Poeta italiano. Nato a Scandiano, feudo della famiglia, da
Giovanni Boiardo e da Lucia Strozzi, si trasferì fin da bambino a
Ferrara, dove il nonno Feltrino lo avviò agli studi classici. Tornato a
Scandiano alla morte del padre, cominciò a condurre una vita da
signorotto di campagna, intervallata da lunghi periodi di permanenza a Ferrara.
Fu poi impiegato nella corte dei duchi di Ferrara, e nominato governatore di
Reggio. Tre anni dopo fu eletto capitano di Modena; ritornò in seguito
governatore della città e cittadella di Reggio. Le sue prime opere furono
di carattere cortigiano, a lode degli Estensi (
Carmina de laudibus
Estensium,
Pastoralia); si dedicò in seguito alla traduzione
di Cornelio Nepote, Senofonte, Erodoto, finché, nel 1469, conobbe la
bella Antonia Caprara, di cui si innamorò e a cui dedicò il
Canzoniere, una raccolta di componimenti notevoli per freschezza e
spontaneità di ispirazione, appena venati di un certo classicismo.
Scrisse poi molte altre composizioni per lo più di carattere bucolico e
pastorale, sul modello virgiliano, e verso la fine della sua vita compose una
mediocre commedia in terzine, il
Timone, tratta da un dialogo di Luciano.
Ma l'opera per la quale è più noto è l'
Orlando
innamorato, poema romanzesco in ottava rima, in 69 canti, rimasto
incompiuto. Il poema ha per soggetto le guerre favolose di Carlo Magno contro i
Saraceni, argomento di molte leggende e romanzi, che fanno da sfondo all'amore
di Orlando per Angelica, figlia del re del Catai. L'
Orlando innamorato si
interrompe con il duello tra Orlando e Rinaldo, separati da Carlo Magno; da qui
Ariosto farà partire il suo
Orlando furioso, che
dell'
Innamorato è l'ideale continuazione. L'opera di
B.
è stata per molti secoli fraintesa, disprezzata nel confronto ora col
Furioso ariostesco ora coll'
Innamorato di Berni (che del poema
boiardesco è una fredda e stilistica traduzione in bella lingua). In una
letteratura aulica, accademica, lontana dal popolo, quale fu quella italiana,
fino a Goldoni, l'
Orlando innamorato con il suo fresco, ingenuo
linguaggio popolare e spesso dialettale, dovette apparire nulla più che
una bizzarria letteraria. Si deve al nostro secolo, e soprattutto ad Alfredo
Panzini, la scoperta della poesia dell'
Orlando innamorato, imperniata
soprattutto sul sentimento della fragilità e della caducità
dell'amore femminile: "Ciascuna donna è molle e tenerina - Così
nel corpo come nella mente". Permangono tuttavia nel
B. alcuni aspetti
cavallereschi e feudali, evidenti soprattutto nella caratterizzazione dei
personaggi maschili (Rinaldo, Ferraguto, Astolfo, Rodamonte, ecc.) che fanno
dell'autore un figlio della sua epoca, ancora per molti versi legato al mondo
cortigiano (egli, per esempio, usava leggere a corte i canti dell'
Orlando
innamorato via via che venivano composti). Più riuscita appare la
delineazione dei personaggi femminili: staccate dalla tradizione petrarchesca e
dalla retorica cavalleresca, le donne di
B., Angelica, Fiordalisa,
Tisbina, Orgille, ecc. sono creature incantevoli e appassionate, fragili e
incostanti. Sono creature vive, quali non ricompariranno più nella poesia
e nel romanzo italiano fino alla figura della
Pisana del Nievo. Lo stesso
rilievo va fatto per la donna del
Canzoniere, la bellissima Antonia
Caprara, che, andata sposa a un altro mentre il poeta era in viaggio a Roma,
è quasi un'Angelica ante litteram (Scandiano 1441 - Reggio Emilia 1494).