. Miguel,
importante emissario del Titicaca. Laghi: Titicaca (6.900 kmq), a 3.821 m di
altezza; Poopò (2.800 kmq), a 3.604 m. Il clima è caldo e piovoso
nella pianura orientale; sulle regioni montane vi sono piogge e
nevi.
Cartina della Bolivia
ECONOMIALa
B. è uno dei Paesi più poveri e arretrati dell'America
Latina. Risente ancora oggi delle conseguenze del colonialismo che
perseguì una politica economica incentrata esclusivamente
sull'attività estrattiva, a scapito degli altri settori produttivi.
L'agricoltura, che assorbe oltre il 50% della popolazione attiva, non riesce a
coprire interamente il fabbisogno nazionale. Le risorse del Paese si basano
sulla produzione di caffè, zucchero, cacao, vaniglia, banane, china,
caucciù, tabacco. La coltura che domina su tutte è quella
(illegale) della coca, che è la principale fonte di reddito per gran
parte della popolazione rurale e urbana; le piante di coca occupano il 75% della
superficie coltivata. Fondamentale è lo sfruttamento delle risorse
minerarie: stagno, oro, piombo, argento, rame, bismuto, zinco, mercurio,
antimonio,
alluminio.
STORIALa
B. appartenne al Regno degli Incas, conquistato dagli Spagnoli nel 1538;
fece parte del viceregno del Perù fino al 1776, quando fu creato il nuovo
vicereame del Rio de la Plata, al quale la
B. (chiamata allora Charcas)
venne unita. Nel 1825 ottenne l'indipendenza per merito del generale
Simón Bolívar (da cui prese il nome) e si costituì in
repubblica. Il territorio del Paese si ridusse in seguito alle sconfitte
militari con il Cile (1839 e 1884), il Brasile (1903) e il Paraguay (1933). Con
il capo del Movimento nazionalista rivoluzionario, Victor Paz Estenssoro (salito
al potere nel 1952) fu promulgata una legge di riforma agraria e nazionalizzata
l'industria estrattiva. Ma troppo forti erano le resistenze opposte
dall'oligarchia economica dominante il Paese. Paz Estenssoro venne rovesciato
nel 1964 dal generale René Barrientos che sciolse i sindacati procedendo
nel contempo a una dura repressione. Durante la sua dittatura fu arrestato e
condannato a 30 anni di carcere il giornalista francese Régis Debray
(liberato poi nel 1970 per le pressioni dei Governi e dell'opinione pubblica
internazionale) e catturato e ucciso Ernesto "Che" Guevara. Nell'aprile 1969
Barrientos moriva in un incidente aereo, e gli succedeva il generale Ovando
Candia. Il nuovo regime militare proclamava l'intenzione di "salvare il Paese
dal caos" e la sua linea veniva definita "nazionalista di sinistra". Le
agitazioni nel Paese continuarono, e nel gennaio 1973 numerosi gruppi politici
firmavano un documento in cui si chiedeva l'immediato ristabilimento delle
istituzioni democratiche. Inoltre anche la Chiesa assumeva una posizione ostile,
provocando l'espulsione di numerosi religiosi di nazionalità straniera.
Le agitazioni popolari, i complotti e i delitti politici continuarono a
susseguirsi nei mesi seguenti e grande risonanza internazionale suscitò
l'annuncio che il colonnello Andrés Selich, noto per aver guidato nel
1967 l'attività antiguerriglia conclusasi con l'assassinio di Che
Guevara, e successivamente caduto in disgrazia, era morto mentre si trovava
nella sede del comando delle forze di sicurezza, dopo essere stato catturato
dalla polizia in quanto sospettato di aver capeggiato una congiura contro il
Governo. Alcuni mesi dopo, venne annunciata la scoperta di un movimento
sovversivo capeggiato dall'ex ministro Carlos Valverde Barbery, esponente della
Falange e composto da rappresentanti dell'esercito e della destra nazionale.
Seguì poi, a distanza di alcune settimane, l'annuncio di uno sventato
complotto sovversivo di sinistra che portava all'arresto di numerosi
sindacalisti. Gli annunci di "complotti", ora di destra ora di sinistra,
continuarono a susseguirsi a distanza di poche settimane l'uno dall'altro, dando
pretesto a periodiche ondate di arresti, anche tra personalità di
notevole rilievo. Il ritiro dell'appoggio al Governo da parte della sinistra del
Movimiento Nacionalista Revolucionario (dicembre 1973), dopo una crisi che aveva
portato alla spaccatura del partito in due tronconi, diede al generale Banzer
l'occasione per un nuovo giro di vite. Nel gennaio 1974 il leader del MNR, Paz
Estenssoro, venne espulso dal Paese, sotto l'accusa di attività
sovversiva e di aver ordito un complotto contro il Governo. Frattanto, le
agitazioni sociali, soprattutto tra i contadini, sfociarono in rivolta,
duramente repressa nella provincia di Cochabamba, mentre venne ulteriormente
spostata la data per il ritorno alla normalità costituzionale che
prevedeva elezioni presidenziali entro il 1975. Aumentarono inoltre le
divergenze tra i due partiti rappresentanti l'ala destra e sinistra della
coalizione di Governo e dopo le dimissioni presentate nel luglio 1974, il
generale Banzer operò un rimaneggiamento, nominando dei militari al posto
dei ministri civili uscenti. Nel 1978, il candidato della sinistra Hernàn
Siles Zuazo vinse le elezioni politiche, ma la vittoria gli fu tolta con una
serie di brogli elettorali. Al suo posto venne proclamato vincitore il generale
Juan Pereda Asbun, ma quando si scoprì che i voti conteggiati erano di
molto superiori al numero degli elettori, le elezioni furono invalidate.
Ciò provocò la rivolta dei militari che il 21 luglio presero il
potere, destituirono Banzer e nominarono presidente Pereda. Quattro mesi dopo un
nuovo golpe portò al potere il generale Padilla che annunciò nuove
elezioni per il luglio successivo. Si affermò nuovamente Siles Zuazo: non
avendo però ottenuto la maggioranza assoluta, il Congresso boliviano
aveva la facoltà di scegliere un candidato tra i primi due arrivati.
Presidente diventò quindi Walter Guevara. Il 188° golpe nei 154 anni
di indipendenza della
B. non tardò ad arrivare: il generale che lo
conduceva, Busch, non riuscì però a portare a termine l'impresa:
Lidia Gueiler venne eletta presidente all'unanimità. Nel periodo tra
l'elezione della Gueiler e le nuove elezioni politiche (indette per il 29 giugno
1980) si susseguirono numerosi tentativi di golpe, tutti senza esito. Di nuovo i
candidati della sinistra ottennero la maggioranza e, come reazione, il 17 luglio
il generale Garcia Meza guidò il 189° colpo di Stato, un golpe di
inaudita violenza: migliaia di persone assassinate, massacrati i leader
dell'opposizione di sinistra, imposizione della censura, chiusura delle
università, ecc. Nel 1981 giunse il 190° colpo di Stato, guidato dal
comandante dell'esercito Celso Torrelio Villa, cui seguì, il 21 luglio
1982, quello del generale Guido Vildoso. Il suo programma di netta opposizione a
qualsiasi rinnovamento scatenò la reazione del Paese, al punto da indurre
il regime militare a riconvocare il Congresso. L'assemblea, forte di una
maggioranza formata dalla Coalizione di Uniòn Democratica Popular, elesse
presidente della Repubblica Hernàn Siles Zuazo. Ci fu un nuovo tentativo
di rovesciamento da parte della destra militare nel 1984, fallito. La destra
costituzionalista si raccolse nel partito di Azione Democratica Nazionale, che
nel 1985 vinse le elezioni ma non riuscì a far eleggere presidente il suo
leader Hugo Bánzer Suárez; al suo posto venne designato
l'ottantenne Victor Paz Estenssoro. La sua azione di governo volse al
risanamento dell'economia boliviana attraverso la lotta all'inflazione,
scesa al tasso dell'11%, e la stabilità politica. Nulla poté
però contro i gravi problemi ancora irrisolti, in particolare la
povertà estrema delle popolazioni andine e la difficile questione dei
produttori di coca, organizzatisi in gruppi dalla struttura complessa e molto
solida e dimostratisi più potenti dello stesso Governo. L'anno seguente
venne sostituito da Jaime Paz Zamora che pose tra gli obiettivi primari del suo
programma elettorale il rinnovato impegno nella lotta al narcotraffico. Tale
intenzione gli fece guadagnare ampi consensi anche in politica estera: nel 1990
la
B. partecipò al vertice di Cartagena insieme a Stati Uniti,
Perù e Colombia e ottenne un ingente finanziamento in cambio dell'uso
dell'esercito nella lotta alla droga. Venne inoltre accettata la presenza di
contingenti militari americani nelle zone maggiormente soggette al potere dei
narcotrafficanti. I tentativi del Governo in questo senso continuarono anche
negli anni seguenti e la
B. ricevette numerosi aiuti internazionali
riuscendo così a contenere l'inflazione e a diminuire il debito estero.
Le elezioni presidenziali del 1993 sancirono la vittoria di Gonzalo
Sánchez de Lozada, che diede il via a un processo di riassestamento
interno mantenendo un occhio di riguardo al settore minerario, a quello edilizio
e a quello agricolo. Per attuare il piano di riforma economica fu però
necessario utilizzare i prestiti dall'estero e ridimensionare il personale.
Quest'ultimo fatto provocò un aumento della manodopera disponibile che
trovò facilmente impiego nelle piantagioni di coca, rendendo ancora
più ardua la lotta al narcotraffico. L'elezione presidenziale del
1997 fu piuttosto complicata: in seguito alla grande frammentazione dei partiti,
nessuno dei candidati ottenne il 50% più una delle preferenze; come
previsto dalla Costituzione, il Congresso fu chiamato a nominare il presidente,
scegliendo tra i primi due candidati. Venne scelto l'ex dittatore Hugo
Bánzer Suárez. Nell'ambito della campagna politica di
controllo del flusso di cocaina verso il nord, nel febbraio 1997 gli Stati Uniti
chiesero al Parlamento boliviano di approvare una legge contro il riciclaggio
del denaro proveniente dal narcotraffico; i cento sindacati di produttori di
coca (
cocaleros) si accordarono con il Governo per ridurre spontaneamente
la produzione; da parte loro gli Stati Uniti si impegnarono a contribuire con 40
milioni di dollari alla lotta contro il narcotraffico. Nonostante una situazione
politicamente instabile, si registrarono una crescita dell'economia e una
riduzione del tasso di inflazione. In considerazione dei tassi macroeconomici la
B. poté così beneficiare di un alleggerimento del debito
multilaterale grazie a un accordo sottoscritto con il Fondo Monetario
Internazionale (1998). Nonostante questi risultati la maggioranza della
popolazione continuò a vivere in uno stato di povertà e disagio. Vista
la grave crisi economica e sociale, nel 2000 la Banca Mondiale e il Fondo Monetario
Internazionale concessero alla
B. uno sconto sul debito estero, mentre
l'aumento del costo dell'acqua potabile provocò scioperi e manifestazioni in
varie parti del Paese. Il presidente Bánzer Suárez proclamò
ancora una volta lo stato di emergenza, revocato solo dopo l'accordo raggiunto
tra Governo e agricoltori; nell'aprile dello stesso anno si dimise. Durante l'estate,
gli autotrasportatori boliviani diedero inizio a uno sciopero che paralizzò
l'intero Paese, per protestare contro l'aumento del prezzo del gasolio. Nell'agosto
2001 il vice presidente Jorge Quiroga venne nominato presidente ad interim a sostituzione
di Bánzer, gravemente malato. Nel giugno 2002 si tennero in contemporanea le elezioni
legislative e le elezioni presidenziali. Queste ultime decretarono la vittoria
del rappresentante del Movimento nazionale rivoluzionario Gonzalo Sánchez
de Lozada, che fu eletto presidente per la seconda volta. Nel febbraio 2003, per
cercare di soddisfare le richieste di garanzia avanzate dal Fondo monetario
internazionale per la concessione di un prestito, de Lozada istituì una nuova
serie di imposte fiscali che scatenarono la violenta reazione della popolazione,
culminata in scontri di piazza nelle vie di La Paz che provocarono morti e
feriti. Dopo mesi di crisi sociale repressa nel sangue (nei soli settembre e
ottobre il bilancio fu di oltre 150 morti), in ottobre de Lozada fu costretto
alle dimissioni, sostituito dal vicepresidente Carlos Mesa, noto giornalista e
storico di rilievo. Lo stesso Mesa, tuttavia, lasciò l'incarico nel giugno 2005
a seguito del perdurare delle proteste di vasti settori sociali boliviani e delle
violenze. Il Congresso nominò allora alla massima carica dello Stato Eduardo
Rodriguez Veltzé, presidente della Corte Suprema, che rimase in carica fino
alle elezioni di dicembre dello stesso anno. Le consultazioni registrarono la
vittoria di Evo Morales, leader del MAS (Movimento al socialismo) e del movimento
sindacale dei
cocaleros, che divenne il primo presidente indio della storia
della
B.. Dopo aver aderito nell'aprile 2006 all'Alternativa bolivariana
per le Americhe (ALBA), un progetto di cooperazione politica, sociale, economica
tra i Paesi dell'America Latina e i Paesi caraibici, promosso da Venezuela e Cuba,
in linea con le promosse fatte in campagna elettorale nel maggio dello stesso anno
sancì la nazionalizzazione dei giacimenti di petrolio, annunciando nel contempo
una nuova riforma agraria per la redistribuzione della terra ai contadini. In agosto
si insediò la prima Assemblea Costituente eletta a suffragio universale, chiamata
a riscrivere la Carta costituzionale della
B.
LETTERATURADopo
il periodo romantico, ispirato alle vicende storiche successive
all'indipendenza, il rinnovamento poetico "modernista" ebbe come principale
esponente Ricardo Jaimes Freyre (1868-1933) e il suo continuatore, Franz Tamayo
(1880-1956), poeta e saggista di grande valore. Fra i narratori va segnalato
Alcides Arguerdas (1884-1946) che in
Razza di Bronzo descrisse la fine
della razza india, distrutta dai conquistatori. Nel panorama contemporaneo,
penalizzato dalla difficile situazione del Paese, emergono, tra gli altri,
Octavio Campero, Yolanda Bedregal e, nella narrativa, Oscar Cerruto e Augusto
Guzman.
FOLCLORELe
tradizioni degli Indios costituiscono la maggior parte del patrimonio
folcloristico della
B. dove coesistono spirito indio e cultura cattolica.
La magia, infatti, è ancora molto praticata e fa la sua comparsa anche
nelle feste religiose, il regno della danza, in cui vengono rappresentate delle
vere e proprie pantomime, che ricordano scene di caccia o episodi della
conquista spagnola. Tra le feste più sentite va segnalata quella di San
Pedro, sul Titicaca, di origine pagana e strettamente collegata alla vita dei
pescatori. La più spettacolare è la
Diablada, celebrata con
l'uso di maschere demoniache e connessa all'attività
mineraria.
Scorcio di La Paz
Il centro di Oruro (Bolivia)
La Cordillera Real, in Bolivia