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Blanco Fomboma, Rufino.

Uomo politico, poeta, scrittore venezuelano. Nel 1891 era fra i guerrilleros che insorsero contro il presidente della Repubblica venezuelana e si impadronirono del potere. In seguito ebbe incarichi diplomatici a Filadelfia, Santo Domingo, Boston e in Olanda. Nominato nel 1900 governatore dello Stato di Zulia, dovette fronteggiare una rivolta militare ispirata dal governatore Benjamin Ruiz, e per difendersi uccise un colonnello; fu messo in carcere, ma la folla lo liberò a viva forza. Venne allora inviato come console ad Amsterdam. Nel 1905, nominato governatore dell'Amazonas, volle riformare tradizioni ingiuste: venne perciò a contrasto col potere centrale, e subì arresto e processo. Nel 1909 capeggiò un'insurrezione contro il dittatore Gomez. Esiliato, si recò a Madrid dove fondò la casa editrice Editorial América. Fra le sue opere poetiche ricordiamo: Patria (1895), Trovadores y trovas (1899), Pequena òpera lirica (1904), Cantos de la prisiòn y del destierro (1911), Cancionero del amor infeliz. Tra le opere narrative citiano: El hombre de hierro (1907), Cuentos americanos (1913), El hombre de oro (1915); fra le opera di critica e i saggi: Letras y Letrados de Hispano-América (1908); El conquistador espanol del siglo XVI (1919); El modernismo y los poetas modernistas (1929). Autobiografico è il Diario de mi vida (1929) (Caracas 1874 - Buenos Aires 1944).