Uomo politico centrafricano. Già ufficiale
dell'esercito francese, combattente in Indocina, ottenne nel 1961 il comando del
nuovo esercito nazionale. Nel 1965 attuò un colpo di Stato,
allontanò Dacko e assunse i pieni poteri. Accentuò il già
notevole autoritarismo e si legò strettamente agli interessi francesi,
legame questo sottolineato da un suo viaggio ufficiale a Parigi (luglio 1967).
Il rimpasto ministeriale dell'ottobre 1968 accentrò nella persona di
B. le supreme cariche dello Stato: la presidenza della Repubblica, la
presidenza del Governo, il comando dell'esercito. Negli anni seguenti impresse
una direzione sempre più autoritaria al governo del Paese, coltivando
un'ambizione personale incontrollata che lo indusse a proclamarsi, nel dicembre
1976, imperatore del Centrafrica col nome di
B. I. Ma il nuovo precario
assetto costituzionale ebbe breve durata: travolto dagli scandali finanziari e
dalle documentate accuse di efferatezza,
B. venne deposto nel 1979,
trovando rifugio in Libia. Nel dicembre 1980 i tribunali del Centrafrica lo
condannarono a morte in contumacia. Convinto di godere ancora di un vasto
seguito, rientrò in Centrafrica, ma venne arrestato a Bangul nel novembre
1986. Al termine del processo pubblico fu riconosciuto colpevole di assassinio,
rapimento di bambini, corruzione e condannato alla pena capitale. Nel febbraio
1988 il presidente della Repubblica Centrafricana, André Kolingba,
commutò nell'ergastolo la prima sentenza (Bobangui
1921-1996).