Stats Tweet

Bizet, Georges.

Compositore francese. Cresciuto in una famiglia di artisti (suo padre era compositore, sua madre pianista e una zia materna cantante di buona fama) rivelò precocissime doti musicali e a soli dieci anni venne iscritto al conservatorio di Parigi, ove studiò pianoforte con Marmontel, composizione e fuga con Zimmermann, Ch. Gounod (che divenne suo intimo amico) e Halévy, del quale sposò una figlia nel 1862. Nel 1852 vinse il primo premio di pianoforte, nel 1855 i premi di organo e di fuga. Nel 1857 gli venne conferito il Prix de Rome per la cantata Clovis et Clotilde. Nello stesso anno il giovane musicista, che aveva già scritto la sua prima sinfonia (1855) e altri lavori, si recò in Italia per un soggiorno di tre anni che si rivelò di fondamentale importanza per la sua formazione artistica. Rientrato a Parigi nell'estate del 1860, lavorò soprattutto per il teatro e si esibì come pianista in concerto. Risalgono a quel periodo i primi sintomi della malattia alla gola che angustiò il compositore per molto tempo. Anche le condizioni di spirito di B. peggiorarono con gli anni, sia per l'insuccesso di alcune sue opere, sia per i tormenti artistici che lo assillavano. L'intricata situazione politica della Francia di allora contribuì del resto a turbare vieppiù la serenità dell'artista, fuggiasco durante la Comune del 1871. Ma B. non abbandonò la composizione, e nel 1872 incominciò ad attendere al suo capolavoro, Carmen, tratto dalla novella di Mérimée. L'opera, terminata nel 1874, venne rappresentata nel 1875 all'Opéra Comique, ma cadde miseramente sotto l'accusa di wagnerismo (trionfò invece poco più tardi a Vienna, quando il maestro era già morto). Avvilito, B. fu vittima di una violenta crisi depressiva, aggravata dalle sue precarie condizioni fisiche. La sua morte, sopraggiunta dopo terribili sofferenze, avvenne in circostanze non del tutto chiare, e da più parti si avanzò l'ipotesi del suicidio. Insieme a Ch. Gounod, C. Frank e C. Saint-Saèns, B. lavorò costantemente per la rinascita della musica strumentale e lirica francese e la sua opera lasciò in effetti tracce evidentissime. Ammirato da Nietzsche, convinto difensore della sua musica mediterranea, B. pose sempre il dramma dell'uomo al centro della sua arte, nulla concedendo al virtuosismo strumentale e a quel bel canto allora tanto in voga. Alla sua produzione appartengono una ventina di lavori teatrali, tra i quali ricordiamo l'opera buffa Don Procopio (1858-1859), I pescatori di perle (1862-1863), Ivan IV (1865), La bella fanciulla di Perth (1866), Djamileh (1871) e L'Arlésienne (1872), considerata il suo capolavoro insieme a Carmen. Il maestro francese scrisse anche molta musica sinfonica (meritano una citazione la sinfonia in do maggiore, la sinfonia Roma e l'ouverture Patrie), alcune cantate, una cinquantina di composizioni per canto e pianoforte e bellissime pagine per pianoforte, tra cui i dodici pezzi a quattro mani Jeux d'enfants (1871), più tardi orchestrati (Parigi 1838 – Bougival 1875).