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Blanqui, Louis-Auguste.

Rivoluzionario comunista francese. Figlio di un ufficiale napoleonico, manifestò presto la propria vocazione rivoluzionaria e cospirativa. Ancora studente entrò a far parte della Carboneria e contribuì attivamente all'insurrezione del 1830. Successivamente fu nella Società degli Amici del Popolo (1831) di orientamento socialista, e nella Società dei diritti dell'uomo di tendenza comunista. Diede così inizio a un'attività rivoluzionaria che lo avrebbe portato a passare circa la metà della sua vita in quindici prigioni diverse, quasi sempre in segregazione. Fu fortemente influenzato da F. Buonarroti e, rifacendosi alla tradizione rivoluzionaria di Babeuf e alla sua concezione della lotta di classe, vide nella rivoluzione comunista, da lui concepita però ancora sotto forma di sommossa, il solo mezzo per liberare il proletariato. Pur non mancando nelle sue teorie elementi utopistici, soprattutto a causa dell'ancora insufficiente sviluppo del sistema capitalistico, B. indicava nella lotta di classe il solo mezzo efficace per distruggere la società borghese e sostituirla con una società comunista. Le sue idee trovarono un terreno favorevole nelle società segrete di sinistra, in particolare nella Società delle stagioni, ma il suo limite, nell'ambito ideologico-politico, fu quello di non giungere mai a concepire l'azione rivoluzionaria del proletariato come un movimento di massa, ma unicamente come organizzazione segreta basata sulla cospirazione e sui colpi di mano. Nel 1834, in seguito alla promulgazione di una legge che limitava i diritti di associazione, fondò una nuova società segreta, la Società delle Famiglie, modellata sui principi della carboneria e organizzata su schemi militari. Essa si differenziava dalle società segrete tradizionali in quanto era organizzata in modo da essere sufficientemente forte e tale da poter perseguire obiettivi politici ma, nello stesso tempo, era in grado di sfuggire alle infiltrazioni spionistiche della polizia. Sei membri costituivano una Famiglia; un gruppo di cinque o sei famiglie una Sezione; due o tre sezioni un Quartiere. L'organizzazione era tale che a nessuno era dato sapere chi erano i capi, finché non fosse giunto il momento di passare all'azione. Nel 1836 la società contava 1.200 aderenti circa, possedeva vari depositi di armi, una polveriera ed era riuscita a operare infiltrazioni in due reggimenti della guarnigione di Parigi. Per sfuggire alla polizia la società venne temporaneamente sciolta e ricostituita come Società delle Stagioni: sei aderenti formavano una Settimana, al comando di una Domenica, quattro settimane un Mese. B. svolgeva un'intensa attività propagandistica diffondendo volantini e giornali tra gli operai di Parigi e Lione. La data della rivolta fu fissata per il maggio 1839: i cospiratori agli ordini di B., che era affiancato da M. Bernard e A. Barbès, si raccolsero intorno alle botteghe degli armaioli e le saccheggiarono, innalzarono barricate occuparono il palazzo di Giustizia e il Municipio, ma non vi fu quella sollevazione di massa su cui contavano gli insorti e al tramonto la disfatta era totale. B. riuscì a sfuggire alla cattura per cinque mesi. Processato, fu condannato a morte, ma la pena fu commutata in ergastolo. Liberato in seguito alla Rivoluzione del febbraio 1848, nel maggio successivo, alla testa dei club socialisti, tentò una seconda rivoluzione per riaffermare la leadership delle masse parigine e ciò gli costò una nuova condanna a dieci anni. Amnistiato nel 1859, fu nuovamente condannato nel 1861. Di nuovo arrestato nel 1872 per aver capeggiato la Comune (V.) fu condannato all'ergastolo e ottenne la grazia poco prima di morire. Le sue teorie e i suoi metodi di lotta sono tuttora sostenuti da alcune correnti anarchiche e comuniste. Non mancò di esercitare una certa attrazione sul giovane Marx, che però, pur frequentando le società segrete parigine, non ne accettò mai i metodi, in quanto portavano a una separazione della massa del proletariato, considerato da Marx la sola forza capace di portare a compimento la rivoluzione sociale. Assai più vicina all'organizzazione rivoluzionaria blanquista è la concezione del partito rivoluzionario di Lenin (Puget-Théniers 1805 - Parigi 1881).