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Blake, William.

Poeta e incisore inglese. Nato a Londra da modesti negozianti di tessuti, a 12 anni cominciò a disegnare frequentando uno studio di pittura e leggendo nel contempo le opere di Shakespeare, Milton e Dante, che divennero poi le sue fonti ispiratrici. Il tema della caduta dell'angelo, elemento caratteristico dei suoi "libri profetici", è chiaramente suggerito dal Paradiso perduto di Milton. A 14 anni divenne apprendista incisore, e sempre trovò nell'incisione e nell'acquaforte il suo strumento preferito di espressione pittorica. A 21 anni entrò alla Royal Academy di Londra. È di questo periodo l'inizio dell'interesse politico di B. Tra il 1789 e il 1792 fu acceso sostenitore della Rivoluzione francese, come lo era stato prima di quella americana. Si unì a un gruppo di cui facevano parte il dottor Price, che propugnava la pace internazionale e la pace religiosa; Priestley, illuminista e scienziato, scopritore della formula dell'ossigeno; e William Godwin, famoso anarchico utopista, suocero e ispiratore di Shelley. In questo periodo B. pubblicò illustrazioni di opuscoli politici, tra cui famose sono quelle per l'opuscolo intitolato La rivendicazione dei diritti delle donne. Nel 1793 rifiutò di diventare maestro di disegno della casa reale, in quanto dichiarò di disapprovare categoricamente l'istituzione monarchica; nel 1804 fu processato con l'accusa di alto tradimento - da cui fu poi assolto - per aver pubblicamente gridato "abbasso il re" e per aver auspicato l'arrivo di Bonaparte in Inghilterra. Dopo questo periodo, si ritirò da attività politiche pratiche. Alla fine del '700 sviluppò una particolare tecnica di incisione su rame, che disse essergli stata suggerita dal fratello Robert, morto da alcuni anni, in sogno. Più probabilmente tale tecnica l'acquisì da George Cumberland, che ne usava una analoga già da parecchi anni. Un elemento molto importante nell'esistenza di B. fu la sua vita matrimoniale con Cathérine Boucher, che lo adorò per tutta la vita, pur non soddisfacendolo totalmente; egli infatti riteneva le donne esseri inferiori, non già sotto il profilo politico e giuridico ma sotto quello emotivo; la moglie, per di più di stretta osservanza puritana, rifiutava la sfrenata passione di B. che, come egli stesso affermava, era "nemico acerrimo per temperamento e convinzioni di qualsiasi forma di ascesi e di austerità". Dal matrimonio non nacquero figli, perché dalla lettura di antichi testi catari B. aveva tratto la convinzione che si dovesse in ogni modo evitare la perpetuazione della specie. L'audacia di B. in materia sessuale fu altissima per il suo tempo. Egli infatti confidò di essere favorevolissimo alla comunità delle donne, e si scagliò violentemente contro la repressione degli istinti naturali. Tutta l'attività artistica di B. fu imperniata sulle sue visioni fantastiche. Di queste visioni ci lasciò parecchie incisioni e disegni, tra i quali è importante ricordare il Fantasma di una pulce, mostruoso essere a metà tra l'uomo e la bestia. Le prime visioni avevano un carattere prettamente infantile; più tardi, a quello che egli definì il "principio dell'innocenza" si combinò il "principio dell'esperienza". Quest'ultimo principio partorì visioni torbide e complesse. Le descrizioni poetiche e pittoriche del B. potrebbero far supporre che l'autore soffrisse di psicosi allucinatoria, ma egli stesso invece spiegò che aveva tali visioni "per immaginazione"; egli insomma concentrava le sue facoltà, del tutto normali, nell'ambito immaginativo e soleva ripetere di non vedere "col rozzo occhio corporale ma con quello della mente". Anche l'opera letteraria di B., di vastissime dimensioni, è costellata da queste visioni poetiche, che spesso ispiravano contemporaneamente anche le sue opere figurative. Egli stesso diceva di sé: "In me il poeta si fonde con il pittore". Di lui Ungaretti disse: "Il tema centrale dell'opera di B. è quello della libertà, dell'uomo libero da leggi perché, contro la tigre, l'agnello gli ha riacquistato l'innocenza". Dal punto di vista letterario, tutta l'opera di B. è improntata a un complesso e precisissimo simbolismo: ogni parola vi assume un denso significato emblematico, e sovente personaggi e termini simbolici sono tratti sia dalla Bibbia sia dall'antica tradizione leggendaria celtica. Ricordiamo: Abbozzi poetici (1783); Canti di innocenza (1789), che racchiudono le visioni infantili del poeta; Canti di esperienza (1794), che comprendono le visioni più fortemente simboliche dell'autore, tra cui la Tigre, simbolo della belluinità umana, sconfitta dall'Agnello, simbolo dell'uomo futuro divenuto innocente e pacifico; Manoscritto Rossetti, così chiamato perché racchiude una serie di opere inedite raccolte dall'amico Rossetti e pubblicate in seguito; Il matrimonio del cielo e dell'inferno, che presenta una serie di apparizioni di carattere biblico; La rivoluzione francese (1791), ode profetica alla Rivoluzione; Canto di libertà (1792), opera simbolica scritta in versetti di tipo biblico; America (1793), allegoria sulla nascita del nuovo mondo; I quattro Zoa, opera sui principi vitali; Milton, opera dedicata al grande poeta che per B. è il simbolo dello spirito di profezia: in quest'opera Milton parla della creazione dei sessi nel paradiso perduto; Jerusalem, poema profetico in cui Gerusalemme è insieme città dell'oro e donna intesa come archetipo; Per i sessi (1810). Delle opere grafiche più importanti ricordiamo le illustrazioni per la Divina Commedia dantesca. Tutte le opere letterarie di B. furono accompagnate da illustrazioni dell'autore (Londra 1757-1827).