Uomo politico e filosofo inglese. Membro Tory della Camera
dei Comuni, fu oratore eloquente e pensatore profondo. Fatto ministro dalla
regina Anna, sottoscrisse nel 1713 la pace di Utrecht, la più gloriosa
delle sue operazioni. Non cessò, sino alla morte, di occuparsi
instancabilmente degli affari pubblici del regno. Di lui ci rimangono le
Lettere Politiche, scritte contro il suo avversario sir Robert Walpole,
che gli valsero il suffragio popolare per la difesa dei diritti del Paese e che
costituiscono un vero e proprio atto d'accusa nei confronti di un ministro
corrotto e corruttore. Le sue
Memorie intorno alle cose dell'Inghilterra,
i suoi
Pensieri intrisi di morale, di storia, di filosofia, sono carichi
delle sue particolari visioni dei problemi e ricchi di proposte e
interpretazioni ardite. Anche dal punto di vista religioso la sua vena polemica
non si risparmiò e in alcune sue opere, pubblicate postume,
attaccò il Cristianesimo, tanto che il Gran Giurì di Westminster
le censurò, definendole tendenti a sovvertire la religione, la morale e
l'ordine pubblico. Tra questi scritti, la sua
Teologia naturale venne
considerata in Francia quale punto di partenza per la nuova filosofia teologica
dei pensatori del XVIII sec., Voltaire in testa (Battersea, Surrey
1678-1751).