Bocerco.
Bocerco. Zoologia. - Nome volgare del Taurotragus eurycerus (o Boocercus eurycerus), specie di antilope della sottofamiglia dei tragelafini, famiglia dei Bovidi, sottordine dei ruminanti, ordine degli artiodattili, mammiferi ungulati parassoni. È noto anche con nome indigeno di Bongo; è un animale lungo dai 200 ai 220 cm, alto al garrese cm 140, con coda di 60-70 cm. Le corna, curvate a lira, possono essere lunghe anche 80 cm nel maschio; quelle della femmina sono più corte e meno forti. Il mantello, di color castano-rossastro, ha una quindicina di striature trasversali bianche o giallognole; a sinistra e a destra del setto nasale e della mandibola inferiore si notano disegni bianchi mentre sul petto si nota una mezzaluna; nella parte interna delle zampe appaiono grosse chiazze nere. La testa è piccola con fronte larga e grandi orecchi ornati di peli bianchi. È animale timido, solitario e silenzioso, che vive nelle foreste vergini dell'Africa, lungo la linea equatoriale. È scarsamente diffuso e ha abitudini notturne. Si nutre di fogliame, forse di un unico tipo; perciò i tentativi di allevare in cattività questa antilope sono sempre riusciti vani. Del volgo; proprio degli strati socialmente e culturalmente inferiori della popolazione. ║ Relativo alla lingua, a forme e aspetti linguistici propri e caratteristici delle classi popolari o di minor cultura. ║ Lingua v. e dialetti, parlate v.: la lingua e i dialetti parlati dal popolo, soprattutto in relazione al periodo delle origini e della formazione delle lingue e delle parlate neolatine. Genere di artiodattili bovidi della sottofamiglia antilopini, cui appartiene solamente l'a. cervicapra o sasin. Le a. sono alte circa 70 cm e lunghe fino a 150 cm; hanno pelo raso bruno rossiccio nel maschio e fulvo giallastro nella femmina e nel giovane. Velocissime nella corsa e ottime saltatrici, vivono in branchi nelle pianure dell'India e del Pakistan. ║ Più genericamente il nome indica anche altri mammiferi appartenenti a diverse famiglie di bovidi. Le a. più note sono l'a. addax (V. ADDAX) e l'a. azzurra (V. IPPOTRAGO). L'antilope addax (Addax nasomaculatus) Antilope: orice bianco d'Arabia o argazella Famiglia di mammiferi artiodattili ruminanti. Sono provvisti di corna cave all'interno (cavicorni). Hanno 32 denti e sono privi di incisivi e canini superiori. Vi appartengono bovini, pecore, capre e il gruppo degli antilopini. Zool. - Termine, in disuso nella sistematica moderna, con cui si designano quei mammiferi erbivori che presentano le falangi rivestite da zoccoli anziché da unghie. Tra i principali u. citiamo gli artiodattili, i perissodattili, i proboscidati. Nome indigeno africano dell'antilope bocuco. ║ Popolazione africana nel Gabon e nel bacino del Bahar el Ghazal. Parte del corpo dei mammiferi quadrupedi, formata dalle prime vertebre dorsali e dai muscoli che vi s'innestano e le coprono, con maggior rilievo nel cavallo che negli altri animali. Nome con cui vengono indicate formazioni di diversa configurazione, situate in genere sulla superficie dorsale della testa dei mammiferi ungulati. Di origine sia tegumentale e cheratinizzata, sia tegumentale e ossea, sia esclusivamente ossea, funzionano come armi di difesa e di offesa, nonché per il combattimento fra i maschi della stessa specie. ║ Per estens. - Piccola escrescenza carnosa retrattile sul capo delle chiocciole e delle lumache. ║ Espressione popolare per indicare il bernoccolo che si forma sulla fronte di chi abbia battuto contro un oggetto duro. ● Zool. - Nel rinoceronte, i c. nasofrontali consistono in lunghe fibre epidermiche cheratinizzate e saldate fra loro. ║ Nella giraffa, in corrispondenza della sutura fronto-parietale e di quella fronto-nasale, si forma un'apofisi, su cui si salda un'epifisi, l'osso del c. ║ Nei cavicorni bovicorni, una apofisi ossea frontale e la relativa epifisi formano un sostegno osseo permanente; il c. vero e proprio è un astuccio che viene formato dal tegumento. ║ Nell'antilocapra viene mutato annualmente dopo l'epoca degli amori, negli altri cavicorni è permanente. ║ Le c. dei cervicorni e plenicorni, invece, sono formazioni esclusivamente ossee, che, in quasi tutti i cervi, cadono annualmente dopo l'epoca degli amori. ● Astron. - C. della Luna: le due estremità appuntite con cui si presenta la Luna, quando è nel primo e nell'ultimo quarto. ● Geogr. - Cima di montagna a forma di c. ● Mus. - Strumento a fiato di forma più o meno curva, usato nell'antichità e nel Medioevo per dare segnali nella caccia e in guerra. ║ Strumento a fiato della famiglia degli ottoni, costituito da un tubo che presenta all'interno dei ritorti che ne modificano la lunghezza e servono a variare la scala dei suoni. Di origini antichissime, ha assunto la sua attuale veste di strumento d'orchestra intorno al XVII sec. Con la realizzazione del c. a pistoni, dovuta a H. Stölzel (1815), esso acquistò maggiore agilità e omogeneità timbrica, rendendo possibile l'emissione di qualsiasi nota della scala cromatica. Alla letteratura musicale solistica per c. contribuirono compositori quali Bach, Beethoven, Weber, Haydn, Mozart, Brahms, Strauss e Hindemith. ║ C. bassetto: tipo di clarinetto in uso nel XVIII sec. ║ C. inglese: strumento a fiato ad ancia doppia di timbro più grave e nello stesso tempo più dolce di quello dell'oboe. ● Mar. - C. da nebbia: specie di tromba usata per emettere segnali acustici durante la navigazione con nebbia. ● Anat. - In generale, prolungamento di un organo. ║ C. frontale, occipitale, sferoidale: prolungamento dei ventricoli laterali del cervello. ║ C. anteriori e c. posteriori: prolungamenti anteriori e posteriori della sostanza grigia del midollo spinale. ● Med. - C. cutaneo: escrescenza di origine epidermica, formata quasi esclusivamente da cheratina. (dal greco lyra). Strumento musicale a corde usato dai Greci e dai Romani, simile alla cetra, con cassa di risonanza formata da un guscio di testuggine. Si suonava col plettro o anche pizzicandola con le dita. Si diffuse poi in Europa dal 1500 al 1700; a differenza della l. greca era suonata con l'archetto. Aveva forma molto simile alla viola ed era costruita in diversi modelli di svariate dimensioni. Fra i modelli più in voga la l. da braccio che aveva da 5 a 7 corde correnti sopra il manico e 2 corde, fuori del manico, che fungevano da bordoni; la l. da gamba, dal suono grave come quello del violoncello, aveva 12 corde sul manico e due bordoni fuori. Un modello da braccio, molto grande, si chiamava lirone da braccio e aveva la voce da contralto corrispondente a quella della viola moderna. Nella stessa famiglia c'era l'archiviola da l., chiamata anche accordo oppure lirone, dotata di ventiquattro corde (non sempre) dal timbro basso e grave come quello del contrabbasso attuale. Verso la metà del 1700 ebbe una certa fortuna uno strumento detto l. organizzata, usato particolarmente nelle recite a carattere pastorale. Era formata da una tavola armonica sulla quale erano collocate alcune piccole canne da organo alimentate da un mantice contenuto nella cassa armonica; in taluni modelli i mantici erano due e fornivano d'aria un apposito serbatoio munito di valvole. Si suonava per mezzo di una tastiera che rendeva lo strumento molto simile a un piccolo armonium portatile. Biol. - Negli organismi a sessi separati, si definisce m. l'individuo che elabora i gameti maschili destinati a fecondare i gameti femminili in vista della riproduzione (V.). In molte specie il m. differisce dalla femmina per vari caratteri somatici, fisiologici, psichici, (detti caratteri sessuali secondari). In genere il m. è di dimensioni maggiori e più combattivo, mentre la femmina è più piccola e mansueta, tranne nel caso in cui debba difendere i propri piccoli. In casi sporadici, invece, il m. è più piccolo e la femmina, in particolare se piena di uova, risulta più voluminosa. • Tecn. - L'estremità di un pezzo avente una forma tale da poter essere inserita in una cavità corrispondente (nel pezzo che si chiama femmina). ║ Utensile per eseguire filettature all'interno di fori del diametro massimo di 60 mm. ║ Nell'industria estrattiva, utensile conico filettato, utilizzato per recuperare, dopo una rottura, pezzi di aste dal foro del sondaggio. • Arch. - Nelle costruzioni civili, la parte continua del muro di sostegno con contrafforti a contatto con il terrapieno da sostenere. ║ Nei castelli medioevali e nelle rocche del Rinascimento è la torre principale (detta anche mastio) contenente gli ambienti più importanti della fortezza, come l'abitazione del castellano, il tesoro, talora le prigioni e simili. Di pianta generalmente rotonda o quadrata, ebbe una grandissima diffusione fino al principio del XVI sec. In seguito perse la sua utilità difensiva per l'evolversi di artiglierie sempre più potenti in grado di demolirla facilmente. Venne allora denominata m. la parte del castello in cui si apriva il ponte levatoio. • Anat. - M. astragalico: la porzione della troclea astralgica che colma il mortaio tibio-fibulare, nell'articolazione tibio-tarsica. Dal punto di vista biologico: individuo che produce solo gameti femminili. ║ Negli organismi unicellulari: quello che si trasforma in macrogamete. ║ Donna. Abbigl. - Ampio e lungo indumento senza maniche, aperto sul davanti, che si indossa sopra gli abiti; appoggiato sulle spalle e agganciato al collo, si lascia ricadere intorno al corpo. • Zool. - Insieme dei peli e dei crini che rivestono il corpo dei mammiferi e di cui si considera il colore. Strato più esterno del corpo dei molluschi che secerne la conchiglia. Rivestimento esterno dei tunicati. • Tecn. - Termine generico per designare dispositivi o elementi di macchine che ne coprono o contengono altri con funzioni protettive. • Teat. - M. d'Arlecchino: l'insieme del telo orizzontale e dei due teli verticali che incorniciano il sipario. Insieme di strie. ║ Stria, striscia. ║ Segno prodotto striando una superficie. • Cristall. - Fenomeno rilevabile su alcune facce di cristallo, che presentano solchi regolari dovuti a ripetizione di spigoli per concrescimento parallelo. • Geomorf. - S. glaciali: solchi lasciati sulle rocce del letto glaciale da altri detriti rocciosi trasportati dal ghiacciaio. • Geol. - S. tettoniche: sulle superfici di faglia, scanalature formatesi in seguito all'azione meccanica tra i due blocchi rocciosi a contatto. • Tecn. - In tecnologia meccanica, procedimento con cui si imprimono delle strie su una superficie. (dal latino saeptum, der. di saepire: recingere). Struttura divisoria. • Anat. - S. nasale: sepimento impari, mediano, sagittalmente diretto, che divide la cavità nasale nelle due narici destra e sinistra. Il suo scheletro è variamente composto, cosicché si distinguono un s. osseo, un s. cartilagineo e un s. membranaceo. ║ S. interatriale e s. interventricolare: nel cuore, lamine che separano atri e ventricoli. ║ S. pellucido: lamina di sostanza nervosa posizionata sagittalmente sulla linea mediana del cervello tra il corpo calloso e il trigono cerebrale. ║ S. retto-vaginale: struttura membranosa situata tra vagina e retto. ║ S. vescico-vaginale: strato di tessuto connettivo interposto tra vagina e vescica. ║ S. scrotale: lamina che divide lo scroto in due concamerazioni. ║ S. linguale: lamina fibrosa che divide la lingua in due parti simmetriche. • Anat. comp. - S. dorsale: struttura che divide il midollo spinale dei vertebrati in due parti simmetriche. ║ S. interatriale: nel cuore dei vertebrati a respirazione polmonare, struttura che divide l'atrio in due aree, una per il sangue arterioso, l'altra per il sangue venoso. ║ S. interbranchiale o interviscerale: formazione connettivale dell'apparato branchiale dei pesci elasmobranchi. • Biol. - Nome generico dato a ogni lamina o membrana che divide due cavità o due parti di una medesima cavità . • Bot. - Ognuna delle pareti che divide un frutto in varie logge. Talvolta i s. sono detti anche sepimenti o tramezzi. • Embr. - S. aortico: tramezzo che divide il tronco arterioso primitivo in due canali secondari, che andranno a costituire al termine dello sviluppo le arterie aorta e polmonare. ║ S. trasverso: formazione mesenchimatica dell'embrione dei vertebrati che mette in comunicazione la zona duodenale e gastrica dell'apparato digerente con la parete ventrale del corpo. Da esso si origina nell'uomo la maggior parte del diaframma, lo stroma connettivale del fegato e l'epiploon. • Zool. - S. membranosi: i vari segmenti del corpo degli anellidi. ║ S. mesenterici: negli antozoi, pareti laminari che separano le varie logge della cavità gastrovascolare. • Tecn. - Struttura, dispositivo o elemento avente funzione di diaframma. Anat. - Osso simmetrico, detto anche mascella inferiore, composto da un corpo centrale orizzontale, a forma di ferro di cavallo e percorso quasi interamente dal canale dentale inferiore, e da due rami verticali. Nel margine superiore della m. si innestano i denti dell'arcata inferiore, impiantati negli alveoli dentali. I due rami verticali terminano con un'apofisi posteriore rotondeggiante (condilo) che fa parte dell'articolazione temporo-mandibolare, e con una anteriore triangolare sulla quale si inserisce il muscolo temporale. La m. è in rapporto con la base del cranio tramite l'inserzione del condilo dell'apofisi posteriore con la cavità dell'osso temporale: per questo motivo eventuali colpi forti subiti dalla m. hanno ripercussioni a livello del cranio. • Anat. comp. - Nei Vertebrati è la parte ventrale dell'arcata mandibolare. Nei soli Vertebrati gnatostomi è costituita dalla cartilagine di Meckel fornita di denti, mentre negli altri è formata da ossa di rivestimento e di sostituzione, spesso derivanti dall'ossificazione di alcune cartilagini (ad es. il dentale, lo spleniale, il coronoide). Negli Anfibi, la m. è formata dalla cartilagine di Meckel che si ossifica e viene rivestita dall'osso dentale, dallo spleniale e dall'angolare. Nei Rettili è costituita dalla cartilagine di Meckel che si ossifica nel tempo e funge supporto per le ossa di rivestimento (dentale, angolare e soprangolare all'esterno, pleniale, coronoide e gloniale all'interno). È fornita di denti, tranne che nei Cheloni. Lo stesso vale per gli Uccelli, nei quali però la cartilagine di Meckel è rivestita anche nella parte anteriore dal mento-mandibolare, e il dentale è privo di denti. Nei Mammiferi invece la m. è costituita dal solo osso dentale, mentre la cartilagine di Meckel fa parte dell'orecchio medio, formando il martello. La parte superiore e anteriore del tronco umano, situata fra il collo e l'addome, e quella corrispondente di animali. ║ Il seno femminile, le mammelle. ║ Per estens. - L'insieme degli organi del torace (cuore, polmoni, ecc.). ║ Fig. - Come sinonimo di cuore, sede dei sentimenti umani. ║ Fig. - Mettersi una mano sul p.: gesto che si compie per attestare la propria sincerità e lealtà nel fare un'affermazione; fare l'esame di coscienza. ║ Fig. - Battersi il p.: segno di penitenza. ║ Fig. - Prendere di p. qualcosa: affrontarla con decisione. ║ Fig. - Do di p.: il do più acuto emesso dalla voce del tenore. • Abbigl. - Parte dell'abito che sta sul davanti, coprendo il p. ║ Giacca a doppio p.: quella in cui le due parti sul davanti sono sovrapposte. • Lav. pubb. - Nella terminologia idraulica, scarpata di un argine verso il letto di un corso d'acqua; opposto alla spalla. • Mil. - Nelle armature antiche, la parte anteriore della corazza, che proteggeva il p. specialmente delle truppe a cavallo. Tale piastra di ferro, di forma leggermente convessa, venne adottata a partire dal 1300, quando i militari cominciarono ad abbandonare l'uso della maglia di ferro. In seguito il p. venne unito, mediante cinghie di cuoio, alla schiena, che proteggeva il tergo dei combattenti. Più tardi venne aggiunta anche la panziera, allo scopo di proteggere il ventre; gradualmente si giunse così alla corazza vera e propria. Questa venne anche artisticamente decorata, cesellata o smaltata particolarmente sul p. che era la parte più visibile. Il p. fu l'ultimo elemento ad essere abbandonato quando, verso la fine del XVIII sec., la corazza scomparve, rimanendo in dotazione solo dei cavalieri. Successivamente essa venne adottata come elemento ornamentale nella divisa di alcuni corpi speciali come i Corazzieri in Italia, la Guardia repubblicana in Francia, la Guardia svizzera in Vaticano. • Zoot. - Negli animali domestici, porzione del corpo limitata dai due angoli delle spalle e dalla base inferiore del collo; anatomicamente comprende la parte anteriore dello sterno e i muscoli che vi si dipartono. Esiste una diretta relazione fra la larghezza del torace e quella del p. Tale larghezza è considerata un elemento di distinzione fra le varie razze di cani e, in particolare, di cavalli. Un cavallo viene detto aperto davanti, se il suo p. si presenta largo; in questo caso si tratta di animale atto soprattutto al traino. Chiuso davanti è, di norma, il cavallo destinato ad essere cavalcato nelle competizioni o usato per il traino molto leggero (corse al trotto); in questo caso il cavallo ha il p. piuttosto stretto. Guadagnare navigando! Acquisti prodotti e servizi. Guadagnare acquistando online. La figura della luna, quando si vede illuminata per metà. ║ Figura che ricorda quella della falce di luna; qualsiasi oggetto che abbia tale forma. • Cuc. - Specie di coltello ricurvo, a due manici, con il taglio dalla parte convessa, adoperato in cucina per fare il battuto sul tagliere, per tritare carne, cipolla, ecc.; detto anche comunemente lunetta. • Mil. - Nelle antiche opere di fortificazione a bastioni, tipo particolare di rivellino il cui tracciato ricorda il disegno della m. Fu adottata da Vauban, ma esclusa da Cormontaigne perché favoriva l'accesso del nemico ai fianchi della cortina. • St. - Armi e stendardo dell'Impero ottomano, così chiamati perché riportano come insegna una falce di luna. Secondo una leggenda, tale insegna fu scelta dopo che le truppe di Filippo di Macedonia, che avanzavano verso Bisanzio per conquistarla, furono scoperte grazie all'apparizione della luna e quindi respinte. Nel Quattrocento i Turchi, presso i quali il simbolo della m. aveva comunque significato religioso e militare, attribuirono a tale rappresentazione un carattere magico. ║ Per estens. - L'Impero ottomano. • Icon. - La m., rappresentata in posizione orizzontale, fu presso i Sumeri e gli Accadi l'attributo della Luna, che essi adoravano con il nome di Sin. Simbolo di Artemide presso i Greci, la m. fu introdotta anche nell'iconografia cristiana nelle scene della Natività e talvolta anche in quelle della Crocifissione; più tardi, a partire dal Cinquecento, essa apparve nelle figurazioni dell'Immacolata Concezione, generalmente ai piedi della Vergine. • Mus. - Strumento idiofono a scuotimento formato da un bastone costituito da pendenti metallici (sonagli, campanelli e una m.). Di origine turca, era usato nelle bande militari. 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